Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Ottobre 2012

Le Pasticche Santa Rosa

Post n°259 pubblicato il 26 Ottobre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Dal momento che la stagione fredda sta incalzando, anche oggi vi propongo la scatola di un preparato per le malattie respiratorie: le Pasticche Santa Rosa.

La patrona dei fiorai, infatti, non scherzava quando si trattava di combattere tossi, catarri, bronchiti, raffreddori e postumi d’influenza, e per compiere il miracolo della guarigione si affidava a sostante efficacissime.


- Potassio solfoguaiacolato
: espettorante utilizzato ancora oggi in una gran quantità di prodotti per la tosse.
- Idrato di terpina
:  espettorante ed umettante derivato dalla trementina, che come la progenitrice conserva una certa tossicità.
- Oppio
: sì, le Pasticche Santa Rosa contenevano oppio. Oggi noi consideriamo questa molecola come una droga, ma in passato era uno dei sedativi più diffusi, conosciuto già al tempo dei Sumeri.
Il suo effetto sul corpo umano è dirompente, e già nell’Ottocento diversi chimici tentarono di trovare un rimpiazzo efficace. Uno di questi fu Felix Hoffmann, che circa undici giorni dopo aver sintetizzato l’aspirina, decise che era il momento di acetilare anche i derivati dell’oppio, sintetizzando l’eroina. Ma questa è un’altra storia.
- Ipecacuana
: la radice fornisce un succo che ha proprietà espettoranti ed emetiche.
- Aconito
:  estratto tossicissimo proveniente dalla pianta omonima, oltre ad avere proprietà antinevralgiche e sedative può causare senso di angoscia, indebolimento cardiaco, disturbi della vista e costrizione della gola. Ah, dimenticavo: bastano 6 mg per causare la morte di un uomo adulto.
- Estratto di pino
per il sapore

Ecco la foto della scatola:


Pasticche Santa Rosa

Misura 8 cm x 4 cm x 1 cm e risale agli anni Cinquanta / Sessanta del secolo scorso.

Le Pasticche Santa Rosa erano prodotte dallo Stabilimento Farmacoterapico del Dott. Capri a Verona.

La posologia raccomandava 3 – 6 pasticche per gli adulti e 2 - 4 per i bambini, da prenderere preferibilmente lontano dai pasti.

Grazie per aver letto il post!


 
 
 

Benagol

Post n°258 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Oggi abbiamo con noi un farmaco che esiste ancora oggi, di cui sicuramente ne avrete una scatola anche voi: è il famosissimo Benagol.

Questo farmaco, quarant’anni fa non era molto differente da quello attuale, infatti gli ingredienti sono gli stessi, così come i dosaggi. L’unica differenza è sita nel fatto che il brevetto non è più detenuto dalla Boots Formenti, ma dalla Reckitt Benckiser Healthcare.

Il Benagol è formato da due componenti: 2, 4 – diclorobenzil alcool ( antibatterico e blando antisettico, che non irrita le mucose) e amil – meta – cresolo ( altro antibatterico appartenente alla famiglia dei fenoli).
Le pastiglie erano poi “insaporite” da eccipienti vari. All’epoca la gamma di gusti era particolarmente ristretta, oggi il Benagol è presente sul mercato in mille varianti (tipo gusto risotto ai funghi o gusto ribollita toscana) per venire in contro ad un più vasto pubblico.

Ecco la foto della scatola:


Misura 8,5 cm x 6,5 cm x 2 cm e risale agli anni Settanta.
La posologia raccomandava di far sciogliere lentamente in bocca una pastiglia ogni due o tre ore.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Gli usi (e le bufale!) del bicarbonato di sodio

Post n°257 pubblicato il 19 Ottobre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Quella di oggi è una scatola di cartone che conteneva del bicarbonato di sodio, della Farmacia del Dott. Beltritti a Cuneo.

Come sicuramente saprete, il bicarbonato di sodio è uno di quei composti che non deve mancare mai: mille sono i suoi usi in ogni ambiente domestico, ed alcuni sono decisamente strani!

Infatti, il bicarbonato di sodio è un eccellente:

- Anti - acaro della polvere
- Shampoo
- Lenitivo contro le punture di insetti
- Detersivo per mobili
- Decongestionante in caso di raffreddore
- Doping “leggero”
- Deodorante per libri antichi
- Funghicida contro l’oidio delle rose
- Materia prima per la creazione del crack a partire dalla cocaina
-  Sbiancante per le piastrelle del bagno o della cucina

L' avere così tanti utilizzi, ha fatto sì che attorno a questa molecola crescesse anche una selva di leggende metropolitane che non ha pari. Per evitare di essere logorroica vi elencherò solo le principali:

- Il bicarbonato di sodio se mischiato alla Coca – Cola non è un contraccettivo
- Non è efficace nella cura del virus H1 –N1
- Non è efficace nella cura del cancro
- Non aiuta a bollire i fagioli
- Non aiuta ad abbronzarsi
- Non rende l’acqua apolare ( non annulla le parziali cariche positive e negative che si trovano sulla molecola d’acqua)
- Non è la base di tutte le “droghe da stupro” ( perché allora sarebbe illegale anche l’effervescente Brioschi)
- Se mescolato al Red Bull non favorisce il dimagrimento

