Creato da lafarmaciadepoca il 13/10/2010

La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi di Aprile 2014

Vive la radioactivité avec les Tablettes Carbo - Gazeux de Royat

Post n°370 pubblicato il 30 Aprile 2014 da lafarmaciadepoca
 

 

Bonjour à tous, le votre bain de bulles c'est peu attrayant et ennuyeux? Parce que ne améliorer il avec les tablettes Carbo – Gazeux radioactifs de Royat! Avec tout la force de la radioactivitè vous pouvez relaxer dans votre bain, alors que tous vos maux seront guéris!

Même si elle semble un’idée irréel, entre les années Vingt et Trente les medicaments radioactifs étaient plutôt communes dans les pharmacies, en particulier dans ceux des etablissements thermal.

Utiliser les tablettes était tres simple: pour obtenir du bain carbo gazeux le maximum d’efficacité, il suffit, après d’etre entré dans le bain, de placer les tablettes sous les différentes parties du corp, et de garder l’immobilité.  Après le bain, on doit rester couché pendant une heure et toutes les affections de la circulation, du coeur, du système nerveux seront une mémoire des temps passé.

Regrettable que le rayonnement ne guérit pas du tout: en fait l’usage des tablettes Carbo – Gazeux pourrait conduire à pathologies plus sérieux comme tumeurs et syndromes relatives à l’irradiation radioactive.

 

Sur la boite il n’y a pas l’indication de la quantité ou la source des radiations, c’est seulement écrit que le produit était controlé par Monsieur Mignard Pharmacien de Première Classe, cependant je crois que la quantité des eaux radioactifs de l’Etablissement thermal de Royat utilisé, fut plutot basse, mais dangereux en case d’usage continue.

Voici la photo de la boîte:


Royat

Elle mesures 20,7 cm x 8,8 cm x 13 cm et remonte à les années Vingt / Trente. Chaque boite contient 20 tablettes, pour avoir “un peu de Royat chez vous”.
 
Merci pour l’attention: le français n’est pas ma langue maternelle, donc si vous trouvez des erreurs grammaticales, fautes de frappe ou autres choses incorrectes s'il vous plaît laissez-moi un commentaire pour les corrigent.

ITALIANO-------------------------------------------------------------------------------------------------

A grande richiesta ecco anche la versione in italiano:

Buongiorno a tutti, il vostro bagno di schiuma è noioso e poco attraente? Perchè non migliorarlo con le compresse Carbo - Gazzose radioattive di Royat! Con tutta la forza della radioattività, voi potete rilassarvi nel vostro bagno mentre tutti i vostri mali saranno guariti!

Anche se può sembrare un'idea irreale, tra gli anni Venti e Trenta, i medicinali radioattivi erano piuttosto comuni nelle farmacie, soprattutto in quelle degli stabilimenti termali.

Utilizzare le compresse era molto semplice: per ottenere il massimo dell'efficacia da un bagno carbo - gazzoso, era sufficiente, dopo esser entrati nella vasca, piazzare le compresse sotto le varie parti del corpo, e rimanere immobili. Dopo il bagno si doveva restare coricati per un ora e tutte le affezioni della circolazione, del cuore e del sistema nervoso, saranno ricordo dei tempi passati.

Purtroppo le radiazioni non guariscono affatto:infatti, l'uso delle compresse Carbo Gazzose poteva condurre a patologie più gravi come tumori e sindromi relative all'irradiazione radioattiva.

Sulla scatola non è indicata la quantità o la sorgente delle radiazioni, c'è solo scritto che il prodotto era controllato da Monsieur Mignard, Farmacista di Prima Classe, tuttavia credo che la quantità delle acque radioattive dello Stabilimento Termale di Royat impiegate, fossero piuttosto basse, ma pericolose in caso di uso continuo.

La foto della scatola rimane la stessa anche in lingua italiana!

Misura 20,7 cm x 8,8 cm x 13 cm e risale agli anni Venti / Trenta. Ogni confezione conteneva venti compresse, per "avere sempre un po' di Royat a casa vostra".

 
 
 

La Magnesia "Viola"

Post n°369 pubblicato il 25 Aprile 2014 da lafarmaciadepoca
 

Il farmaco di oggi era prodotto dall’ Officina Farmacoterapica Ambrosiana, e faceva parte dell’immensa categoria dei lassativi a base di magnesia: eccovi la magnesia “Viola” al latte.

Per quanto molti credano che il farmaco in questione contenesse latte o fosse di colore viola, non era vero né l’uno né l’altro fatto: “viola” era il nome commerciale ( il prodotto nacque negli anni Venti) e il latte menzionato è quello di magnesia, non quello caprino o vaccino, anche se una volta mi è capitato di ascoltare una discussione sugli effetti lassativi di quest’ultimo. Mi spiace terribilmente, ma il latte di per sé non è lassativo, molto probabilmente si tratta di dissenteria legata ad intolleranza ai latticini.

Ecco la foto della scatola:

Magnesia Viola

Misura 3,6 cm x 5,4 cm x 1,5 cm e risale agli anni Quaranta del Novecento.
Gli ingredienti che componevano la Magnesia Viola erano gli stessi di una comunissima magnesia presente sul mercato in quegli anni, l’unica nota di distinzione è il suo aroma all’arancio, rigorosamente amaro perché andava molto in quegli anni.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Ormocortina

Post n°368 pubblicato il 24 Aprile 2014 da lafarmaciadepoca
 

Il farmaco di oggi era prodotto dall’Istituto Biochimico Ligure di Genova, ed è forse uno tra i prodotti galenici più significativi riguardanti la storia dell’endocrinologia: si tratta dell’Ormocortina, preparato di ormoni cortico – surrenali privo di adrenalina.

