Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Giugno 2012

Plasmon di ieri vs Plasmon di oggi

Post n°239 pubblicato il 28 Giugno 2012 da lafarmaciadepoca
 

I biscotti al Plasmon sono da sempre la gioia dei bambini di oggi e di ieri, tranne della sottoscritta che non ne ha mai voluto sentir parlare. Sì, a me i Plasmon non piacevano e ancora oggi nutro odio nei confronti della razza dei biscotti. Maledetti piccoli dolcetti che si vanno a sbriciolare nel latte!

Ma questo non è un post sul mio disprezzo nei confronti dei prodotti dolciari da forno e sicuramente anche voi vi sarete chiesti cosa diavolo hanno a che fare i biscotti della prima infanzia con la Farmacia d’Epoca.

In realtà, pochi sanno che questi biscotti nacquero nei primi anni del Novecento come integratori calorici per convalescenti e dispeptici e solo successivamente diventarono un prodotto per l’infanzia.

Ma i biscotti al Plasmon, saranno rimasti gli stessi dall’alba dei tempi? Vediamo di comparare le percentuali degli ingredienti principali:

Plasmon anni 50: umidità a 100° 2,84%, ceneri 1,36% (ossia materiale inorganico come i minerali), sostanza grassa del latte 6,66%, sostanze proteiche (animali e vegetali) 12, 04%, maltodestrine 3,40%, saccarosio 22,25%, lattosio 3,10 %, altri carboidrati 48,35 %, fosforo mg 370, calcio mg 224.

Plasmon moderno: proteine 9,5%, carboidrati 73,1%, grassi 8%, fibre alimentari 3,6%, minerali 2,2 % di cui calcio 350 mg e vitamine assortite.

Come potete notare i biscotti degli anni Cinquanta erano più calorici di quattro punti percentuale rispetto a quelli moderni, ma erano più proteici e meno grassi. Quelli moderni invece, curano molto di più il contenuto di vitamine e minerali, infatti il contenuto di calcio è aumentato, mentre è stato ridimensionato il ruolo del fosforo, che non compare tra gli ingredienti moderni.

Questo perché i biscotti degli anni Cinquanta erano stati sviluppati quando si pensava che il fosforo facesse diventare i bambini “intelligenti”. Sicuramente è molto importante per lo sviluppo del bambino, ma recenti studi ne hanno ridimensionato l’azione benefica.

Ecco la foto della scatola:


Misura 18 cm x 32 cm x 6,5 e risale a metà anni Cinquanta. Si tratta di una scatola comunissima, trovabile in qualunque mercatino dell’antiquariato ed è acquistabile per pochi soldi. Quella nella foto è stata pagata la folle cifra di 2 euro.

Mentre cercavo qua e là informazioni sulla mia scatola sono rimasta intrappolata in un forum di mamme ultrasalutiste che si scagliavano con rabbia contro i biscotti industriali, ritenendoli pieni di coloranti, conservanti e porcherie varie. Ho letto le loro prese di posizione e mi sento di fare una considerazione.

Care mamme ultrasalutiste, riconosco che teniate molto alla salute dei vostri amorucci e non volete che si riempiano di zucchero non etico o equosolidale, ma questo atteggiamento non vi porterà da nessuna parte, provare per credere. Infatti, appena il pupo entrerà in contatto con il magico mondo delle merendine alle scuole dell’infanzia, sicuramente inizierà a strafogarsi in maniera smisurata perché saprà che a casa non riuscirà a trovare le prelibate cibarie, con il risultato di assumere un quantitativo maggiore di calorie ed ingrassare.

Il giusto rapporto con il cibo si impara da piccoli e non sarà vietando i dolci  che il bambino crescerà sano ed atletico.
E’ bene che i bambini mangino un po’ di tutto, esattamente come gli adulti, non è nascondendo l’esistenza del cioccolato al pupo che ne farete un adulto sano, bisogna insegnare ai bambini a regolarsi e ad avere un rapporto pacifico con il cibo. “Edamus ut vivemus, ne vivemus ut edamus” dicevano i romani, quelli antichi però, perché quelli moderni direbbero “ Magnamo per vivere, non viviamo per magnare”.

Così mi accingo alla conclusione di questo chilometrico post con un appello rivolto al piccolo Niccolò che parte direttamente dal mio cuore.

