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Viaggio in Polonia, dzień 7

Post n°1174 pubblicato il 09 Settembre 2013 da lightdew
 

Estate 2013 
POLONIA
: racconto di un viaggio in camper

7 giorno, 16 agosto 2013

Zamosc e Lublino

 

 


 

foto lightdew

 

 

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Dopo aver scaricato e caricato d'acqua il camper, salutiamo il custode e partiamo per la prossima tappa. Quest'oggi ci aspettano circa quattrocento chilometri. La prima tappa è Zamosc, chiamata anche la piccola Padova. Restiamo davvero sorpresi della somiglianza e della bellezza di questa cittadina polacca che ha visto un architetto padovano costruire questo centro a dimora del principe del luogo. Ritroviamo immagini di Sant'Antonio nelle chiese, volti che assomigliano a quelli padovani, una piazza meravigliosa e case splendide, di colori variopinti. All' ufficio turistico mi rivolgo in inglese alla responsabile e quando mi viene chiesto di dove siamo, scopro con  mia grande sorpresa che capisce e parla perfettamente l'italiano. Tutto il luogo è in festa, e le rievocazioni medioevali sono ovunque, ma soprattutto sulle mura della città, dove si può perfino provare a sparare col cannone. 




foto lightdew



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Arriviamo a Lublino di sera. Posteggiamo in uno dei tanti posteggi a pagamento, scegliendone uno vicino al centro e sorvegliato tutta la notte. Concordiamo un prezzo per la notte fino alle dodici del giorno seguente a 25zlt e ci dirigiamo verso il centro, perché la notte polacca ci sta chiamando.
Un fiume scorrevole di gente, artisti da strada, bancarelle, musicanti riempie il delizioso centro storico medioevale della città. Finestre illuminate da candele, locali con i tavolini all'aperto, un palco con l esibizione di gruppi che cantanoe suonano ballate antiche rende tutta questa notte magica. Lublino incanta, e man mano che risaliamo la Polonia verso il mar Baltico, è una continua piacevole scoperta.






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Dal web

Zamosc

Zamość (Zamostja in ucraino; Zamascʾ in bielorusso; Zamosch in tedesco e yiddish) è una città della Polonia sudorientale, con 66.633 abitanti nel 2004, situata nel voivodato di Lublino dal 1999 e capoluogo del distretto di Zamość. A circa 20 km dalla città si trova il Parco Nazionale di Roztocze.
Il centro storico della città è iscritto nella lista Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO dal 1992. Risulta un esempio di "città ideale" rinascimentale ben conservato, in quanto il nucleo originale non è stato pressoché intaccato dallo sviluppo successivo della città, avvenuto attorno ad esso.


Zamość fu fondata nel 1580 (il decreto di fondazione data 10 aprile) su iniziativa del magnate ed etmano polacco Jan Zamoyski, come capitale dei propri vastissimi possedimenti all'interno della Confederazione polacco-lituana. Uomo di profonda cultura e vasti interessi, Zamoyski aveva studiato all'Università di Padova, dove si era anche convertito dal calvinismo al cattolicesimo ed era stato rettore dell'Università dei Legisti. Zamość fu edificata sul percorso commerciale che collega l'Europa occidentale e settentrionale al Mar Nero, secondo un progetto di "città ideale" rinascimentale dell'architetto padovano Bernardo Morando. Concepita per svolgere allo stesso tempo funzioni di residenza principesca, centro commerciale e presidio militare, per certe caratteristiche ricorda la città natale dell'architetto e viene chiamata "la Padova del Nord".
Inizialmente vennero edificati la residenza di Zamoyski e il centro commerciale, quindi si passò alle fortificazioni su pianta pentagonale, per resistere alle frequenti incursioni di cosacchi e tartari. Il manierismo italiano di Morando assorbì elementi dell'Europa centrale, come evidente nei portici ad arco degli edifici che attorniano la grande piazza del mercato.
Sede di un'università dal 1595, conobbe un lungo periodo di splendore grazie alla floridezza del commercio, garantito dalla presenza di una comunità cosmopolita, che poté godere di ampia tolleranza religiosa.
Rinforzata ulteriormente da fortificazioni nel XVII secolo, resistette alle incursioni cosacche attorno alla metà del secolo e all'invasione svedese del 1656, per poi cadere brevemente sotto il dominio austriaco e poi sotto quello russo. I russi riadattarono vari edifici rinascimentali, snaturandoli, e distrussero quasi del tutto le antiche fortificazioni nel 1866.
Nel 1942 il distretto di Zamość, a causa del terreno fertile, fu scelta per la colonizzazione tedesca nel Governatorato Generale, come parte del Generalplan Ost. Gli occupanti tedeschi progettarono una sistemazione di almeno 60.000 tedeschi nell'area prima della fine del 1943. Nel novembre 1941 fu tentata un'espulsione, e l'intera operazione finì con una pacificazione combinata con un'espulsione nel giugno-luglio 1943 chiamata Wehrwolf Action I e II. Circa 110.000 persone furono espulse da 297 frazioni; circa 30.000 furono le vittime tra i bambini, che se erano "accettabili" dal punto di vista della razza, venivano mandati in famiglie tedesche del Terzo Reich per il processo di germanizzazione. La maggior parte delle persone espulse furono mandate nei campi slavi di lavoro in Germania o nei campi di concentramento.


