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Post n°5 pubblicato il 21 Febbraio 2013 da ilpopolodellalibert1
Articolo di Viittorio Feltri da "Il Giornale" del 21 febbraio 2013. Tanta rabbia e proposte da manicomio! L'antipolitica indica i problemi ma ci farà finire come la Grecia! Beppe Grillo e i grillini imperversano. Dominano nelle piazze e anche in tivù benché evitino con cura di partecipare ai talk show elettorali. Non c'è dubbio: sono simpatici, burloni, divertenti. Non solo: le parole del guitto ligure vanno quasi sempre a bersaglio, descrivono una realtà sotto gli occhi di tutti, centrano il cuore di tanti problemi che affliggono l'Italia. Non è quindi in discussione ciò che il Movimento 5 Stelle dice per bocca del proprio leader, ma ciò che eventualmente sarebbe in grado di fare. Molto facile accusare l'Europa di essere una trappola nella quale ci dibattiamo senza riuscire a liberarci. Facile anche affermare: l'euro è un bidone, ha impoverito i cittadini e seguita a impoverirli. Meno facile, anzi difficilissimo, spiegare come sia possibile tornare alla vecchia e gloriosa liretta, precisando quale piano si intende adottare per non peggiorare la situazione, già abbastanza critica. Grillo sostiene che sia indispensabile dare 800 euro al mese a chiunque non abbia un lavoro, in modo da garantire a tutti la sopravvivenza. Un'idea magnifica. Ma irrealizzabile se non si specifica dove andare a prendere i soldi per adempiere a un simile gravoso impegno. Il guitto ha forse ragione quando liquida la classe politica definendola una banda di ladri inidonei a guidare il Paese se non conducendolo verso il fallimento. Lo pensano in molti, probabilmente la maggioranza che, difatti, è pronta a sottoscrivere ogni imputazione rivolta ai parlamentari in uscita e in entrata. D'altronde, quando le cose vanno male - in questo momento vanno malissimo - una voce che denunci le storture e le inadeguatezze del sistema non solo viene ascoltata dalla massa, ma si trasforma presto in un grido corale che scuote il Palazzo. Palazzo che in effetti traballa terrorizzato dalla protesta urlata dall'inimitabile guitto. Al punto che il povero Mario Monti, continuatore dell'opera di demolizione economica iniziata dai cosiddetti europeisti, spaventato dal successo piazzaiolo di Grillo, lancia messaggi di pace: caro Beppe, mettiamoci d'accordo, nel prossimo governo di centrosinistra ti garantiamo un posto da ministro tecnico. Lo stesso, in altra forma, fa Pier Luigi Bersani, illudendosi che sia sufficiente una cadrega per ammorbidire, e utilizzare ai propri fini, il condottiero del Movimento 5 Stelle. È evidente: la casta ha paura di lui, della sua crescita (nella considerazione della gente) tale da minacciare la governabilità. L'apparato politico tradizionale, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, durante i quali si assiste all'inarrestabile ascesa dei grillini, mostra la propria debolezza: non è in grado di opporsi all'antipolitica e tenta di sedurne i promotori allo scopo di integrarli, depotenziando la loro carica esplosiva. Centristi e democratici si illudono di riuscire ad arginare l'ondata protestataria; ma chi la cavalca è consapevole di doversi agitare ancora di più per non dissipare il proprio patrimonio di consensi. Gli scontenti vogliono essere rappresentati da uomini che si scagliano contro il potere, non che trattino con esso per strapparne una fettina. combatte, perderebbe di colpo la propria credibilità. Se il risultato della consultazione gli fosse favorevole, la prossima legislatura si profilerebbe drammatica per i sensali dei partiti «storici». Nessun governo, avendo sul collo il fiato del M5S, avrebbe la serenità per attuare un sia pur modesto programma. Qualsiasi opposizione in genere è poco malleabile, figuriamoci un'opposizione grillina eterodiretta dal comico istrione. Qualcuno si eccita all'ipotesi che il nuovo Parlamento sia ingestibile e che l'intero impianto istituzionale vada a rotoli; non manca mai chi sogna di delegare il compito di fare la rivoluzione a un gruppo di volontari, e di godersi lo spettacolo in tivù, comodamente seduto in poltrona e in ciabatte. C'è un precedente. Nel 1992-'93, quando infuriava Mani pulite e la Lega minacciava sfracelli, una parte cospicua dell'opinione pubblica confidava in un sovvertimento dell'ordine costituito e vagheggiava la Seconda Repubblica. Si è visto com'è andata a finire. Nulla è mutato, se