Carissimo, non so se nella tua vita ti ritroverai mai su questo  blog, ma sinceramente mi auguro che tu un giorno, quando sarai più grande, passerai di qui e leggerai questo messaggio.
Il mio vuole essere un invito alla speranza in questo periodo buio della tua esistenza. Tutto passa: sia le cose buone, sia quelle cattive, basta solo saper aspettare. So che ora la realtà ti sembrerà un incubo, ma devi combattere fino alla fine. Vedrai che un giorno, quei biscotti senza burro e senza zucchero, (solo uova, latte e farina: povero bimbo!) che ti propina la tua mamma saranno solo un ricordo!

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Intermezzo: i giornali del passato

Post n°238 pubblicato il 21 Giugno 2012 da lafarmaciadepoca
 

Come sapete la Farmacia d’Epoca non è solo un blog scientifico, e a volte divaga su altri argomenti più leggeri: oggi è uno di questi casi.

Ultimamente mi capita di visionare dei vecchi giornali per datare o ricostruire la storia di alcuni farmaci.
Purtroppo, non mi limito solo a quello, mentre li sfoglio, immancabilmente leggo i titoli delle notizie e rubriche, e a volte mi meraviglio di quanto non siano cambiati i giornali nel giro di un secolo.

Infatti, se noi ci lamentiamo del sensazionalismo giornalistico moderno, dovreste aprire una Domenica del Corriere dei primi del Novecento e leggere dell’invenzione degli occhiali per maschera a gas, oppure del nuovo ritrovato per far rendere meglio l’allevamento di galline o gli ultimi pettegolezzi sui reali inglesi. Siamo nel 2012 e non è cambiato un tubo in fatto di giornalismo, o meglio qualcosa è cambiato radicalmente e non so se ve ne siete accorti: la pagina umoristica.

Mentre al giorno d’oggi la pagina umoristica si riduce a una vignetta di satira sparsa qua e là per il giornale, nei primi anni del Novecento essa era costituita perlopiù dalle segnalazioni dirette dei lettori, le famose “cartoline”, in cui si raccontavano dei fatti divertenti veramente accaduti.

Ovvio, se rapportate allo humour moderno, queste “storielle” non vi faranno molto ridere, ma vi assicuro che all’epoca si sbellicavano dalle risate (negli anni Trenta ci si divertiva con poco!).

Inoltre, se avete in casa delle Settimana Enigmistica degli anni Cinquanta, vi invito a guardare le vignette umoristiche, troverete molte affinità con queste storie “divertenti” pubblicate nei giornali dei primi anni del Novecento.

Ve ne lascio qualche esempio pubblicato su una Domenica del Corriere degli anni Trenta:








Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Le Pillole Foster

Post n°237 pubblicato il 13 Giugno 2012 da lafarmaciadepoca
 

Buongiorno, solo per voi una pietra miliare della farmacia: le Pillole Foster.

Questo preparato galenico era impiegato nelle affezioni dei reni e della vescica, come infiammazioni, renella, urina bruciante, ritenzione ed incontinenza.

Le pillole avevano una composizione molto particolare: vediamola insieme!

- Nitrato di potassio: questa molecola, che abbiamo già visto in passato  viene largamente impiegata nei farmaci per favorire l’abbassamento della pressione sanguigna. Non è assolutamente vero che la sua assunzione causi l’impotenza o sia addirittura afrodisiaco.

- Olio di trementina: conosciuta anche come acquaragia, viene utilizzata per diluire le vernici e pulire i pennelli. E’ irritante e sicuramente non va assunta nemmeno per sbaglio. Le Pillole Foster contenevano una piccola quantità di  trementina, non uccidevano, però potevano dare  luogo a bruciori ed irritazioni se prese continuamente.

- Olio di ginepro: nonostante la medicina tradizionale indichi l’olio di ginepro come la “panacea” che cura tutti i mali, in realtà è più tossico che altro.

- Magnesio carbonato: ampiamente utilizzato  negli sport come antitraspirante (soprattutto nell’arrampicata dove non è mai bene avere le mani sudaticce) è utilizzato in farmacia come antiacido e agente regolatore.

- Amido e talco, su cui penso non ci sia nulla da dire.

Ecco la foto del tubo:


Misura 6 cm di altezza x 2 cm di diametro e risale agli anni Cinquanta.

Per gli adulti si raccomandava l’assunzione  2 o 3 pillole quattro volte al giorno, dopo i pasti e prima di andare a letto, per i bambini da mezza ad una pillola quattro volte al giorno.

