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«Il Vesuvio può esplodere di nuovo»

Post n°129 pubblicato il 31 Agosto 2007 da lifeisnow.napoli
 
Foto di lifeisnow.napoli

Il National Geographic titola: «Vesuvio: addormentato, per ora». Quindi avverte: «Nel 79 d.C. il più pericoloso vulcano del mondo seppellì la città di Pompei, ma la prossima eruzione potrebbe essere molto più forte». E «vicina », stando all'esame dell'altalena delle passate esplosioni. «Forte» come quella che, 3.780 anni fa, nell'età del Bronzo, distrusse Avellino: «E che i piani di protezione civile devono prendere come scenario di riferimento per organizzare il piano di evacuazione: con quello attuale, Napoli, sarebbe in pericolo». Dopo la messa in guardia firmata da ricercatori napoletani e americani, è la rivista Usa a rilanciare l'allarme Vesuvio. E lo fa partendo da un'immagine di quasi 4.000 anni fa: quella di un uomo e una donna sepolti dalla cenere a Nola (la Pompei della preistoria) mentre cercavano la fuga in una direzione sbagliata. «Le catastrofi dei nostri giorni, dall'uragano di New Orleans allo tsunami, avvengono perché si sono sottovalutati gli scenari estremi», avevano avvertito un anno fa i vulcanologi, Giuseppe Mastrolorenzo, Lucia Pappalardo e Michael Sheridan, quindi l'antropologo Pier Paolo Petrone. Il National Geographic ha incrociato il loro studio con l'attuale piano di emergenza, quindi con i risultati della prova d'esodo fatta nel 2006 e con le immagini di vita raccolte durante un viaggio sulle pendici del Vesuvio. La conclusione della rivista: «Quattromila anni dopo Avellino, ancora oggi gli abitanti della Campania sarebbero costretti a lasciare le loro orme nella cenere». La colpa? Innanzitutto dell'attuale piano di emergenza: «Non viene aggiornato significativamente da più di cinque anni », «non considera come scenario di intervento l'eruzione più forte», «prevede l'evacuazione dei 18 comuni della zona rossa, 600 mila persone, ma non di Napoli».

NAPOLI: «NIENTE ALLARMISMI» - Napoli ringrazia ma getta acqua sul fuoco: «Non facciamo allarmismi». E i suoi «angeli custodi », dell'osservatorio vesuviano e della Protezione civile, rassicurano: «Il vulcano è monitorato, non ci sono segnali che facciano pensare a un'eruzione vicina». Il più «tranquillo» di tutti è Luciano De Crescenzo: «Oggi siamo molto più equipaggiati, c'è tutto il tempo per scappare». Quindi da buon fatalista aggiunge: «Che arrivi un'eruzione come quella del 79 d.C. o di 4.000 anni fa, beh, io confido solo nel caso». Al caso i ricercatori però preferiscono la legge delle probabilità: «C'è una probabilità dell'1% che si verifichi un'eruzione pliniana come quella di Avellino. Per questo, per elaborare il piano, ne è stata scelta una subpliniana come quella del 1631», spiega Titti Postiglione, del Dipartimento della protezione civile. Sia chiaro però: «Si parte con lo scenario più probabile, ma il piano può essere cambiato all'istante qualora la crisi pre-eruttiva indichi un rischio più forte». «In ogni caso — aggiunge Giulio Zuccaro, direttore del centro studi Plinius — per Napoli il rischio non è quello immediato di piogge piroclastiche ma di cenere. L'evacuazione può essere in questo caso più lenta e programmata in base ai venti». E il piano del 2001? «Già bello che superato: quello nuovo prevede l'evacuazione in tre giorni anziché in sei, fatta anche con i mezzi privati oltre che con quelli pubblici», continua Titti Postiglione. «È già stato in parte testato e sarà presentato entro l'anno, le fasce di rischio sono riconsiderate », aggiunge l'assessore regionale alla Protezione civile Luigi Nocera. Che ribadisce: «Nessun rischio concreto e immediato di nuova eruzione».
English Version
The National Geographic article’s title is “Vesuvius, Asleep For Now”. Then the strapline warns: “In a.d. 79, the world’s most dangerous volcano buried the town of Pompeii. The next blast could be much bigger”. And it could come soon, judging by pattern of past eruptions. It could also be as devastating as the one that destroyed Bronze Age Avellino 3,780 years ago. According to Neapolitan and American researchers, this is the eruption that civil defence plans should use as a benchmark scenario to organise evacuation plans since current plans would leave Naples in danger.
 
Now the US-based National Geographic magazine has picked up the earlier Vesuvius alarm, taking its cue from an image almost 4,000 years old: a man and a woman buried by ash at Nola, the prehistoric Pompeii, as they tried to escape in the wrong direction. Contemporary catastrophes like Hurricane Katrina and the Indian Ocean tsunami occur because extreme scenarios are underestimated, volcanologists Giuseppe Mastrolorenzo, Lucia Pappalardo and Michael Sheridan warned a year ago, followed by anthropologist Pier Paolo Petrone. National Geographic compared their studies with the current emergency plan, and then with the results of the evacuation drill carried out in 2006 and with snapshots of life taken on a trip to the slopes of Vesuvius. National Geographic’s conclusion: “Four thousand years after Avellino, the inhabitants of Campania would be reduced to leaving their footprints in the ash”. Whose fault is it? The first culprit is the current emergency plan, which has not been significantly updated in more than five years, fails to take into consideration the worst-case scenario and calls for the evacuation of the 600,000 people who live in the 18 municipalities in the Red Zone, but not of Naples itself.
 
NAPLES: NO ALARMISM – Naples itself is more relaxed and there were calls to avoid alarmist warnings. The city’s guardian angels, the Vesuvius observatory and civil defence authorities, say reassuringly that the volcano is constantly monitored and shows no signs of an imminent eruption. Most relaxed of all is writer Luciano De Crescenzo: “Today, we’re much better equipped. There’s plenty of time to get away”. As an incorrigible fatalist, he adds “whether there’s an eruption like the one in a.d. 79 or the one 4,000 years ago, I trust only in fate”. But researchers prefer the laws of probability. “There’s a one per cent probability of a plinian eruption like the one at Avellino. That’s why the plan was drafted on the basis of a subplinian eruption like the one in 1631”, explains Titti Postiglione from the department of civil defence. He points out that “you start with the most probable scenario but the plan can be changed instantly if the pre-eruption crisis points to a greater risk”. “In any case”, adds Giulio Zuccaro, director of the Plinius study centre, “the risk for Naples is ash, not a pyroclastic surge. In the case of ash, the evacuation could be slower and planned according to the winds”. What about the 2001 plan? “That’s already well out of date. The new one envisages evacuation in three days instead of six and involves private vehicles as well as public ones”, adds Titti Postiglione. “The new plan has already been partially tested and will be presented before the end of this year. The risk bands have been redrawn”, adds the regional councillor in charge of civil defence, Luigi Nocera. He is adamant that there is “no concrete, immediate risk of a new eruption”.
Fonte: Corriere della Sera by Alessandra Mangiarotti

 
 
 
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