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« Messaggio #354 »

Gli "incipit"

Post n°355 pubblicato il 29 Maggio 2007 da liberante

Ecco. Mi è piaciuto molto davvero leggere in giro i libri che avete letto e che ricordate perché hanno lasciato traccia nelle vostre memorie. Mi sembra che aver letto le stesse cose annulli questo schermo per un attimo. E poi mi è piaciuto ricordare i libri che amo cercarli negli scaffali, prenderli in mano e risentirne il peso. O la leggerezza. Che è la stessa cosa. Riprenderli in mano è stato vedere immagini dei momenti in cui li leggevo, rivivere la motivazione di un acquisto, l’emozione di un regalo, la tristezza di un rimpianto, l’allegria di un pomeriggio di mare. Stasera su e giù per la scala ho sfogliato e copiato su foglietti volanti molto più dei cinque libri e la scelta è stata veramente difficile, mi sembrava di fare un torto agli altri che amo di uguale amore. Elenco questi e se lo dovessi rifare domani ne metterei altri. Il perché questi e non altri non è rilevante. Ogni parola che ho letto anche se adesso non la ricordo più mi ha regalato qualcosa, fosse solo la compagnia nelle notti dell’Insonnia.
Non passo il testimone a nessuno perché in realtà lo passo a tutti, a chiunque abbia voglia di raccontare se stesso attraverso i libri che ha letto.


Si vede il sole in uno degli angoli superiori del rettangolo, quello alla sinistra di chi guarda, e l’astro re è raffigurato con la testa di un uomo da cui sprizzano raggi di luce pungente e sinuose lingue di fuoco, come una rosa dei venti indecisa in quali direzioni puntare, e quel viso ha un’espressione piangente, contratta da un dolore inconfortabile, e dalla bocca aperte emette un urlo che non potremo udire, giacchè nessuna di queste cose è reale, quanto abbiamo davanti è solo carta e colore e nient’altro. Sotto il sole vediamo un uomo nudo, legato a un tronco d’albero, …

Il Vangelo secondo Gesù Cristo – Josè Saramago

Parla Morgana. Ai miei tempi sono stata chiamata in molti modi: sorella, amante, sacerdotessa, maga, regina. Ora, in verità, sono una maga e forse verrà un giorno in cui queste cose dovranno essere conosciute. Ma credo che saranno i cristiani a narrare l'ultima storia. Il mondo della Magia si allontana sempre di più dal mondo dove regna il Cristo. Non ho nulla contro di lui, ma solo contro i suoi preti che negano il potere della Grande Dea oppure l'avvolgono nella veste azzurra della Signora di Nazareth e affermano che era vergine. Ma che cosa può sapere una vergine delle sofferenze dell'umanità?

Le nebbie di Avalon – Marion Zimmer Bradley

Arriviamo alla Grande Città. Abbiamo viaggiato tutta la notte. Nostra Madre ha gli occhi arrossati. Porta una grossa scatola di cartone, e noi due una piccola valigia a testa con i nostri vestiti, più il grosso dizionario di nostro Padre, che ci passiamo quando abbiamo le braccia stanche.
Camminiamo a lungo. La casa di Nonna è lontana dalla stazione, all’altro capo della Piccola Città. Qui non ci sono tram, né autobus, né macchine. Circolano solo alcuni camion militari.

Trilogia della città di K. - Agota Kristof

"Per tucc i Sant, mantel e guant" disse Marietta sollevandosi con una bracciate d'indumenti di lana. Era fatta di due donne incollate per errore una sull'altra: dal deretano enorme spuntava un torace ossuto senza poppe, e un collo e due braccia legnosi. Rovesciò tutto sul letto e stette a guardare, soffiando per lo sforzo, dai suoi tondi occhi di foca ammaestrata. Erano maglie felpate di colore bigio o senape, culottes a gambaletto e mutande coi legacci al malleolo, pancere, calze e scialli che avevano dormito il loro letargo nel buio ventre di Epaminonda, l'armadio di noce massiccio, e ora rivedevano la luce sprigionando il salato odore della canfora.

Il Velocifero – Luigi Santucci

Enrico-Massimiliano Ligre procedeva a piccole tappe sulla via di Parigi.
Dei contrasti che opponevano il Re all'Imperatore, ignorava tutto. Sapeva solamente che la pace conclusa da qualche mese si sfilacciava già come un abito indossato troppo a lungo. Non era un segreto per nessuno che Francesco di Valois persisteva nell'adocchiare il Milanese come un amante sfortunato la sua bella; si sapeva da fonte sicura che si adoprava in silenzio a equipaggiare e adunare su i confini del duca di Savoia truppe nuove, per mandarle a raccattare a Pavia gli speroni che vi aveva perduti.

L'opera al nero -Marguerite Yourcenar

Durante il fine settimana gli avvoltoi s'introdussero attraverso i balconi della casa presidenziale, fiaccarono a beccate le maglie di filo di ferro delle finestre e smossero con le ali il tempo stagnato nell'interno, e all'alba di lunedí la città si svegliò dal suo letargo di secoli con una tiepida e tenera brezza di morto grande e di putrefatta grandezza. Solo allora ci azzardammo ad entrare senza prendere d'assalto i muri corrosi di pietra fortificata, come volevano i più risoluti, o sbandellare con coppie di buoi l'entrata principale, come altri proponevano, poiché bastò che qualcuno li spingesse per far cedere nei loro gangheri i portoni blindati che nei tempi eroici della casa avevano resistito alle bombarde di William Dampier.

L'autunno del patriarca - Gabriel Garcia Marquez

(Sì, lo so, sono sei…)

 
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MalloryClothing
MalloryClothing il 31/05/07 alle 00:30 via WEB
KaDo. Bonanotte. :o)
 
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Antonio Gramsci "La Città Futura" (1917)   

 

" Odio gli indifferenti: credo come Federico Hebbel che “vivere vuol dire essere partigiani”. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e partigiano. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. E’ la palla di piombo per il rinnovatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che circonda la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché inghiottisce nei suoi gorghi limosi gli assalitori, e li decima e li scoraggia e qualche volta li fa desistere dall’impresa “eroica”. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. ".......

..... continua qui  

 

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