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Post n°15 pubblicato il 11 Luglio 2005 da social.blog
Foto di social.blog
"I sistemi democratici procedono diversamente, perché devono controllare non solo ciò che il popolo fa, ma anche quello che pensa. Lo Stato non è in grado di garantire l’obbedienza con la forza, e il pensiero può portare all’azione, perciò la minaccia all’ordine deve essere sradicata alla fonte. E’ quindi necessario creare una cornice che delimiti un pensiero accettabile, racchiuso entro i princìpi della religione di Stato. Tali principi non devono necessariamente essere affermati, anzi, sarebbe meglio darli per scontati, come implicita cornice del pensiero pensabile. I critici rafforzano questo sistema accettando senza discussione tali dottrine e limitando le proprie critiche alle questioni tattiche che sorgono al loro interno. Se i critici vogliono ottenere il rispetto ed essere ammessi al dibattito, devono accettare, senza fare domande, la dottrina fondamentale secondo cui lo Stato è di per sé buono e guidato dalle più nobili intenzioni, cerca solo di difendersi e non si presenta come soggetto attivo nelle questioni mondiali, ma semplicemente reagisce di fronte a crimini altrui, talvolta incautamente a causa della propria ingenuità, della complessità della storia o dell’incapacità di comprendere la malvagità dei nostri nemici. Se persino i critici più severi adottano queste premesse senza discuterle, allora l’uomo comune potrebbe chiedersi: chi sono io per dissentire?”

(Tratto da: Noam Chomsky "La Fabbrica del consenso", 1984)
 
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