Piazza del Mercato
La popolazione locale reagì alla persecuzione con grande determinazione: scapparono nelle foreste, organizzarono un'auto-difesa, aiutarono la gente espulsa, portando via i bambini dalle mani dei rapitori tedeschi. Fino alla metà del 1943 i tedeschi riuscirono a far insediare 8.000 coloni, e il numero crebbe di circa due migliaia nel 1944, ma questo insediamento andò incontro alla fiera resistenza delle forze polacche. L'attuale Presidente della Germania Horst Köhler nacque in una famiglia di coloni tedeschi a Skierbieszów.
Dopo la seconda guerra mondiale Zamość iniziò un periodo di sviluppo. Negli anni settanta e ottanta la popolazione crebbe rapidissimamente, da 100 del 1975 a 68.800 (2003). Questo fu causato dai significativi profitti che la città iniziò ad accumulare: le ricchezze erano dovute alla vecchia strada commerciale che collega la Germania all'Ucraina e ai porti del Mar Nero.
Dal 1975 al 1998 la città fu capitale del voivodato di Zamość, mentre con la nuova suddivisione in voivodati del 1999, è stata assegnata al voivodato di Lublino, essendo il vecchio voivodato stato eliminato.


Il Hetman Zamość è la squadra calcistica della città, fondata nel 1934, milita nella II Liga. La squadra si allena nello Stadion OSiR.


La città si trova sulla linea ferroviaria che collegava l'Unione Sovietica con le miniere di carbone e zolfo dell'Alta Slesia, e a meno di 60 km dal confine con l'Ucraina.
Personalità legate a Zamość

Vasilij Ivanovič Denisov
Joseph Epstein
Marek Grechuta
Enrico Ittar
Rosa Luxemburg
Isacco Leyb Peretz
Giselda Zamoyska
Jan Sobiepan Zamoyski
Jan Zamoyski
Onorificenze

Ordine della Croce di Grunwald di III Classe — 1946

 

Lublino

Da secoli Lublino è un importante punto di unione fra l’Europa occidentale e quella orientale. Crocevia mercantile e diplomatico nel corso della storia, oggi è meta di artisti, scienziati, studenti e imprenditori.
Nel 1317, con il conferimento degli statuti cittadini, Lublino consolidò la sua posizione fra le maggiori città polacche ed europee.
Le fiere di Lublino erano frequentate da mercanti provenienti dalle regioni transcaucasiche, dal Mar Nero, dalla Lituania, dal cuore della Russia. Nel 1569 vi fu firmata l’Unione di Lublino che sancì la fusione di Polonia e Lituania in un unico organismo statale e sarebbe durata oltre due secoli.
In quegli stessi anni re Stefano Batory stabili a Lublino la sede del Tribunale della Corona.
Nel 1918, dopo quasi 130 anni di dominazione straniera, fu formato a Lublino il Governo Provvisorio della Repubblica Polacca, primo organismo del nuovo stato, e fu fondata l’Università Cattolica.
Solidarność, uno dei movimenti sociali più importanti della storia del XX secolo, ebbe la sua origine proprio a Lublino e nella vicina Świdnik dove, un mese prima dei celebri scioperi di Danzica e Stettino, gli operai insorsero contro il regime del partito comunista.
Lublino e stata per secoli un nobile esempio di tolleranza. La città era abitata da ebrei, ruteni, protestanti, cattolici e altre etnie. L’antico borgo del Podzamcze, alle falde del castello, fu per secoli sede della comunità ebraica, centro intellettuale e culturale ebraico di rinomanza internazionale. Dal 1544 sede della tipografia ebraica, dal 1567 della celebre Accademia dei Sapienti, dal 1580 della Dieta delle Quattro Terre (Waad Arba Aracot), il principale organo di rappresentanza ebraico nella I Repubblica.
 
