Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Luglio 2013

Il Testoviron e la libido femminile

Post n°316 pubblicato il 29 Luglio 2013 da lafarmaciadepoca
 

 

Oggi vi voglio proporre un farmaco Schering anni Sessanta: il Testoviron.

Come si può evincere dal nome, siamo davanti ad un preparato a base di ormone testicolare, ovvero testosterone, sciolto in olio di sesamo.

Se già state storcendo il naso e gridando allo scandalo ( di chi sono i testicoli che producono il testosterone?) vi state sbagliando, è dagli anni Trenta del secolo scorso che questo ormone viene prodotto sinteticamente, quindi non c’è nessuna frode, pericolo per la salute pubblica, o possibili sbocchi lavorativi. Mi dispiace.

Questo farmaco era impiegato in diverse patologie correlate più o meno alla carenza di ormoni sessuali maschili: ipogenitalismo, esaurimento fisico e mentale, climaterio, e affezioni ginecologiche di natura ormonica.

Se vi sembra strano che un preparato del genere fosse utilizzato in ambito ginecologico sappiate che anche le signore producono testosterone, e questa molecola è uno dei principali responsabili della libido femminile, ovvero di quanto noi signore tendiamo a cercare rapporti con il sesso opposto.

L’equazione è decisamente semplice: più testosterone, più rapporti, e questo dato ha fatto sì che negli ultimi decenni si sviluppassero farmaci a base di ormone testicolare per “curare” il calo del desiderio femminile, e l’ultimo rappresentante della categoria sarà la famosa “Pillola rosa” o “Viagra femminile” che comparirà sul mercato nel 2016.

Amplificando l’effetto del testosterone sull’organismo femminile, questo nuovo preparato dovrebbe portare il livello di libido da “ recalcitrante vittoriana” a “marinaio reduce da cinque anni di navigazione in solitaria, e da dieci di naufragio su un’ isola deserta, che consumerebbe rapporti sessuali con la prima cosa che si muove”.

Sembrerebbe la soluzione per ottenere una vita sessuale perfetta, eppure l’uso prolungato di testosterone o di molecole che ne amplificano il suo effetto, potrebbero avere effetti particolarmente controversi.

Il testosterone, infatti, oltre ad aumentare la libido, e a migliorare l’umore (donne con alti livelli di testosterone sono meno soggette a depressione e vivono meglio la menopausa), predispone alla comparsa di acne ed irsutismo anche in età adulta, abbassamento della voce, aumento della massa muscolare: tutte caratteristiche poco “femminili”, che sicuramente aumenterebbero la libido a lei, ma farebbero “annodare” qualcos’altro a lui.

Insomma, ma è proprio così “anormale” che le signore siano “poco propense” all’atto sessuale? La fisiologia moderna insegna che purtroppo noi donne siamo poco “inclini” non per inibizioni culturali ma per motivi prettamente fisiologici, che hanno radici ancestrali.

I bassi livelli di testosterone prodotto (le donne ne producono meno fisiologicamente) e le variazioni ormonali legate al ciclo mestruale fanno sì che i giorni “papabili” si riducano clamorosamente, registrando un aumento del desiderio nei giorni antecedenti all’ovulazione, che per sfortuna maschile durano uno o due giorni al mese.
A questo occorre aggiungere che la gestazione femminile dura ben nove mesi, e in natura una femmina di Homo sapiens sapiens riuscirebbe a procreare un “cucciolo” ogni due anni ( nove mesi più quindici per riportare il corpo nelle condizioni di sostenere una nuova gravidanza), perciò la scarsa propensione all’atto è anche legata a meccaniche ancestrali, presenti in altri primati.
Nei bonobo, le scimmie simbolo del sesso libero di ogni tipo, è possibile che una femmina non ancora “pronta” ad una nuova gravidanza rifiuti il maschio, il quale potrà andare a consolarsi con un’altra femmina, con un altro maschio, o con entrambi, senza problema alcuno, mentre negli scimpanzé, gli accoppiamenti avvengono solo quando lei è in estro, una volta al mese.