Il concessionario per l’Italia delle Pillole Foster era la Giovanni Ogna e Figli s.p.a. di Milano, attiva ancora oggi nel settore farmaceutico.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Fase 1 del Piano Diabolico completata: La Farmacia d'Epoca ora ha una pagina Facebook!

Post n°236 pubblicato il 11 Giugno 2012 da lafarmaciadepoca
 

Oggi finalmente la Farmacia d’Epoca allarga i suoi orizzonti e si tuffa sui social network con la sua pagina ufficiale di Facebook.

Perché questa scelta? Più che altro per motivi pratici.

Dopo un anno e mezzo sento la necessità di pubblicizzare la mia creazione anche su altre piattaforme, in modo tale da aumentare il traffico sul blog per la seconda parte del Diabolico Piano (no, non ho intenzione di conquistare il Mondo a furia di cucchiaiate di Nevrovitamina 4: farò ben peggio!).

Molto spesso su Libero ci sono utenti che mi chiedono l’amicizia, ma non sono interessati alle segnalazioni dei miei articoli, perché sono lettori saltuari e necessitano solo di un link diretto al blog: spero che il profilo Facebook li aiuti, destinando la lista amici di Libero a coloro che vogliono avere la casella email intasata dalle segnalazioni dei nuovi post.

Durante quest’anno e mezzo di attività il blog ha iniziato ad emergere sia sul piano informatico, sia sul piano reale: spesso mi capita di collaborare con le Facoltà di Farmacia d’Italia, i musei e scrivere articoli per giornali, il profilo Facebook sarà dedicato alla sponsorizzazione di queste attività.

Ciò non significa un cambiamento di qualche genere per il blog: tutto rimarrà come prima, ho soltanto aggiunto una bacheca annunci dedicata.

Colgo anche l’occasione per ringraziarvi delle oltre 30.000 visite al blog e spero continuerete a seguirmi ancora.

Grazie per aver letto il post! Ecco il link alla pagina di Facebook, che potrete trovare anche nella sezione “ I miei link preferiti”.

http://www.facebook.com/pages/La-Farmacia-dEpoca/198665416922013

 
 
 

Le Tavolette alla Cannella Langdale

Post n°235 pubblicato il 06 Giugno 2012 da lafarmaciadepoca
 

Buongiorno a tutti, mi scuso per l’assenza di questi giorni, ma purtroppo tra gli impegni universitari e l’ultimazione del “progetto segreto” non mi è rimasto molto tempo.

Oggi per omaggiare il popolo inglese, vi voglio presentare le Tavolette alla Cannella (Cinnamon Tablet).
Spero che i professori d’inglese perdoneranno la mia traduzione libera: il significato esatto è “tavoletta alla cannella”, che però sembrava quella del wc.

Questo preparato galenico era prodotto dalla Langdale, uno dei laboratori farmaceutici più vecchi del Regno Unito.

Infatti la Langdale fu fondata a Londra nel 1745 da Edward Langdale. La sua gestione, soprattutto agli inizi, non fu cosa semplice: infatti fu distrutta dopo trent’anni di attività durante i Tumulti di Lord Gordon (no, non è parente di Gordon Ramsay il cuoco, anche a me era venuto il sospetto, dato il carattere estremamente affabile di quest’ultimo).
Nonostante ciò Edward non si diede per vinto, e ricostruì la sua attività nella zona di Hatton Garden, sempre a Londra.

I prodotti contro l’influenza e le malattie da raffreddamento a base di cannella diventarono molto popolari verso la fine dell’Ottocento e fecero la fortuna degli eredi di Edward Langdale: l’estratto di cannella concentrata era uno dei farmaci più venduti (insieme alle Beecham’s pills) all’epoca della Regina Vittoria.

In natura, la cannella contiene aldeide cinnamica, canfora ed eugenolo, che conferiscono al concentrato un’azione antibatterica.
Ricordo però che la cannella è anche una spezia parecchio aggressiva: nel caso vogliate curarvi il raffreddore “Victorian style” affidatevi a preparati in commercio o al consiglio di un erborista: la cannella, può essere molto tossica se sovradosata!

Ecco la foto della scatola:


Misura 8 cm x 6,5 x 1,5 cm e risale ai primi del Novecento. La posologia consigliava di assumere una tavoletta due o tre volte al giorno.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

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