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Come si curavano nel passato: la tubercolosi

Post n°57 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da lafarmaciadepoca
 

Spesso associata al vampirismo e alle streghe, è stata il flagello dell’età Vittoriana: una morte su quattro, in Inghilterra era causata dal piccolo  Mycobacter tuberculosis, l’agente eziologico della consunzione o tubercolosi.
Ma come si curavano i nostri nonni? Ecco un estratto da un trattato medico dell’epoca:


Migliorare la nutrizione del corpo con l’uso continuato del latte, del pan bianco, brodo di carne e carne arrostita – Quindi l’ uso dell’olio di fegato di merluzzo internamente , o l’uso di olio di balena o grasso esternamente. – Le zuppe di farina di lenticchie e fagiuoli , sono pure vantaggiose per la legumina, sostanza azotata che essa continene. Meno utili tornano le gelatine.

Allontanare l’iperemia polmonare sul principio  colle pillole dello Sleim: polvere di digitale, radice di ipecacuana e oppio puro.
Sedare la violenza febbrile col chinino ad alte dosi – 50 cl per volta ripetutamente al giorno.
Contro i sudori notturni l’uso dell’elixir dell’ Haller, od il decotto  di salvia freddo, o l’acetato di piombo la sera.
Contro lo spurgo e la tosse  le inalazioni di terebintina  e finalmente i narcotici, di cui non bisogna abusare. Si cominci coll’uso di estratto di lactuca virosa  da 3 a 5 cg in pozione dolce. Quindi si ricorra agli oppiacei. Si badi alle complicazioni pleuritiche  e vi si opponga pronta cura  antiflogistica coll’applicazione del sanguisugio, del freddo,  e finalmente cogli emuntorii, e specialmente si usi il poco reputato mezzo del setone, che torna benissimo a minorare l’espettorazione  ed a por freno alle forme galoppanti della tubercolosi.

Così scriveva il “Formulario terapeutico ragionato” del dottor  Berruti Giuseppe nel 1874.
Ricapitolando, la tubercolosi veniva curata tramite una maratona ingrassante  a base di carne e latte, applicazioni cutanee di grasso di balena, acetato di piombo, chinino a tutto spiano, pasticchette all’oppio e l’immancabile salasso.
Potrete obiettare che, nel 1874 le teorie del Sig Louis Pasteur non erano conosciute e quindi tutto ciò era scusabile.
 Leggete quello che consigliava il “Morgagni” nel 1900 e cambierete idea.

I provvedimenti profilattici consistono nei seguenti precetti terapeutici, dietetici ed igienici.
Anche quando vi è un raddensamento degli apici polmonari, si prescrive ampiamente l’uso dei marziali, di cui fornisce indicazione sufficiente l’anemia.
Quando l’appetito è buono, si fa prendere solfato di ferro in forma pillolare: solfato di ferro, polvere di radice di liquirizia, estratto di liquirizia e licopodio. Due pillole 2 o 3 volte la giornata.
In caso di discreto appetito invece delle pillole si deve prescrivere soltanto la tintura eterea di acetato di ferro  (10 – 15 gocce in acqua due volte al giorno).
Speciale importanza viene ascritta all’alimentazione, il più che possibile buona.
Latte e cacao devono sempre essere somministrati oltre i cibi ordinari.
Una forma molto opportuna per l’uso delle uova è la seguente: un tuorlo viene fortemente battuto  e poi vi si aggiunge un bicchiere di vino di Porto, o di Madera, o di Ungheria, o una quantità corrispondente di mistura corroborante: alcool 90%, estratto di arance, acqua distillata.
Alle condizioni igieniche devesi rivolgere attenzione massima.
Si richiede strettamente un’abitazione  sana e soleggiata.
Dimorare molto all’aperto in condizioni di tempo favorevoli; nell’estate, possibilmente, dimora in una regione boschiva.
Si deve prescrivere esattamente la durata delle passeggiate che non ha da oltrepassare  ½ ad 1 ora, ma ripetersi tre volte al giorno.
In generale non sono da permettere le ascensioni sulle montagne ed è noto quale dannosa influenza abbiano perfino sull’alimentazione degli anemici le passeggiate sforzate e che durino a lungo.
Debbono in generale, evitarsi le occupazioni che implichino sforzi, ginnastica, cavalcate, gite sul velocipede, balli, andare a caccia, ecc.
Devesi rigorosamente consigliare di fuggire l’azione dell’umido ed il raffreddamento dei piedi nell’inverno. È da rivolgere speciale attenzione nella scelta dell’occupazione. Spesso si raccomanda l’agricoltura ma non è giusto. La dimora in campagna senza attività viene erroneamente presa a modello e non si tiene conto delle intemperie.
Il peggiore nemico della salute per le persone di cui si tratta, è rappresentato dei piaceri sociali nel senso più ampio della parola, ma anche qui riesce spesso inutile qualunque avvertimento. […]
Quando si tratta di una distruzione incipiente del tessuto polmonare, devesi curare diligentemente la tosse complicante, eventualmente l’emottisi, talvolta i sudori notturni molto intensi esistenti già in questo stadio.
Per combattere la tosse si danno gli oppiacei in forma di polvere di Dower. In caso di emottisi è anzitutto richiesto il riposo a letto.
Aufrecht non è soddisfatto dell’ergotina per uso interno sottocutaneo, preferendo l’acetato di piombo.
In caso di tosse simultanea, morfina per uso interno od ipodermico in dose bastevole.
La vescica di ghiaccio è stata da lungo tempo smessa dall’Aufrecht, che preferisce un’iniezione ipodermica di morfina, anche quando coesistono dolori.
Sono superflui anche i pezzettini di ghiaccio e le bibite ghiacce.
L’alimentazione, che a principio viene opportunamente prescritta è in forma liquida. È da prendere fresca o tiepida. In caso di sudori notturni nello stadio iniziale della malattia, l’atropina costituisce un mezzo infallibile; basta quasi sempre 1 mg dato la sera in forma pillolare.

Per chi non ha voglia di leggere riassumo brevemente. Se contraevate la tubercolosi nel 1900, dovevate prepararvi ad una cura a base di zabaione e Nesquik, passeggiate di ½ ora alternate a zappaggio della terra, oppiacei, acetato di piombo e stare alla larga dalle dannose gite in velocipede. La borsa del ghiaccio, l’unica alleata contro la febbre alta era già stata considerata demodè.
Francamente non so dirvi quale delle due cure fosse la migliore.

Le vaccinazioni di massa contro la tubercolosi iniziarono nel secondo dopoguerra. Il bacillo con cui fu creato il vaccino è il Bacillo di Calmette Guerin, un ceppo di Mycobacter bovis, (parente del Mycobacter tubercolosis), la cui virulenza fu attenuata attraverso 230 passaggi su terreno di coltura costituito da bile, glicerina e patata, per un periodo di 13 anni, dal 1908 al 1921.
Ancora oggi il bacillo di Calmette Guerin rimane l’unico mezzo di controllo dell’infezione, anche se la copertura contro la tubercolosi è limitata e necessita di continui richiami. Nonostante la TBC sia scomparsa in Europa e in America del Nord, non accenna e regredire, tanto che in molti stati rimane ancora endemica ed il pericolo di un’epidemia rimane sempre in agguato. Al momento è in studio un nuovo vaccino più efficace.

Tutto questo discorso è causato dal ritrovamento di tre chiudi – lettera degli anni 60, che venivano venduti per finanziare la campagna antitubercolare in Italia.


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