Una gravidanza non è uno scherzo per il corpo femminile, perciò il corpo stesso, indipendentemente dal volere della signora,  tende a limitare le occasioni di rimanere incinta e dà una bella “mazzata” alla libido. Bella mia, provaci una volta al mese e se non va bene ci rivediamo tra trenta giorni, e qualche chilo in più. ( le donne tendono ad ingrassare fisiologicamente tipo i cani Labrador, proprio per prepararsi ad una ipotetica gravidanza)

Oltre alle motivazioni legate alla nostra storia evolutiva, in questi ultimi anni si sta assistendo anche ad una “ruskinizzazione” del genere maschile (da John Ruskin, pittore pre raffaellita, fuggito dal talamo nuziale quando si accorse che a differenza delle statue classiche le donne vere hanno i peli del pube), ovvero alla totale avversione a qualunque tipo di pelo femminile, che va a “menomare” il già poco stimolo all’atto.
La presenza di peli, soprattutto quelli pubici e quelli sotto le ascelle, fungono da importanti emettitori di feromoni sessuali, responsabili un effetto di amplificazione del desiderio, che funziona in ambo i sensi, migliorando le prestazioni. Altroché donna pelosa, donna virtuosa, casomai donna pelosa, donna allupata, anche se non fa rima.

L’introduzione di anticoncezionali ha sicuramente cambiato il nostro rapporto con il sesso: se a noi i ritmi sessuali naturali ( cioè una volta al mese) paiono da carestia nera, ad un vittoriano di fine Ottocento sembrerebbero degne di un vero pervertito.

Purtroppo, la società moderna ci bombarda costantemente con continui stimoli sessuali, e ci vorrebbe un blog solo per affrontare l’argomento. Gli anticoncezionali permettono un approccio al sesso ipoteticamente continuo, tipo bonobo, ma la continua esposizione e disponibilità, soprattutto nelle nuove generazioni, hanno reso l’atto puramente meccanico, una sorta di “contentino” da dare al partner, fingendo di sana pianta per fargli credere di essere un gran maschione.
Forse avevano ragione le nostre nonne a mantenere gli “affari privati” chiusi nella camera da letto: sicuramente ne facevano meno, ma lo facevano meglio, senza “gare” a chi fornica di più in un mese.

Ovviamente il lettore maschio, dopo aver appreso che le signore sono “naturalmente” poco inclini, si starà chiedendo come fare per scegliere una compagna con un alto tasso di libido, dal momento che improvvisarsi bonobo è un po’ difficile? La risposta è semplice: sceglietela non eccessivamente magra, e pelosa, facendo ben attenzione ai “falsi positivi”.

Fine della digressione fisiologica, per parlare della fisiologia del sesso, ovvero di quella sfera “involontaria” che ci spinge ad accoppiarci, necessiterei di perlomeno tre post, alla fine dei quali nessuno vorrà più parlarmi: vedere il sesso con gli occhi della scienza fa scappare la voglia, sia a lui, sia a lei.
Comunque, se quel poco che vi ho detto vi ha “stuzzicato l’appetito”, potete acquistare un buon libro di fisiologia. La sua lettura vi libererà da tanti luoghi comuni ed in men che non si dica alzerete la qualità delle prestazioni.

Dopo tanta fatica ecco finalmente la foto della scatola:

Testoviron

Misura cm 8,3 cm x 7 cm x 1,8 cm e risale agli anni Sessanta. Conteneva 5 fiale da 1 cc da utilizzarsi secondo il giudizio del medico.

Grazie per aver letto il post!

 

 
 
 

Endo Artropathyl Anfera

Post n°315 pubblicato il 26 Luglio 2013 da lafarmaciadepoca
 

Dal momento che ieri ho iniziato l’argomento, continuo su questa rotta: se prima vi avevo presentato un preparato galenico Anfera che funzionava, oggi ve ne propongo uno che non funzionava affatto. Sto parlando dell’Endo – Arthropatyl.

Questo farmaco rappresenta il “rovescio della medaglia” dei farmaci della prima metà del Novecento.

Prima di iniziare è comunque bene puntualizzare quando un farmaco non è efficace, ma anzi può dare un danno all’organismo ben peggiore della malattia stessa.
Infatti, oltre all’adagio “è la dose che fa il veleno” è necessario tenere conto anche di altre variabili quali la cronicità della patologia e la sua diffusione.

Le artropatie sono patologie croniche, e sebbene le concentrazioni di nitrato di stricnina e di sodio monometilarsinato fossero basse, l’impossibilità di curare la malattia avrebbe significato una continua assunzione del farmaco, con danni pesanti ai tessuti. Sicuramente obietterete che il nostro organo metabolico più importante, cioè il fegato, ha proprietà rigenerative, e quindi può generare nuovo tessuto, ma i danni più gravi arrivavano fino ai reni e quelli ahimè non si rigenerano, creando i presupposti per l’insufficienza renale, difficilissima da trattare fino agli anni Sessanta, quando comparvero i primi macchinari per la dialisi.

