La farmacia d'epoca
Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone
BENVENUTI SU LA FARMACIA D' EPOCA!
La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, se conoscete delle curiosità, degli aneddoti, o anche solo qualche notizia in più, contattatemi, provvederò a modificare i post, per renderli ancora più ricchi!
Nessuna di queste scatole è in vendita, nel caso in cui troviate delle foto dei miei oggetti su siti tipo ebay, sono annunci FALSI: segnalatemeli prontamente, in modo da evitare l'ennesima truffa online.
Se avete necessità della mia esperienza come collezionista, mandatemi un messaggio e-mail a lafarmaciadepoca@libero.it vi risponderò il prima possibile, fornendovi le informazioni che ho a disposizione.
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Fino a poco tempo fa il servizio è stato gratuito per tutti, fornendo foto senza watermarks ed a maggiore risoluzione, con testi più professionali rispetto a quelli pubblicati, ma la poca correttezza di alcuni personaggi nei miei confronti ha fatto terminare questa politica.
Grazie per la visita
Dott.ssa Giulia Bovone
I FARMACI NELLA LETTERATURA
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Prima di iniziare il post di oggi, vorrei sconsigliare la lettura a tutti i chimici deboli di cuore. E’ roba forte questa, che solo un cuore allenato può riuscire a sopportare.
Il mio corso universitario molte volte mi porta in contatto con il mondo dell’alimentazione e soprattutto delle pratiche igieniche che permettono la conservazione e la salubrità del cibo e dell’acqua.
Sicuramente avrete sentito parlare anche voi delle caraffe filtranti, ovvero quei dispositivi che filtrano l’acqua del rubinetto per migliorarne le qualità (per esempio riducendone il sapore di cloro), e di tutte le controverse opinioni di cui sono oggetto.
Faranno bene? Faranno male? Faranno niente? Anch’io mi sono mossa per fare un po’ di chiarezza in quest’ambito, e mentre svolgevo le mie ricerche sono incappata in un’affermazione che ha dell’ incredibile.
Stavo leggendo un articolo pubblicato il 20/12/2011 da La Stampa, che parlava degli esiti di una perizia condotta sulle caraffe filtranti, e mi ha colpito moltissimo un’affermazione:
“Secondo una perizia disposta dalla procura del capoluogo subalpino,(le caraffe filtranti) non sono sicure, in particolare per diabetici, ipertesi, cardiopatici e nefropatici perché trasformano calcio e magnesio in sodio e potassio”
Ma chi le produce queste caraffe, Harry Potter? La trasformazione di un atomo in un altro è impossibile: non ci riesce nemmeno il CERN di Ginevra, figuriamoci un filtro ai carboni attivi!
Sarà stato sicuramente uno sbaglio dettato dalla fretta, o magari la classica correzione da controllo automatico di Word, ma poche righe sotto, ecco la conferma del mio maggior timore:
“Ciò che emerge è che queste brocche trasformano calcio e magnesio in sodio e potassio, soprattutto nei primi litri di acqua erogata dopo l'installazione del nuovo filtro”.
Sinceramente non pensavo che la sindrome da “svarione scientifico” avesse colpito così duramente: possibile che in tutta la redazione, nessuno si sia preso la briga di controllare quanto scritto prima della pubblicazione?
Di per sé, l’aver affermato che le caraffe filtranti trasformano calcio e magnesio in sodio e potassio , non è un errore grave, è gravissimo!
La trasmutazione di un elemento chimico in uno completamente differente è impossibile e crea solo confusione, generando un’ondata di disinformazione che non ha pari: sono circa una ventina i blog e i siti internet che hanno citato l’articolo, e non ho idea del numero di Italiani che si è convinto dell’ esistenza della trasmutazione chimica.
Molto probabilmente, ciò che voleva dire l’articolo era questo: i filtri delle caraffe filtranti bloccano magnesio e calcio rilasciando sodio e potassio, ma il verbo “trasformare” proprio non “regge”, e non credo che sia dettato dalla necessità di semplificazione delle informazioni per rendere il tutto più intellegibile all’Italiano medio. Infatti, a me sembra che chi ha scritto l’articolo creda fermamente nell’esistenza degli alchimisti, o che non avesse la più pallida idea di cosa stesse scrivendo.
Gli unici due pericoli collegati all’utilizzo delle caraffe filtranti sono la proliferazione batterica ed il rilascio di sali d’argento nell’acqua, problematiche legate alla natura del filtro.
Se questo non viene sostituito con regolarità, le membrane possono danneggiarsi o lacerarsi, in questo modo, il filtro può funzionare come un incubatore per i simpatici microrganismi, e allo stesso tempo contaminare l’acqua con le sostanze antibatteriche, che hanno esaurito la loro efficacia.
L’addizione di potassio e sodio, infine, non è casuale: nel processo della potabilizzazione, esiste una fase, chiamata di “addolcimento”, in cui viene ridotta la durezza dell’acqua, che guarda a caso consiste nel passaggio del liquido in colonne con resine a scambio ionico che trattengono magnesio e calcio rilasciando sodio e potassio.
Queste povere caraffe tacciate di stregoneria non fanno nulla di illegale: semplicemente addolciscono l’acqua.
E’ anche ovvio il fatto che chi soffre di problemi renali non può bere l’acqua del rubinetto o l’acqua addolcita con dei miscelatori, infatti è dovere del medico curante informarli sulla dieta da seguire e soprattutto quali sono i parametri dell’acqua che possono bere.
Come al solito il mio post non vuole aver tono polemico, io non ho nessun interesse a danneggiare il giornalismo italiano, è solo un invito a riflettere: pensate se questa castroneria fosse finita sotto gli occhi di qualcuno che avesse voluto screditare la testata giornalistica.
La divulgazione scientifica è una questione delicata: occorre sì semplificare i termini, ma non bisogna banalizzare e soprattutto avere sempre un’idea di ciò che si sta scrivendo, altrimenti si rischia di fare una pessima figura creando delle informazioni fasulle, di cui non c’ è bisogno.
Grazie per aver letto il post e Buon 2012 a tutti!
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