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dopo lunga assenza (23,13)

Post n°546 pubblicato il 26 Settembre 2011 da liberante

NESSUN TELEGIORNALE HA AVUTO IL PERMESSO DI DIFFONDERE QUESTA NOTIZIA.
PASSIAMO PAROLA CON IL WEB.

Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d..L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: "Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet"; la prossima settimana Il testo approderà alla Camera come articolo nr. 60. Questo senatore NON fa neanche parte della maggioranza al Governo... il che la dice lunga sulle alleanze trasversali del disegno liberticida della Casta. In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog (o un profilo su fb, o altro sulla rete) a disobbedire o a ISTIGARE (cioè.. CRITICARE..??!) contro una legge che ritiene ingiusta, i providers DOVRANNO bloccarne il blog o il sito. Questo provvedimento può far oscurare la visibilità di un sito in Italia ovunque si trovi, anche se è all'ESTERO; basta che il Ministro dell'Interno disponga con proprio decreto l'interruzione dell'attività del blogger, ordinandone il blocco ai fornitori di connettività alla rete internet. L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro 24 ore; pena, per i provider, sanzioni da 50.000 a 250.000 euro. Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni perl'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'ODIO (!) fra le classi sociali. MORALE: questa legge può ripulire immediatamente tutti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta. In pratica sarà possibile bloccare in Italia (come in Iran, in Birmania e in Cina) Facebook, Youtube e la rete da tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata. ITALIA: l'unico Paese al mondo in cui una media company (Mediaset) ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Con questa legge non sarà più necessario, nulla sarà più di ostacolo anche in termini PREVENTIVI. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra meno di 60 giorni dovrà presenterà al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni che finora non riusciva a dominare. Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet, l'Italia prende a modello la Cina, la Birmania e l'Iran. Oggi gli UNICI media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati la rivista specializzata "Punto Informatico" e il blog di Grillo. Fatela girare il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica la "democrazia" è un concetto VUOTO.

Giovanna Fedele su Facebook

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Commenti al Post:
hscic
hscic il 23/10/11 alle 22:53 via WEB
Forse perchè siamo il Paese più popolato di furbetti e ladruncoli. Forse perchè le leggi sono fatte dal parlamento che ci siamo eletti ed istigare a non rispettare le leggi equivale aa istigare a non rispettare le leggi che il popolo democraticamente (e si...democraticamente) si è dato. Se passa il principio che si possono cambiare leggi e parlamenti fuori dalle regole democratiche domani quelcuno (destra o sinistra non importa) potrà decidere di farlo coi carri armati perchè tanto...così fan tutti in linea di principio...naturalmente. Quello che deve entrare nella testa degli italiani blogger e non blogger è che è inaccettabile che tutti possano dire tutto a tutti, vero a falso che sia, perchè si ritiene che ciò sia la libertà e la libertà debba essere per forza senza limiti. La libertà individuale finisce invece dove inizia quella degli altri.
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lupopezzato
lupopezzato il 28/10/11 alle 18:15 via WEB
Se “siamo il Paese più popolato di furbetti e ladruncoli” significa che il Parlamento, come sta dimostrando, non è altro che la sua espressione ma tu, in un festival di contraddizioni, ti scagli però sul popolo. A differenza di quanto dici, il popolo NON si dà le leggi ma queste gli vengono imposte da quel Parlamento che il popolo democraticamente (eh sì, democraticamente), a differenza di quanto dici, NON ha mai votato. Ti sfugge che il “popolo” grazie al porcellum (legge non fatta dal popolo) ha votato persone che non stanno nemmeno in Parlamento. Il popolo NON fa le leggi ma democraticamente (eh sì, democraticamente) può solo abrogarle, e questo si chiama referendum. In una società che si è data delle regole la libertà è delimitata dalle regole stesse ed infrangerle comporta una sanzione. I carri armati, invece, li ha sempre usati il potere e mai il popolo. La distinzione fra “carri armati” e “sampietrini” è l’esatta differenza fra potere armato e popolo disarmato. Troppo comodo che le manifestazioni siano degli inutili cortei su argomenti per i quali il potere decide a prescindere dall’opinione del popolo. Guarda la TAV! Guarda l’ACQUA! Guarda il NUCLEARE! Quante leggi nascono alle spalle e sulla pelle della gente? Quello che invece deve entrare nella testa di “alcuni” italiani è che il paese non è una caserma ed ognuno, come previsto dalle leggi, ha il sacrosanto diritto di dire tutto a tutti assumendosi ovviamente sempre la responsabilità di quello che dice e di quello che fa. Questa è la libertà, mentre “la libertà individuale finisce invece dove inizia quella degli altri” è uno slogan che serve a legalizzare la legge del più forte. In un paese civile la libertà di ciascuno inizia e finisce nel confine disegnato dai codici civile e penale.
(Rispondi)
 