Il sodio monometilarsinato e il nitrato di stricnina erano sciolti in una soluzione ipertonica che comprendeva glicerofosfato di sodio e acido cloridrico. Sì, leggete bene, acido cloridrico quanto basta per via endovenosa. Probabilmente contro l’artrite non faceva molto, ma era un veleno per topi da paura!

Ecco la foto della scatola:

Endo Artropathyl Anfera

Risale agli anni Venti / Trenta del Novecento e misura 15 cm x 10 cm x 1,7 cm. Come altri medicinali Anfera il suo prezzo era di 16 Lire e per fortuna poteva essere venduto solo dietro prescrizione medica.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Jodotropina Anfera

Post n°314 pubblicato il 25 Luglio 2013 da lafarmaciadepoca
 

Buongiorno a tutti, per rinfrancarsi dall’ afa spossante di questi giorni, cosa c’è di meglio di un bel ricostituente, soprattutto se proviene dagli anni Trenta del Novecento?

La Jodotropina “Anfera”, prodotta dal Laboratorio Chimico Angelini e Ferranti, faceva parte di una delle 4 macrocategorie in cui sono raggruppati i ricostituenti della prima metà del Novecento:  iodio, arsenico e i suoi sali, stricnina, e uovo e derivati.

La carenza di iodio nei primi anni del Novecento era un fatto assai serio: spesso nelle zone d’Italia più isolate, o nelle famiglie povere, dove si mangiava solo in sogno, era piuttosto facile veder comparire patologie legate alla carenza di iodio, in primis il famoso gozzo tiroideo.

La Jodotropina era un prodotto di lusso, che costava 16.50 Lire ( quanto un medicinale della Bayer), efficace in una lunga serie di patologie, che comprendevano anche gotta, arterio – sclerosi e sifilide.
Se per caso vi steste chiedendo cosa poteva somministrare ai suoi bambini malati un bracciante da 7 Lire al giorno, molto probabilmente si trattava della Bioplastina Serono, di molto più economica, e in caso di denutrizione quasi miracolosa.

Il Laboratorio Chimico Specialistico Angelini & Ferranti fu fondato il 20 dicembre 1919 da Francesco Angelini e Giuseppe Ferranti. La società durò solo vent’anni, infatti si sciolse nel 1939, per “incompatibilità” di carattere tra i soci. Ferranti mal tollerava la volontà di gettarsi in investimenti industriali arrischiati di Angelini e quest’ultimo credeva che senza un po’ di “rischio” la società non sarebbe mai cresciuta. Ferranti fu liquidato e alla scissione la società prese il nome di ACRAF che sta per Aziende Chimiche Riunite Angelini Francesco, che noi conosciamo semplicemente come Angelini, uno degli ultimi colossi farmaceutici italiani. Per intenderci, sono quelli dell’Amuchina, del Tantum Verde e dei pannolini Pampers, nati nel lontano 1963.  

Ecco la foto della scatola:

Jodotropina Anfera

Misura 15,2 cm x 10 cm x 1,5 cm ed è stato uno degli ultimi prodotti marchio Anfera, databile tra il 1937 e il 1939. La posologia era a discrezione del medico curante.

Sul retro della scatola è presente il motto della società “Labor omnia vincit” ovvero la “laboriosità vince tutto”, oppure traducibile  come “lo sforzo vince tutto” o “il lavoro vince tutto”. Scegliete quello che più vi aggrada, e maledite gli antichi romani anche da parte mia: non si può avere una lingua con tre sostantivi che vanno a significare ventimila concetti differenti.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Atirina

Post n°313 pubblicato il 19 Luglio 2013 da lafarmaciadepoca
 

Salve, oggi abbiamo ospite un prodotto anni Cinquanta a base di una molecola molto particolare: l’Atirina Farmitalia.