non in peggio. Con Grillo siamo di fronte a un fenomeno analogo: parecchi cittadini nauseati dallo statu quo puntano a distruggere il presente ma non sanno quale futuro desiderano né con quali mezzi costruirne uno. Il limite del Movimento Spaccamonti è questo: azzeriamo tutto, poi qualche santo provvederà. Peccato che i santi non provvedano. Cosicché il rischio è che il Paese caschi dalla padella, in cui sta bruciando, e finisca direttamente nella brace dove non potrebbe che ridursi in cenere. È vero. Ci stiamo incamminando per raggiungere la Grecia nell'abisso. Monti col proposito di salvarci ci ha costretti in ginocchio davanti ad Angela Merkel, e la reazione di Grillo è giustificata. Ma non basta dire usciamo dall'Europa e dall'euro per rimediare. Bisogna specificare come. Non basta dire non paghiamo il debito pubblico e chi ci ha prestato il denaro si arrangi. Salterebbero per aria le banche. E nelle banche ci sono i nostri risparmi, anche quelli di Grillo, suppongo. Indicare i problemi è un merito: ma se non indichi le soluzioni sei un velleitario. Ti conviene andare a nasconderti. In questo momento non si sente l'esigenza di un bravo predicatore, ma di qualcuno che razzoli bene. Niente altro, e così sia.
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Post n°4 pubblicato il 18 Febbraio 2013 da ilpopolodellalibert1
La Promessa di Berlusconi... Dopo l'abolizione dell'IMU, ecco un'altra proposta PDL a favore dei contribuenti. Più flessibilità, stop ai pignoramenti e meno interessi: basta con le persecuzioni. 1) Aumentare la rateizzazione da 72 a 120 mesi 2) Rateizzazione "automatica" per i debiti fino a 200.000 euro 3) Dilazione dei debiti possibile fino al mancato pagamento di 5 rate consecutive anzichè le attuali 2 4) Possibilità per le imprese di una moratoria di 12 mesi sul pagamento delle rate 5) Divieto d'iscrizione d'ipoteca per debiti inferiori a 200.000 euro (ora il limite è 20.000) 6) Impignorabilità della prima casa per debiti fiscali 7) Abolire l'obbligo di pagamento anticipato di un terzo degli importi per il contribuente che fa ricorso 8) Rinuncia dello Stato su sanzioni, interessi e oneri aggiuntivi
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Post n°3 pubblicato il 16 Febbraio 2013 da ilpopolodellalibert1
Meno sprechi, meno tasse, più rispetto per il cittadino! SOLUZIONI PROPOSTE DEL PDL PER RILANCIARE LA NOSTRA ECONOMIA:
- Via l'IMU sulla prima casa e restituzione dell'IMU 2012 - No alla patrimoniale - No all'aumento IVA - In cinque anni via l'IRAP - Pressione fiscale giù in cinque anni - Stop al bombardamento fiscale per far ripartire l'economia reale - Detassazione degli utili reinvestiti in azienda - Iva di cassa senza limiti - Quoziente familiare: a parità di reddito deve pagare meno tasse la famiglia con più componenti - I contribuenti possono scaricare dall'imponibile, fatture, scontrini e ricevute. - Assistenza preventiva degli uffici finanziari - Drastica revisione dei poteri di Equitalia - Abolizione del redditometro - Alzare limiti a uso del contante - Costituzionalizzazione dello Statuto del contribuente - Inserire in Costituzione tetto massimo dell'imposizione fiscale
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Post n°2 pubblicato il 10 Febbraio 2013 da ilpopolodellalibert1
"IL NIBBIO CHE VOLEVA NITRIRE" Favola di Esopo. Il nibbio, durante il primo periodo della sua esistenza, aveva posseduto una voce, certo non bella, ma comunque acuta e decisa. Egli, però, era sempre stato nutrito da una incontenibile invidia di tutto e di tutti. Sapeva di essere imparentato con l'aquila, ma questo, invece di costituire un vanto, non faceva altro che alimentare la sua gelosia: capiva di essere inferiore e si rodeva dalla rabbia per questo. Invidiava gli uccelli variopinti come il pappagallo e il pavone, lodati e vezzeggiati da tutti. Inoltre, si mostrava sprezzante nei riguardi dell'usignolo, dicendo tra sé: "Sì, ha una bella vocetta ma é troppo delicata e romantica! Roba da donnicciole! Se devo cercare di migliorare la mia voce certamente non prenderò come esempio questo stupido uccello. Io voglio una voce forte, che si imponga sulle altre!" Era un bel giorno di primavera. Il nibbio se ne stava tranquillamente appollaiato sopra un ramo di faggio, riparato dalle fresche fronde della pianta. Inaspettato, giunse un cavallo accaldato che, cercando un po' di refrigerio, andò a riposarsi all'ombra dell'albero.
