La farmacia d'epoca
Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone
BENVENUTI SU LA FARMACIA D' EPOCA!
La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, se conoscete delle curiosità, degli aneddoti, o anche solo qualche notizia in più, contattatemi, provvederò a modificare i post, per renderli ancora più ricchi!
Nessuna di queste scatole è in vendita, nel caso in cui troviate delle foto dei miei oggetti su siti tipo ebay, sono annunci FALSI: segnalatemeli prontamente, in modo da evitare l'ennesima truffa online.
Se avete necessità della mia esperienza come collezionista, mandatemi un messaggio e-mail a lafarmaciadepoca@libero.it vi risponderò il prima possibile, fornendovi le informazioni che ho a disposizione.
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Fino a poco tempo fa il servizio è stato gratuito per tutti, fornendo foto senza watermarks ed a maggiore risoluzione, con testi più professionali rispetto a quelli pubblicati, ma la poca correttezza di alcuni personaggi nei miei confronti ha fatto terminare questa politica.
Grazie per la visita
Dott.ssa Giulia Bovone
I FARMACI NELLA LETTERATURA
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« E pastiglia Sia ! | Laxina » |
Oggi ho il piacere di fare un po’ di chiarezza riguardo alla storia delle Industrie Farmaceutiche Paneraj.
Infatti, tempo fa, sono stata contattata dal Sig. Maggio, nipote di Carlo Paneraj, che con il prezioso aiuto di sua madre, mi ha aiutato a fare chiarezza sulla storia di questa importante casa farmaceutica italiana.
Il fondatore dell’Industria Farmaceutica Carlo Paneraj, come forse vi avevo accennato, morì senza figli, così tutte le sue proprietà passarono in eredità al fratello Guido.
Guido aveva tre figli, di cui uno si chiamava anch’egli Carlo, il nonno del Sig. Maggio, che si occupò della gestione dell’azienda dello zio.
I Laboratori Farmaceutici Paneraj, infatti non erano limitati all’Italia, ma esistevano anche degli stabilimenti in Sud America, precisamente in Brasile.
Ciò spiega perché ancora oggi, è possibile rinvenire in Brasile delle scatole e dei gadget pubblicitari delle Pastiglie Paneraj.
Sinceramente io credevo che i bombardamenti della Seconda guerra mondiale avessero distrutto gli stabilimenti principali di Livorno, causando la sparizione di questo marchio dal panorama industriale italiano, invece non fu così.
Negli anni 50 morì in un incidente aereo Carlo Paneraj junior, e dal momento che nessuno all’interno della famiglia era in grado di gestire l’azienda, essa fu venduta.
Ad oggi, dell’ eredità, rimane ancora la villa Paneraj di proprietà di alcuni parenti del Sig. Maggio, sita nella zona di Montenero a Livorno.
La villa, è stata divisa in più appartamenti, di cui uno è abitato da Pier Claudio Paneraj, ex docente di scultura e ceramica all’Università di Rosignano Solvay. Ringrazio la Sig.ra Consani per la precisazione.
Solvay, questa parola mi ricorda qualcosa: l’industria chimica Solvay – Solexis, che qui nell’alessandrino sta facendo un bel po’ di danni alle falde acquifere con il suo cromo esavalente. Vuoi vedere che ha fatto dei danni anche in Toscana? Ebbene sì, ne combina anche lì, dal momento che scarica direttamente in mare.
Della Solvay ne parlerò magari con un post a parte per insegnarvi una grande realtà biologica, però, in questo caso mi fa sorgere un dubbio: dal momento che un discendente di Paneraj lavora all’Università di Rosignano Solvay, gli stabilimenti Paneraj, saranno mica stati venduti al colosso farmaceutico? Indagherò anche su questo aspetto, non temete, chissà che non salti fuori qualcosa di buono.
Ringrazio di cuore la Sig.ra Consani, il Sig. Maggio e sua madre per le informazioni che mi hanno fornito: infatti era decisamente difficile riuscire a risalire al perché un’azienda così grande fosse improvvisamente scomparsa nel nulla, senza l’aiuto di chi ha vissuto questo pezzo di storia italiana.
Grazie per aver letto questo post. Il caso ora è chiuso, ma nulla vieta di ampliare con le vostre conoscenze quanto scritto, qualunque informazione, anche se piccola non merita di finire nell’oblio.
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