 
 
hscic
hscic il 29/10/11 alle 00:14 via WEB
Non è corretto far polemica utilizzando casa d'altri ma temo che dietro a tanta verve ci sia qualcosa di diverso dalla politica...così a naso. Per il resto ti assicuro che un sanpietrino può uccidere un uomo ed io non amo usare ne i sanpietrini ne i carri armati.
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lupopezzato
lupopezzato il 29/10/11 alle 11:24 via WEB
Quella che chiami polemica in casa d’altri è solo il confronto fra due opinioni ma... così a naso, tu non sei abituato al confronto e per te i cortei sanno di ammutinamento. Devono andare in percorsi obbligati, silenziosi, ordinati e scortati dalla polizia pronta a manganellare qualunque cosa si muova. Nulla di male. Ognuno sta dalla parte che più gli conviene, ma non dica agli altri cos’è buono e giusto. Ah, io non ricordo nessuno che sia morto per un sampietrino, per i proiettili invece.
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liberante
liberante il 29/10/11 alle 17:36 via WEB
"La distinzione fra “carri armati” e “sampietrini” è l’esatta differenza fra potere armato e popolo disarmato." e penso che l'unico potere del popolo disarmato sia quello della libertà, libertà di manifestare. E per manifestare intendo qualunque attività, che sia scritta parlata e di azione, quindi di lotta e di farlo tutti insieme, popolo appunto, che siano cortei e barricate, sampietrini e uova. E perchè no? Rivoluzione.
(Rispondi)
 
 
 
 
hscic
hscic il 29/10/11 alle 18:20 via WEB
....a questo punto...buon viaggio, Ne ho viste di rivoluzioni ed altre ne ho studiate. Ciò che è venuto dopo spesso è stato peggio di ciò che hanno scacciato. Chi predica violenza chiama violenza. Non importa se si tratta di sanpietrini o di proiettili. E' la violenza e l'incapacità di trovare un altra strada che comunque esiste che è grave in ciò che scrivete. Ripeto...Se passa il principio che si può ottenere ciò che si vuole con la violenza, buoni o cattivi siano i fini, non lamentatevi se poi i vostri avversari la useranno contro di voi. Con il vostro comportamento e le vostre idee li legittimate pienamente e se mai aveste avuto un supremazia morale così ve la siete giocata.
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lupopezzato
lupopezzato il 31/10/11 alle 15:10 via WEB
Quel buon viaggio somiglia a quello del crumiro che sceglie di non scioperare pur sapendo che poi beneficerà della lotta fatta dagli altri. Il problema è culturale perché parecchi si rifugiano nello stereotipo che scioperare è un diritto e non un dovere, affermazione del tutto inutile perché, in uno sciopero, quella che conta non è la partecipazione come iniziativa ma la partecipazione come conseguenza ovvero scegliere da che parte stare. Una volta scelto, la decisione sarà conseguenziale, e quando il problema è culturale, il fatto di aver visto e studiato le rivoluzioni, non significa per forza averle capite.
Certo il dopo può essere peggio del prima, basta vedere in vent’anni dove ci siamo cacciati, ma di qua a fare della bandiera bianca quella propria mi sa di resa senza nemmeno provarci.
Da quando mondo è mondo manifestare è un verbo di reazione ovvero manifestare non è fare violenza ma reagire ad una violenza e mettere sullo stesso piano sampietrini e proiettili ovvero un ematoma con un morto non è nemmeno da commentare.
Visto che ne parli ma non concludi, vorrei sapere qual è la strada alternativa alla manifestazione, che avrebbe il popolo quando le sue richieste vengono ignorate. Cos’altro dovrebbero fare, ad esempio, quei vallegiani che sono arrivati alle barricate dopo un percorso pacifico, iniziato già durante il precedente governo Prodi e fatto di mozioni, comitati e istanze? Non dimentichiamo che la violenza popolare è arrivata dopo la violenza delle manganellate date da quelli che tu definisci avversari ma fino a prova contraria dovrebbero essere servitori dello Stato e non servitori del Governo.
Sulla “supremazia morale”, ti lascio a fare il paio con la Fallaci che parlava di "supremazia delle culture". Per quanto mi riguarda, nessuna supremazia, solo diversità.
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lupopezzato
lupopezzato il 31/10/11 alle 14:44 via WEB
La mia opinione Titti , è che tanta gente continua a considerare violenza solo quella dove c’è sangue o vetrine rotte. Se pensiamo alla scuola, all’occupazione ed alla previdenza scopriamo come, da vent’anni, la politica sta uccidendo il futuro dei giovani e come se non bastasse ora vuole togliergli anche la libertà di potersi ribellare. Questa è violenza legalizzata.
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liberante
liberante il 02/11/11 alle 23:53 via WEB
E' la violenza con cui, soprattutto adesso, chi paga sono sempre gli stessi, quelli chè già con la così detta crisi hanno perso tutto o quasi. Ed allora quello che resta quando si è perso tutto è arrabbiarsi, adesso è di moda dire indignarsi, ma è lo stesso. Purtroppo bisogna arrivare a perdere tutto, o almeno a sentirsi fortemente minacciati di perdere tutto per ribellarsi e penso che noi, popolo, ancora non siamo arrivati a quella soglia, ma da domani forse sì... "Trasformare l'indignazione in rivoluzione"
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DA LEGGERE

 

Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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