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La farmacia d'epoca

Raccolta di scatole e flaconi di farmaci di ieri - di Giulia Bovone

Messaggi del 09/04/2013

Metural

Post n°294 pubblicato il 09 Aprile 2013 da lafarmaciadepoca
 

Buongiorno, dopo tanto tempo una bella scatola di pastiglie per la gola di un’industria farmaceutica nota sicuramente a tutti. Direttamente dalla Bracco anni Cinquanta, eccovi il Metural.

La storia dell’industria farmaceutica Bracco è strettamente legata ad un’altra grande casa farmaceutica, la tedesca Merck.
Infatti nel 1927, Elio Bracco fondò a Milano la Società Italiana Prodotti “E.Merck”, che nel giro di tre anni fu ribattezzata come Italmerck, assumendo poi lo stato di Società Anonima nel 1936.
L’azienda continuerà ad avere questa denominazione fino al 1958, anno in cui il figlio di Elio, Fulvio Bracco, decise di abbandonare progressivamente il campo della produzione e ricerca farmacologica, per sviluppare nuovi mezzi di contrasto per la diagnosi in vivo: nacque così la Bracco Industria Chimica S.p.A.

La scelta di differenziare la produzione si rivelò decisiva per la sopravvivenza dell’azienda attraverso i tormentati anni Settanta, il periodo più buio per le industrie farmaceutiche italiane.
L’incapacità di arginare l’espansione delle industrie farmaceutiche americane, tedesche e giapponesi, che potevano permettersi di spendere il 10% dei loro ricavi solo in ricerca, costrinse alla chiusura o alla vendita molti imprenditori italiani del settore farmaceutico.
Grazie al continuo sviluppo di tecniche per l’imaging, la Bracco riuscì ad espandere il suo mercato oltre l’Europa, acquistando nel 1990 la Eisai di Tokyo e nel 1994 l’americana Squibb Diagnostics. Non male per un’aziendina che era partita con 17 operai!

Nel corso della sua storia la Bracco produsse un’enormità di farmaci, molti dei quali conosciutissimi, come il Cebion ( dal 1934!), il Collirio Alfa, il Simeticone,e il Lyspamin, che se non avete mai assunto, sicuramente ne avrete sentito parlare.

Il Metural era impiegato nel trattamento delle affezioni oro-faringee. Era a base di N –N’ diossimetil – carbamide, un derivato dell’urea, che nonostante non sia una sostanza pericolosa, può risultare tossica se assunta a dosi troppo elevate, poiché possono aumentare l’azotemia.

Ecco la foto della scatola:

E’ databile tra il 1950 e il 1958, e la posologia raccomandava l’assunzione da 8 a 12 pastiglie al giorno, che potevano salire alla vertiginosa cifra di una ogni mezz’ora, cioè 48 pastiglie, quando esisteva la probabilità immediata di infezione.

Grazie per aver letto il post!

 
 
 

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