La farmacia d'epoca
Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone
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La Farmacia d'Epoca è un blog dedicato al collezionismo di vecchie scatole di latta di medicinali. Dal momento che le informazioni su questi oggetti sono piuttosto rare, se conoscete delle curiosità, degli aneddoti, o anche solo qualche notizia in più, contattatemi, provvederò a modificare i post, per renderli ancora più ricchi!
Nessuna di queste scatole è in vendita, nel caso in cui troviate delle foto dei miei oggetti su siti tipo ebay, sono annunci FALSI: segnalatemeli prontamente, in modo da evitare l'ennesima truffa online.
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Fino a poco tempo fa il servizio è stato gratuito per tutti, fornendo foto senza watermarks ed a maggiore risoluzione, con testi più professionali rispetto a quelli pubblicati, ma la poca correttezza di alcuni personaggi nei miei confronti ha fatto terminare questa politica.
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Dott.ssa Giulia Bovone
I FARMACI NELLA LETTERATURA
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Il caolino è impiegato in moltissime procedure industriali, che spaziano dalla produzione della carta fino alle porcellane, ma pochi conoscono il suo impiego nell’industria farmaceutica.
Questo derivato dell’argilla bianca, infatti viene impiegato quotidianamente come diluente per polveri. Quando la ricetta di un farmaco prevede quantità così piccole di principio attivo da rendere impossibile la produzione di una pastiglia, ecco che questo deve essere “diluito” in un composto neutro, che non causi interazioni o effetti collaterali, come l’eccipiente E559, ovvero il caolino.
Per noi contemporanei, il silicato di alluminio è solo un additivo alimentare, ma nei primi anni del Novecento, il sale in questione era considerato qualcosa di molto di più, cioè un farmaco esso stesso.
Negli anni Venti del secolo scorso comparve sul mercato il Caolinase, prodotto dalla Giulio Manzoni & C di Milano, un preparato galenico per il trattamento di gastriti, coliti e sindromi ulcerose, che vedeva come unico ingrediente il caolino, ovviamente lavato, purificato e sterilizzato.
Anche se al giorno d’oggi non ci sogneremmo mai di impreziosire gastronomicamente un farmaco aggiungendo aromi ed estratti, con il Caolinase tutto ciò era possibile, se non d’obbligo, in quanto il caolino non è poi quella gran delizia!
La stessa scatola, infatti, ci informa che: “Abbiamo creduto inutile di aromatizzare e di dolcificare il Caolinase; il malato potrà però zuccherare leggermente ed aromatizzare l’acqua necessaria per l’ingestione con due gocce di menta o di anice o con un cucchiaino di acqua d’arancio”, sicuramente un punto a favore rispetto ad alcuni aromi moderni, come il terrificante gusto di banana chimico.
Ecco la foto delle due versioni del Caolinase: formulazione normale (arancione) oppure con belladonna (verde) per un trattamento d’urto.
Risalgono entrambi agli anni Venti. La prima era una versione commerciale e misura 12 cm x 7,3 cm x 4,3 cm, mentre la seconda era un campione gratuito per i medici e ha dimensioni di 7 cm x 4,6 cm x 2,8 cm.
Metodo di assunzione e posologia rimanevano invariati per entrambi i prodotti: una bustina al mattino a digiuno e una prima dei due pasti principali.
Grazie per aver letto il post!
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