Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Dicembre 2012

I prodotti del passato che (meno male!) non ce l'hanno fatta.

Post n°272 pubblicato il 24 Dicembre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Spesso e volentieri il successo commerciale di un qualsivoglia prodotto è legato alla pubblicità, e ciò è ampiamente dimostrato dalla montagna di spot televisivi, pagine di giornali, spezzoni radiofonici e pop – up a tradimento che ci vengono propinati ogni giorno.
 
Ma come al solito io non sono qui per parlare di questo: vi voglio offrire una raccolta di prodotti, direttamente dal primo Novecento, che nonostante la massiccia campagna pubblicitaria di cui sono stati oggetto, non sono mai riusciti a sfondare.
 
Dall’alba dei tempi noi donne ci spalmiamo roba sulla faccia. Sì non riusciamo a farne a meno, ci spiace ma è così. Creme, maschere di bellezza, impiastri vari, tutto per piacere, o meglio tutto nel vano tentativo di avere perlomeno un aspetto presentabile.
Eh sì, la cosmesi è sempre stata un business, e questo lo testimoniano gli innumerevoli annunci pubblicitari presenti sui giornali del primo Novecento. Ne è un esempio la Crema Verginale del Dott. Comotti.

 

Costui, che di creme se ne intendeva, sinceramente non era altrettanto fantasioso con i nomi delle sue creazioni, l’avesse chiamata anche solo “Crema Paperina” o “Crema Pirgopolinice” ai nostri giorni sarebbe un pilastro portante della toeletta di ogni donna.
 
Ma non è l’unico caso, anche una casa farmaceutica come la Manetti e Roberts di Firenze ha avuto qualche scivolone, è il caso di Prophylactic, lo spazzolino da denti.


Sì, negli anni Dieci del Novecento, fare uso di profilattico significava lavarsi i denti, anche se la presenza di uno spazzolino ad ostacolare l’entrata alla “prestigiosa location” poteva avere effetti anticoncezionali. Un po’ scomodo ma per avere qualcosa di differente occorrerà aspettare i “roaringTwenties”.
 
Anche prodotti come i moschicidi avevano il loro spazio pubblicitario. Uno dei migliori esempi è l’Entomoth, il moschicida razionale, non infiammabile e non velenoso (ma cos’è?).
 


Sì, con Entomoth la morte ha un gradevole odore di banana, e il tutto avviene in pochi secondi. Guardatevi le spalle la prossima volta che andrete dal fruttivendolo.
 
Comunque, credo che il primato per il miglior lavaggio mentale spetti al depilatorio Sulthine. A distanza di quasi cent’anni il solo leggerlo ti fa sentire decisamente a disagio.



Sì, donne, se non siete completamente depilate come una palla da bowling non riuscirete mai a ballare: non siete aerodinamiche. Dovete eliminare quelle “deformità” per sempre se volete trovare uno straccio di cavaliere che vi porti a ballare. Se dovessero mai fare una pubblicità del genere ai giorni nostri si mobiliterebbero perlomeno sette associazioni di categoria.
 
Signori, volete fare un bel regalo alla vostra donna, che sicuramente sarà avvilita e in piena crisi depressiva per aver letto l’annuncio precedente? Cosa c’è di meglio di una bella pelliccia, di quelle del Signor Marengo:

 

Sinceramente mi chiedo cosa voglia intendere “dispongo costantemente”. La regiami suggerisce che quest’uomo doveva avere il giardino pieno di talpe.
 
Bene, spero abbiate apprezzato il salto di qualità che hanno fatto queste scansioni, mi ci è voluto un po’ ma finalmente sono riuscita a settare lo scanner come volevo. Ci vorrà un po’ di più per caricare la pagina, ma una volta ogni tanto si può fare.
 
Ringrazio ancora i miei lettori per il supporto fornitomi tramite informazioni e foto, e mi auguro che continuerete a seguirmi.

Buon Natale a tutti!


 
 
 

Protovit 9

Post n°271 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Se state pensando anche solo lontanamente al fatto che questo possa essere un post contro il catastrofismo fine Mondo, state sbagliando.
Non ho tempo per rincorrere anche loro, ho già il mio bel daffare a contrastare anti – ogiemmisti, ultravegani, fruttariani, anti - vaccinisti, e tre persone all’Ikea che ho sentito confutare la fotosintesi clorofilliana (da brividi).
Mi spiace, ma non ho intenzione di sacrificare del mio prezioso tempo per loro: la prossima volta vedano di arrivare prima e con una teoria almeno plausibile. Grazie.

Così, dal momento che non sono polemica, vi voglio solo dare un consiglio: prima di andare in giro ad urlare che il Mondo sta finendo, andate a ca…, ehm, a comprare una bella scatola di integratori vitaminici.

L’integratore vitaminico per eccellenza degli anni Cinquanta / Sessanta era il Protovit 9, prodotto dalla Roche.

Infatti, come dice il nome, il Protovit conteneva ben 9 differenti vitamine: A (per gli occhi) , B1 (sintesi emoglobina), B2 ( importante per l’assunzione di altre vitamine), PP (pellagra preventing), B5 ( acido pantotenico, è presente dappertutto perciò integrarlo è decisamente inutile), B6 (sintesi di neurotrasmettitori) , C ( per il sistema immunitario), D ( per l’assunzione di calcio), ed E (antiossidante).
Se vi sembrano molte, non avete mai letto cosa contengono gli integratori moderni!

Eh sì, il mega iper ultra pastiglione plurivitaminizzato, specifico per lui, per lei e per l’altro, ha ancora ragione di esistere nel secondo millennio?