Sdraiandosi con l'intenzione di fare un sonnellino, l'equino, inavvertitamente si punse con un cardo spinoso e, dal dolore, lanciò un lungo e acutissimo nitrito. "Oh, che meraviglia!" Esclamò il nibbio con entusiasmo. Questa é la voce che andrebbe bene per me: acuta, imponente e inconfondibile!" Il nibbio cominciò da quel mattino, ad esercitarsi nell'imitazione di quel verso meraviglioso. Provò e riprovò scorticandosi la gola, ma inutilmente. Quando, dopo molti tentativi senza successo, si rassegnò a tornare alla sua voce originale, ebbe una brutta sorpresa: gli era sparita a furia di sforzarla! Cosi dovette accontentarsi di emettere un suono insignificante e rauco per tutta la vita! Morale della favola: Chi, mosso da invidia, cerca di imitare ciò che è al di fuori della sua natura, perde anche le proprie doti originali. "Questa favola mi fa venire in mente certi personaggi...che, in campagna elettorare, stanno scopiazzando il programma ed il savoir- faire del Cavaliere. Addirittura stanno cercando di imitarne l'ironia, con battutine all'inglese, che non fanno neppure ridere i polli e facendosi immortale con cagnolini in braccio...Ahahahahah! Trovo tutto ciò ridicolo e patetico!!! La Classe non è acqua..."
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Post n°1 pubblicato il 08 Febbraio 2013 da ilpopolodellalibert1
Articolo di Salvatore Tramontano da "Il Giornale" dell'8 febbraio 2013. SARA' IL FESTIVAL DEL PD!
Non sono solo canzonette. Fabio Fazio lo sa e con quella faccia da finto ingenuo sta preparando il più grande show prima delle elezioni. Benvenuti al festival rosso della canzone italiana, in diretta da Sanremo, per cinque giorni e con tutta la potenza della corazzata Rai, televisione di Stato. È il meglio che il servizio pubblico in questa stagione sia in grado di offrire, uno spettacolo partigiano con una missione ben definita: fare campagna elettorale contro il solito nemico, Silvio Berlusconi. Ma c'è bisogno di Sanremo per vincere le elezioni? La verità è che tira una brutta aria. I sondaggi annunciano il Cavaliere sempre più pericolosamente vicino, mentre Bersani, partito di gran carriera, viene dato in controtendenza da settimane, come se avesse raggiunto in fretta la sua quota di consensi e ora non sa più dove pescare. Tanto vale provare ad affidarsi a Fabio Fazio: nessuno più di lui è bravo a orchestrare operazioni del genere, lui in fondo sul palcoscenico porta da sempre i suoi amici e pazienza se la pensano tutti allo stesso modo e, per uno strano scherzo del caso, passano le giornate a bestemmiare contro il Cavaliere. Capita, mica è colpa loro se le elezioni si svolgono proprio alla fine del Festival. È che Gubitosi e Napolitano non hanno avuto il tempo di mettersi d'accordo, dopo tutto cosa volete che sia una canzone. Il segreto infatti non sono le canzoni, ma gli ospiti. Fazio avrà al suo fianco la solita Littizzetto e poi schiera la sua squadra preferita con Dandini, Bisio, Marcorè, Piovani e così via, senza parlare di un possibile intervento dantesco di Benigni, dove c'è sempre spazio in bolgia per un sorrisino sul Cav. Non è un caso che Anna Oxa abbia trovato una felice sintesi per definire il prossimo Sanremo, il grande spettacolo nazionale e popolare: «Un sottoprodotto del Primo Maggio». Non è la prima volta che la Rai si schiera con il candidato della sinistra, è successo già con la Rai di Zaccaria nel 2001. Ma non portò fortuna, visto che allora andò male. E allora tutti in ginocchio a pregare, cantando, San Remo, con la speranza che non si sia arrugginito in fatto di miracoli.
MEDITATE GENTE...MEDITATE...PIU' LAMPANTE DI COSI' QUALE SIA L'OBIETTIVO ...
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