Per chi non lo sapesse l’Atirina è il nome commerciale del 4 metil 2 tiouracile, una molecola che ha il potere di bloccate la sintesi degli ormoni tiroidei come la tiroxina.
La presenza di metiltiouracile, infatti, impedisce allo iodio di fissarsi all’anello della tirosina: ciò ne avrebbe fatto il farmaco d’elezione per trattare l’ipertiroidismo, ma la sua efficacia era piuttosto bassa, perciò non fu sul mercato a lungo.
Ad oggi si preferisce utilizzare il tiamazolo, che anch’esso inibisce la sintesi di ormoni tiroidei, ma blocca il processo a monte, mettendo fuori uso l’enzima tireoperossidasi: in questo modo lo iodio non può essere organicato, e quindi non può essere utilizzato per la sintesi di ormoni tiroidei.

Ad oggi il metiltiouracile è ormai andato in “pensione”, ma c’è ancora chi lo utilizza: allevatori poco seri, che pur di ottenere lauti profitti “gonfierebbero” i loro bovini più di una mongolfiera.

In Italia l’utilizzo negli allevamento di metiltiouracile o di qualunque altro ormone classificato come “pericoloso per l’uomo”, ovvero che può avere degli effetti negli esseri umani, è vietato dalla legge, ma si sa che spesso per il guadagno ci si dimentica di parecchie cose, compreso cosa è lecito e cosa non lo è.

L’ultimo caso di bovini “gonfiati” risale al 7 giugno di quest’anno, in provincia di Mantova, e ha visto coinvolte ben 65 persone tra veterinari, farmacisti ed allevatori.
Questo non significa che mangiare carne non sia sicuro, esistono anche gli ortaggi ai metalli pesanti, e i funghi agli erbicidi, perciò a priori qualunque cibo può essere contaminato, e l’unico modo per scampare al pericolo è chiedersi sempre da dove proviene il cibo che mangerai. Quindi se anche voi seguite questa massima, potete stare tranquilli e mangiare quello che volete.

Ecco la foto del flaconcino:

Atirina

Misura 5,1 cm x 3 cm x 2 cm e conteneva 50 compresse da 0,10 g. Risale agli anni Cinquanta / inizi Sessanta.

La dose raccomandava 6 compresse al giorno per 3 – 8 settimane, ma l’assunzione del farmaco poteva essere prolungata a discrezione del medico curante.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Antiseptol

Post n°312 pubblicato il 15 Luglio 2013 da lafarmaciadepoca
 

Buongiorno, quest’oggi ho deciso di mostrarvi la scatola di un prodotto sconosciuto, l’Antiseptol dei Laboratori Boniscontro e Gazzone.

Chi mi segue da un po’ di tempo sicuramente ricorderà che questa industria farmaceutica ha vissuto il suo momento di massimo splendore nella prima metà del Novecento, producendo alcuni dei più conosciuti ricostituenti dell’epoca.

Quello di oggi però non è un ricostituente, si tratta di una confezione di ovuli vaginali anni Trenta, impiegati in una svariata gamma di patologie vaginali differenti: endometriti, vaginiti, anessiti, leucorree, ed ulcerazioni del collo uterino di tutti i tipi.

Per l’epoca l’Antiseptol era una meraviglia della scienza e della tecnica, oggi potremmo trovare di meglio.

Il principio attivo principale era un filtrato sterile polivalente di colture di batteri piogeni, ovvero microrganismi che tendono a causare infezioni suppurative. Questo non per infettare la poveretta, ma per “immunizzare” la mucosa in questione.

A coadiuvare il lavoro dell’ultrafiltrato betterico ci pensavano l’estratto di Hamamelis  e di Belladonna, il primo è utilizzato da secoli per le sue proprietà astringenti e decongestionanti, mentre la seconda veniva impiegata in caso di dismenorrea.

Veniva poi il turno dell’ammonio solfoittiolato e dell’ossido di zinco, entrambi utilizzati nel trattamento di arrossamenti ed ulcerazioni.

Il tutto veniva poi amalgamato con della glicerina per realizzare l’ovulo in sé.
A titolo di curiosità riporto che al giorno d’oggi è ancora in vendita un prodotto con il nome di “Antiseptol”, ma è un semplice disinfettante cutaneo.

Ecco la foto della scatola:

Antiseptol

Misura 7 cm x 9cm x 3,5 cm e risale agli anni Trenta del Novecento.
Per quanto riguarda il modo d’utilizzo credo che non ci sia bisogno di particolari specificazioni: si raccomandava di porre in loco l’ovulo la sera, magari con un tampone di cotone, lasciare agire tutta la notte e praticare una lavanda calda il mattino seguente per eliminare eventuali residui.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

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