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Mozzarella: L´Unione Europea dice OK ma la Francia dice STOP

Post n°236 pubblicato il 28 Marzo 2008 da lifeisnow.napoli
 
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La commissione Ue si è detta oggi soddisfatta dell'azione italiana sulla questione della mozzarella di bufala, precisando che pertanto non c'è ragione di procedere ad ulteriori azioni. La situazione è sostanzialmente tornata alla normalità, fanno sapere dall'Unione, e presto il pregiato formaggio italiano potra tornare sulle tavole dei consumatori. "Possono essere bloccati solo i lotti che provengono dagli stabilimenti contaminati ed è precisamente quello che stanno facendo le autorità italiane", ha chiarito la portavoce della Commissione Nina Papadoulaki.

Annuncio che forse arriva però troppo tardi, visto proprio questa mattina il ministero dell'Agricoltura di Parigi ha chiesto alle imprese francesi di "bloccare immediatamente" le confezioni provenienti dalla Campania. "Nei prossimi giorni - si legge in una nota del dicastero - e in ottemperanza a un principio di precauzione saranno svolte analisi sui lotti di mozzarella al latte di bufala originaria della Campania". Si tratta di un duro colpo, essendo il mercato Transalpino la maggiore destinazione dell'export di mozzarella di bufala campana Dop, con una percentuale del 22%.

Meno grave, ma comunque preoccupante, quanto deciso oggi dall'Agenzia per la sicurezza alimentare portoghese, che quale "misura di precauzionale" ha avviato controlli a campione sulle mozzarelle italiane presenti nei negozi del paese per controllare se contengano diossina.

Notizie positive arrivano invece dal Giappone, dove le autorità sanitarie hanno autorizzato lo sblocco delle mozzarelle italiane ferme da giorni alle dogane degli aeroporti di Tokyo e Osaka: nel corso della nottata sono state sdoganate tutte le partite di mozzarella, sia di bufala che di mucca, non provenienti dalla Campania, mentre in mattinata il provvedimento ha riguardato anche le confezioni in arrivo dalle province di Napoli, Salerno e Avellino.

La rappresentanza diplomatica italiana a Tokyo che si sta occupando del caso, ha voluto sottolineare in queste ore "l'atteggiamento estremamente collaborativo dimostrato dalle autorità sanitarie nipponiche, che stanno lavorando con grande serietà per risolvere in tempi brevi questa delicata situazione senza creare inutili allarmismi".


Ed effettivamente i primi dati sommari raccolti nella comunità dei ristoratori italiani a Tokyo parlano di consumatori poco o nulla colpiti dall'allarme diossina. I locali tricolori continuano ad essere frequentatissimi e anche le pizzerie, dove la mozzarella rappresenta un ingrediente chiave, non hanno accusato flessioni di clienti. "L'unico problema è relativo alle scorte - ha dichiarato Hisanori Yamamoto, vincitore lo scorso anno del campionato internazionale di pizzaioli - che si stanno via via assottigliando e potrebbero costringerci nei prossimi giorni a utilizzare prodotti di altre regioni italiane".

La speranza è che nel frattempo le preoccupazioni siano rientrate del tutto. Per questo carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e autorità sanitarie stanno lavorando a pieno regime. I militari stanno continuando ad acquisire le autocertificazioni dei caseifici della provincia di Caserta, Napoli ed Avellino, dove sono stati trovati indici di diossina superiori al limite previsto. Non è escluso che nelle prossime ore i Nas possano anche effettuare ulteriori prelievi di latte e mozzarelle in situazioni in cui si dovessero registrare evidenti irregolarità. Nel mirino degli investigatori ci sono poi anche le documentazioni di 'autocontrollo' igienico sanitario nelle quali le aziende, in virtù di analisi periodiche che effettuano, attestano la salubrità del prodotto.

Sul versante dei rapporti tra l'Italia e Bruxelles, va segnalata invece la lettera scritta dal ministro della Salute Livia Turco al Commissario Androula Vassiliou. La rappresentante del governo propone in particolare alla responsabile della Politica della salute e dei Consumatori della Ue una gestione "comune della crisi". Nella lettera Livia conferma inoltre che il governo italiano e le autorità regionali "non hanno mai sottovalutato il rischio derivante dalla possibile contaminazione delle materie prime impiegate nella produzione di alimenti" e assicura che l'Italia ha "ulteriormente intensificato i controlli su tutta la regione Campania e in particolare sta procedendo ad una ulteriore verifica nei venticinque caseifici per rintracciare e ritirare dal commercio i prodotti che possono essere stati contaminati".

 
 
 
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