I trattamenti ormonali nacquero sulla scia di quelli opoterapici, per supplire all’organismo ciò che per errori metabolici non veniva prodotto, tra cui anche gli ormoni del surrene. Peccato che nel 1944, quando l’Ormocortina era in farmacia, non si sapesse con precisione quali fossero gli ormoni di cui l’organismo difettava.

Infatti, anche se di fondo si intuiva che certe patologie erano legate al deficit di una molecola coinvolta in una o più vie metaboliche, non era stata ancora identificata con successo, quindi in mancanza di prove inconfutabili circa la loro natura, si preferiva somministrare l’estratto completo, oppure privato di quelle molecole che potevano essere escluse a priori, come in questo caso l’adrenalina.

Pochi sanno che i mineralcorticoidi, prodotti dalla sintesi surrenale di cui fa parte il famoso aldosterone, furono indagati a fondo solo a partire dal 1953 quando fu scoperto appunto l’aldosterone, l’ormone responsabile della regolazione delle concentrazioni degli ioni sodio e potassio all’interno del corpo umano.

Importante è anche il ruolo di un’altra classe di molecole surrenali, i glucocorticoidi, tra cui il cortisolo e il cortisone, i quali intervengono in diverse vie metaboliche legate all’attività fisica e nelle reazioni infiammatorie. Infatti, attraverso la loro azione, aumentano la glicemia sanguigna, nei momenti in cui il corpo necessita di glucosio da impiegare come fonte energetica per via dello sforzo fisico, mentre in caso di infiammazione, inibiscono l’effetto delle prostaglandine, le molecole responsabili del dolore e della febbre associate ad un’ampissima gamma di patologie più o meno stagionali.

Insomma, l’Ormocortina dei primi anni Quaranta è uno degli ultimi preparati che conservava un briciolo di mistero sulla sua composizione: dal 1945 in poi avverranno una serie di scoperte come l’identificazione del cortisone e l’isolamento dell’aldosterone, che la caratterizzeranno maggiormente, non rendendola più il farmaco adatto per curare qualsiasi malattia, dai disturbi della nutrizione fino al vomito gravidico.

Ecco la foto della scatola:

Ormocortina

Misura 7 cm x 7 cm x 1,6 cm ed è datata 1944, una delle ultime del periodo “vago” dell’endocrinologia.
La scatola conteneva 5 fiale da 2 cc da somministrare secondo prescrizione medica. L’Ormocortina, non era a buon mercato: una confezione arrivava a costare ben 28 Lire del Regno d’Italia, prezzo piuttosto alto per un farmaco dell’epoca.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

Buona Pasqua!

Post n°367 pubblicato il 19 Aprile 2014 da lafarmaciadepoca
 

Buongiorno, oggi ho in serbo per voi solo un post veloce per farvi gli auguri di Buona Pasqua: da inizio Aprile sto seguendo un progetto di ricerca in microbiologia e non ho avuto molto tempo per preparare i post, quindi mi scuso se non sono stata attiva come al solito.

Ultimamente ricevo sempre più mail di persone che mi chiedono come districarsi nella giungla del collezionismo farmaceutico, in particolare circa la datazione di scatole e bottiglie che nel corso del tempo non hanno mai cambiato design.
Per questo motivo, mentre il libro “ufficiale” è al vaglio degli editori, ho deciso di buttare giù due righe a proposito del collezionismo di questi oggetti e pubblicarlo come e –book, creando una sorta di piccola guida per riuscire ad identificare e a datare con successo le scatole più comuni, con qualche consiglio per l’acquisto e per il mantenimento della collezione: un vademecum per principianti atto ad evitare le più grosse fregature, il tutto in una ventina di pagine, sviluppato in collaborazione con altri collezionisti di latte (farmaceutiche e non) in modo da stilare una sorta di linea guida che possa essere applicata anche ad altre scatole di latta.

Il fatto che il libro sia pubblicato in formato digitale significa che sarà a pagamento, ma non preoccupatevi, dal momento  che il libretto non vuole essere l’”opera omnia” del collezionismo di scatole di latta, sarà un prezzo veramente simbolico, il cui ricavato mi permetterà di acquistare qualche pezzo un po’ più importante o di finanziare ricerche in situ, in varie antiche farmacie italiane.

Grazie mille per aver letto il post e ancora auguri di Buona Pasqua a tutti coloro che mi seguono, appena la guida sarà pronta ve lo farò sapere!

Gruppo

 
 
 

La Pietra d'Oriente

Post n°366 pubblicato il 15 Aprile 2014 da lafarmaciadepoca
 

La scatola di oggi non ha molto a che fare con i farmaci, si tratta piuttosto di una piccola curiosità che mi è capitata tra le mani e ho deciso comunque di pubblicarla.

Prima dell’era degli smalti sintetici per unghie, il solo modo per renderle brillanti era quello di spennellarle con dell’acido oppure utilizzare la Pietra d’Oriente dalla Re & Gardella.

Si trattava di un piccolo blocchetto quadrato rosa di 1,8 cm di lato, profumato al talco e farinoso al tatto, da sfregare sulle unghie: in teoria l’abrasione le avrebbe rese lucide, in pratica il blocchetto si sfarina, sporcando un po’ le unghie di rosa fucsia rendendole opache. Il fatto che il prodotto faccia il contrario di ciò che promette è senza dubbio alcuno il motivo principe per cui la Pietra d’Oriente non rimase sul mercato a lungo.

Ecco la foto della scatola:

pietra d'oriente


Misura 4 cm x 2,7 cm x 1,4 cm e risale alla fine degli anni Venti / inizio anni Trenta. Ciascuna scatola conteneva due pietre, ed era commercializzata dalla Re & Gardella con sede in via Morgagni 24 a Milano.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

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