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LARA COMI E L'INCOMPRENSIONE

Post n°13 pubblicato il 08 Maggio 2013 da necruz
 

Che Laracomio! siamo nelle mani di gente che non conosce nulla, il rispetto dice di una persona morta! Lara Comi non sa che il "divino Giulio" ha detto non molto tempo fa del padre di Ambrosoli che se l'andava cercando, quando faceva il suo dovere ovviamente, semplicemente come curatore fallimentare della banca di Sindona e per questo assassinato. La giovane esponente del PDL non sa probabilmente di parlare a vanvera dimostrando palesemente di non sapere nulla nè di Ambrosoli padre, nè di Sindona, nè delle indicibili nefandezze di quest'ultimo , nè tanto meno di Andreotti, della storia recente repubblicana, della storia della mafia, di Calvi e dello IOR. Esortiamo all'informazione non tanto per il rispetto verso se stessi - del fondamentale italianissimo "fatti non foste a viver come bruti ma per seguire virtude e canoscenza" - quantomeno per quello verso chi è morto per questa Repubblica. Ambrosoli Giorgio fu più volte minacciato telefonicamente, dapprima si cercò di imbonirlo, corromperlo più esattamente, poi si passò a minacciarlo fino all'assassino commissionato da Sindona dall'assoldato killer americano Aricò. Le minacce telefoniche furono perpretate dal congnato di Stefano Bontade, boss palermitano di Cosa Nostra, Giacomo Vitale che in un primo momento chiede ad Ambrosoli che gli assicurasse di non costringerlo a fargli del male inutilmente, poi venendo a sapere di essere stato intercettato in quella stessa telefonata - e bisognerebbe chiedersi come ne era venuto a conoscenza - richiama dando del cornuto all'avvocato milanese, che per tanto meritava di morire ammazzato. Così fu l'11 luglio 1979. La responsabilità di Giulio Andreotti è quella politica di essere in stretti rapporti con Michele Sindona, che finanziava la DC, di essere il referente politico principale della P2 con Cossiga, a detta di Licio Gelli (sono chiarissime le sue affermazioni in recenti interviste su Youtube), che aveva grossi investimenti nella banca di Sindona con Cosa Nostra e lo IOR, e la responsabilità morale di avere risposto in una intervista su Ambrosoli che "come si dice a Roma, era uno che se l'andava cercando". Alla luce di ciò il figlio dell'avvocato non poteva rimanere in aula al momento della commemorazione del senatore per il semplice motivo che, oltre a tutto quello in cui Andreotti è più o meno coinvolto nell'affare Sindona, quest'ultimo non ha riconosciuto il dovuto rispetto per un martire della Repubblica - ed un esempio virtuoso di cittadino onesto - con la frase dell'intervista. L'informazione può solo aiutare a migliorare questo paese, così prostato oggi proprio a causa di queste vicende tutte connesse tra loro, da Sindona a Calvi, la P2, lo IOR, le mafie, Tangentopoli, la Trattativa stato-mafia. Questo è tutto, si chiede il più semplice spirito di onestà civica per questa Repubblica. Se Lara Comi dice di non capire è perchè non sa, e rispondere nel fastidioso ed arrogante qualunquistico modo "prenderò lezioni da lei signor Cacciari", fa ancora più male e dà più fastidio. Nel meridione d'Italia si dice "ciuccio e presuntuoso".

 
 
 
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