Sì e no. Gli integratori alimentari sono totalmente futili se si segue una dieta varia, che prevede il cibarsi di vari tipi di organismi biologici, sia animali, sia vegetali ( ricordarsi sempre che per una specie l’essere onnivori è un punto di forza, non di debolezza), ma sono necessari per chi decide di non seguire questa semplice linea guida.

Ecco la foto della scatola:


Misura 5,4 cm di diametro x 1,5 cm di altezza e risale agli anni Sessanta.
La posologia prevedeva 1 - 2 confetti e più per i bambini, mentre per gli adulti il minimo partiva da 3 – 4, per proseguire fino a quanto si voleva, e vitaminizzarsi sempre più, con solo 450 Lire.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

La terrificante Pasta Pectoral del Dottor Andreu

Post n°270 pubblicato il 11 Dicembre 2012 da lafarmaciadepoca
 

Vi ricordate il Dott. Andreu? Ma sì, quello delle Papeles Fumigatorios Azoados ( le carte fumigatorie azotate), contro tutti i problemi respiratori, considerabile uno dei “padri fondatori” della farmacia spagnola.

Bene, nonostante sia un po’ di tempo che non riesca ad andare a “caccia”, ho un aggiornamento per voi: sono riuscita a reperire la scatola delle pastiglie a base della Pasta Pettorale del Dottor Andreu.

Se per caso ve ne capitasse in mano una, abbiate la cura di aprirla per controllare che anche la litografia interna sia a posto: infatti, la posologia e gli ingredienti sono elencati all’interno della scatola.

Sinceramente ritengo che le pastiglie del Dott. Andreu siano uno dei preparati farmaceutici europei più “pesanti” della prima metà del Novecento. Non ci vuole una grande esperienza, basta leggere gli ingredienti per capire quanto fossero una “mazzata” per la tosse!

- Estratto di Lactuca: ha effetti ipnotici e sedativi, simili all’oppio.
- Estratto di Belladonna: l’atropina, uno degli alcaloidi contenuti nella pianta, agisce direttamente sul sistema nervoso centrale inibendo i recettori per l’acetilcolina, causando così un rallentamento del riflesso spinale che causa la tosse.
- Estratto di aconito: è un sedativo, con cui bisogna essere molto cauti. Infatti, bastano 6 mg di aconitina per provocare il decesso di un adulto.
- Estratto di stramonio: o “erba del diavolo” o “erba delle streghe”, chiamato così per le sue virtù narcotiche, sedative e allucinogene.
- Codeina fosfato: è un antidolorifico e analgesico, impiegato in farmacia ancora al giorno d’oggi.  Richiede la prescrizione medica.
- Ossisulfuro di antimonio: o kermesite, è sicuramente una scelta che pare curiosissima per un farmaco. Sicuramente molti di voi conosceranno questo minerale rosso intenso perché utilizzato già dagli antichi Egizi nei prodotti di cosmesi (soprattutto rossetti), e nel Quattrocento diventò uno dei simboli dell’alchimia. Fu utilizzato in lungo e in largo finché non si scoprì la sua tossicità.
Nel Diciannovesimo secolo era molto radicata la convinzione che l’antimonio e i suoi derivati fossero una sorta di panacea, basti pensare alle “Antimony pills” vittoriane contro la costipazione. Quelli che non morivano di tisi o di colera li portavano via le pillole all’antimonio.
- Gomma arabica e zucchero: che posti in fondo all’elenco suonano un po’ come una presa in giro.

Ormai, in due anni e più di blog posso contare sulla punta delle dita i farmaci considerabili veramente “pericolosi”, e mi sento di annoverare queste pastiglie dalla sicura efficacia nella categoria. Spero che siate d'accordo anche voi.

La scatola in mio possesso è la versione del prodotto destinata al mercato argentino, quella spagnola non differisce di molto:


Misura 7 cm x 3,5 cm x 1,1 cm e risale agli anni Dieci / inizio Venti del Novecento. Da una veloce ricerca, posso considerarmi fortunata:  è ben conservata, perché purtroppo non essendo trattate all’interno, tendono ad arrugginirsi con facilità.

Una scatola costava 70 centesimi e conteneva 12 pastiglie. Si consigliava di assumerne una ogni tre ore, e in caso di tosse ostinata si arrivava anche a due. Per i bambini mezza pastiglia ogni tre ore.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Il Cefamezin e le clips

Post n°269 pubblicato il 05 Dicembre 2012 da lafarmaciadepoca
 

La scatola di oggi non l’avrei mai pubblicata, se non fosse perché le circostanze lo richiedono.

Questa latta mi è stata regalata tempo fa, ancora prima che mi balenasse per la testa l’idea di collezionarle: era un semplice oggettino pubblicitario che conteneva delle clips per fogli.

Nulla di stratosfericamente importante, se non fosse che alcune scatolette di latta come queste vengono “spacciate” (si spera involontariamente), per scatole di latta farmaceutiche commerciali, con un bel prezzo, in quanto si “tratterebbero” di alcune delle ultime prodotte.

Non è vero, se dovessero chiedervi una ventina di euro per una latta come questa, non cadeteci, è un oggetto pubblicitario, come potete vedere in foto:


Si tratta di una scatola di latta che pubblicizzava l’antibiotico Cefamezin della linea Carlo Erba. Misura 7 cm x 5,5 cm x 3,6.
Le scatole di latta farmaceutiche hanno iniziato a scomparire dalla metà degli anni Settanta, ed alcuni marchi “all’avanguardia”, già a metà degli anni Sessanta, le avevano completamente sostituite in favore del blister di plastica contenuto in una scatola di cartoncino (come oggi!).

Mi raccomando, amici collezionisti, state attenti ed esaminate sempre bene ciò che state per acquistare: un occhio esperto se ne accorge istantaneamente, uno un po’ meno necessita di tempo in più per valutarla.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

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