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Guerriglia a Chinatown
Post n°78 pubblicato il 13 Aprile 2007 da lifeisnow.napoli
A Milano la comunità Cinese si ribella, la scintilla è stata una contravvenzione della Polizia Municipale nei confronti di un cinese che trasportava la merce per il negozio in un auto ad utilizzo privato. L’agente ha contestato questo tipo d’infrazione ma in pochi minuti si è scatenata la guerriglia fra forze dell’ordine e asiatici. Feriti da ambedue gli schieramenti. La comunità Cinese è molto chiusa, a differenza di altri gruppi etnici nel nostro paese preferiscono fare affari tra loro e non integrarsi. Questo è un tipo di politica che viene applicato in tutto il mondo, dall’America all’Australia. I settori in cui sono presenti sono principalmente l’abbigliamento e la ristorazione, sia all’ingrosso che al dettaglio. I dati non aiutano ad identificare il numero di immigrati, per uno regolare ve ne sono 5 irregolari in media e talune volte i documenti di cinesi deceduti vengono riveduti ad altri che fino ad allora erano stati irregolari. Un popolo fatto di persone che lavorano 26 ore su 24 8 giorni su 7, che pur di stare tra membri della propria comunità pagano più del dovuto. L’esempio è nel settore immobiliare, cinesi che intendono aprire un negozio nelle zone denominate Chinatown pur di aggiudicarsi l’immobile adiacente ad un'altra attività cinese sono in grado di pagare anche dal 30% in più del prezzo di mercato. Il tutto non certificabile in quanto il tutto avviene con pagamenti contanti. C’è chi si lamenta e chi invece no, contenti i commercianti che lavorano con loro che sono impeccabili nei pagamenti. Si lamentano i residenti. Pechino a chiesto spiegazioni ufficiali al nostro governo. Che sia stato Gianni Morandi alias Fiorello a fomentare la rivolta, come dice nell’imitazione che ha fatto oggi a Viva Radio 2 J A parte gli scherzi, speriamo che rimanga un caso isolato. Il sindaco Letizia Moratti risponde, non ammettiamo che vi siano zone franche in città le regole valgono per tutti. Speriamo che sia così Intanto l’informazione da due punti di vista, nell’edizione delle 13:00 del TG5 l’inviato afferma che tutti i cinesi si stringono in un assoluto mutismo e come alibi utilizzano quello di non parlare italiano. Alle 13:30 il TG1 manda in onda un servizio da Milano in cui intervista alcuni negozianti cinesi. Quale è la situazione più veritiera? Quella del TG1 o quella del TG5? Nell’incertezza meglio rimanere nel mezzo J TG2,5 ovvero il telespettatore con il proprio giudizio deve poter arrivare ad una conclusione dopo aver visto i due punti di vista. |
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