Ecco la foto della scatola:


Misura 6 cm x 6 cm x 3,8 e risale agli anni Cinquanta.
Le scatole di bicarbonato di sodio sono molto facili da trovare sui banchi dei mercatini, in quanto esso è sempre stato il rimedio principe (facilmente reperibile ed economico) contro l’acidità di stomaco.
Non cadete quindi nella trappola di coloro che spacciano queste scatoline di cartone come rarissime o difficilissime da reperire: non hanno idea di quante ce ne siano ancora in giro.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

La Farina Lattea Nestlé

Post n°256 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Solitamente non mi occupo di prodotti per bambini, ma la scatola che ho intenzione di mostrarvi è parecchio curiosa.
Si tratta di una latta di Farina Lattea Nestlé, risalente al periodo della Seconda Guerra Mondiale.

L’industria Nestlé fu fondata nel 1866 da Henrì Nestlé, che non era né francese, né belga: le sue origini erano tedesche, infatti si chiamava Heinrich, trasformato in Henrì quando si trasferì in Svizzera, in seguito alla conclusione del suo apprendistato come farmacista.
Nonostante i suoi studi, per la prima parte della sua via non si occupò assolutamente di preparati galenici: la prima industria Nestlé commerciava in semi di colza, liquori (assenzio e rum), aceto, acqua in bottiglia e bevande.
Il motivo per cui Henrì sviluppò la ricetta per la farina lattea è da ricercarsi all’interno della sua famiglia.

Sposatosi nel 1860 con Anna Clémentine Thérèse Ehemant, figlia di un medico, ebbe 14 figli, di cui sette morirono in tenera età e gli altri sette appena dopo l’essere diventati adulti.  Emma Nestlé, la sua unica erede, fu adottata.

Tutto ciò fece sì che Henrì cercasse costantemente di trovare un alimento alternativo al latte materno, che aiutasse i bambini a crescere in buona salute. In questo modo li avrebbe resi più robusti e meno soggetti allo sviluppo di malattie.
La ricetta della Farina Lattea Nestlè era molto semplice, latte in polvere, farina e zucchero, ma nonostante ciò, cambiò realmente le condizioni di vita dei neonati.

Negli anni in cui Nestlé sviluppò la farina lattea, ben si era lontani dai concetti di pastorizzazione, di sterilizzazione degli alimenti, e lontanissimi dai concetti di igiene personale e di pulizia delle stalle.
Non ci vuole molto per capire che la possibilità di contrarre delle infezioni per un neonato era altissima, e la farina lattea, essendo un prodotto secco, difficilmente poteva essere intaccato dai batteri.
Bastava che l’acqua da aggiungere non fosse stata presa da una fontana contaminata dal colera ed il gioco era fatto!

Addirittura nei primi anni del Novecento, si preferiva la Farina Lattea all’allattamento materno ed in diversi opuscoli e libri di pediatria si consigliava di iniziare con questo preparato il prima possibile.

Ecco la foto del barattolo:


Misura 12,4 cm di altezza x 7,5 di diametro e come ho già detto prima risale al secondo periodo bellico.
Infatti, sul retro della confezione, stampato con inchiostro rosso, potete trovare scritto: “Questa confezione deve essere venduta in cambio di  ticket del pane di categoria E, J1 o V” ( da 500g ).
La scatola era destinata al mercato francese, ma esistono equivalenti anche per il mercato italiano.

Grazie per aver letto il post!

ps. Non riesco ancora a credere che La Farmacia d’Epoca esiste già da due anni! Un grazie di cuore a tutti i miei lettori!

 
 
 

T.J. Smith's Elastoplast

Post n°255 pubblicato il 12 Ottobre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Il prodotto di oggi è sicuramente conosciuto da molti: si tratta del cerotto Elastoplast.

Nonostante molti di noi, lo associno alla tedesca Beiersdorf, l’Elastoplast ha origini inglesi.
Fu messo sul mercato nel 1928 dalla Thomas James Smith & Nephew (T.J. Smith e Nipote), industria farmaceutica fondata nel 1856 a Kingston upon Hull.

Il brevetto per l’Elastoplast passò alla Beiersdorf nel 1992 che lo inglobò in Hansaplast, ecco perché in Italia questo prodotto non è più reperibile con il suo vecchio nome.
Continua a chiamarsi Elastoplast nei paesi di lingua anglosassone, dove addirittura questo marchio è sinonimo di cerotto.

I cerotti Elastoplast erano già medicati con bismuto subgallato (per le sue proprietà astringenti) ed ossido di zinco (utilizzato comunemente nelle creme antiarrossamento).

Ecco la foto della scatola:


Misura 9,8 cm x 7,7 cm x 1,5 cm e risale agli anni Quaranta del secolo scorso.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

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