La visita a Lublino non può non iniziare dalla Torre della Trinità con vista sulla pittoresca città vecchia, adagiata sui colli Czwartek, Grodzisko, Zamkowe  e Staromiejskie. Sul Colle del Castello (Zamkowe) si erge un fortilizio, il monumento più antico in città (XIII secolo, simbolo della longevità di Lublino.
Il Castello, costruito in stile neogotico nel 1828 sulle rovine di una residenza reale, fu fino al 1954 una prigione, luogo di supplizio dei polacchi nell’Ottocento, nel corso della  Seconda Guerra Mondiale e negli anni del terrore staliniano (1948-1954). Oggi le mura del Castello ospitano il Museo di Lublino.
La Citta Vecchia è il borgo medievale meglio conservato della Polonia. Su un’altura dell’estensione di 7 ettari sorgono ben 100 edifici di valore storico. Vi si accede dalla Porta di Cracovia (XIV se colo), simbolo culturale di Lublino e sede oggi del Museo Storico della città.
Al centro della Piazza del Mercato sorge il Vecchio Municipio in stile neoclassico, un tempo sede del Tribunale della Corona, attorniato da palazzi risalenti al XV secolo. Ciascuno di essi è un libro di storia scritto sui muri, sui portoni, sulle finestre, nei cortili e negli scantinati.
Al di sotto della Città Vecchia si snoda un itinerario turistico sotterraneo attraverso le cantine degli antichi magazzini mercantili e le enoteche dell’epoca della fioritura cittadina.
La Basilica domenicana di S. Stanislao è fra gli esempi più belli e preziosi di arte sacra in Polonia. Colpiscono la cappella rinascimentale dei Firlej con le iscrizioni funebri finemente lavorate e l’affresco del Giudizio Universale dipinto sulla cupola della cappella Tyszkiewicz. La Cattedrale barocca (XVII s.) è ornata dal monumentale affresco di Jozef Mayer (1757) e  custodisce uno degli altari maggiori più grandi della Polonia, intagliato in legno del Libano. Il tesoro della cattedrale contiene capolavori d’arte orafa. Nelle cripte della cattedrale sono sepolti dignitari della Chiesa e benemeriti cittadini.
Via Krakowskie Przedmieście è il salotto di Lublino, la meta preferita degli incontri e del divertimento per gli abitanti della città e per i turisti. Caffè, cantine artistiche, ristoranti, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Per non parlare della celeberrima pasticceria Semadini con i suoi 160 anni di storia.
Nelle vicinanze, presso piazza Łokietek, sorge il Nuovo Municipio neoclassico, sede delle autorità cittadine. Dal balcone della torre del municipio, alle dodici in punto, il trombettiere intona il caratteristico segnale (hejnał).
La vicina piazza Litewski  riassume la storia moderna. All’inizio dell’Ottocento vi si svolgevano le parate militari, oggi è il luogo delle cerimonie religiose e di stato. I momenti salienti della storia si rispecchiano nei monumenti della piazza: dalla Costituzione del 3 Maggio, all’Unione di Lublino, a Jozef Piłsudski e al Milite Ignoto.
Nelle vicinanze si gli storici alberghi “Europa” e “Lublinianka”, palazzi aristocratici del primo Novecento.
La piu antica università di Lublino, l’ebraica Accademia Talmudica (ribattezzata nel XX secolo Accademia dei Sapienti), fu fondata nel 1567. Nel 1918 sorse l’Università Cattolica di Lublino (KUL), ateneo prestigioso in campo umanistico. Vi studiò e insegno Karol Wojtyła, il futuro papa Giovanni Paolo II. Da oltre mezzo secolo hanno sede a Lublino altri importanti istituti universitari: l’Università Marie Curie-Skłodowska, l’Accademia di Medicina e l’Accademia di Agraria.
Dal 2001 opera il Collegio Europeo delle Università Polacche e Ucraine.
Il Giardino Botanico dell’Universita Maria Curie Skłodowska lascia strabiliati per la bellezza dello scenario e la ricchezza della vegetazione: oltre 6.000 specie di piante di tutte le zone climatiche del mondo. In questo paesaggio sorge l’antico palazzo della famiglia Kościuszko.
Il Museo della Campagna (all’aperto) custodisce ed espone storiche costruzioni in legno delle regioni della zona di Lublino. Si possono ammirare dimore e intere masserie con i tetti di paglia, una corte nobiliare barocca, una taverna, una chiesetta di campagna, una chiesa greco – cattolica con il tetto di legno, un originale mulino “olandese” e botteghe rurali: un oleificio e una fucina da maniscalco.
Storia del Ghetto di Lublino

Lublino, nella Polonia orientale, all'inizio della Seconda Guerra Mondiale aveva una popolazione di 40.000 ebrei su di un totale di 122.000 abitanti. Le truppe tedesche entrarono in città il 18 settembre 1939. I provvedimenti contro gli ebrei furono immediati. In diverse retate furono catturati ebrei adulti ed inviati ai lavori coatti. Nel novembre 1939 gli ebrei che abitavano nella strada principale della città (la Kraskowskie Przedmiescie) vennero costretti ad abbandonare le loro case che vennero confiscati. A tutti venne ordinato di cucire sugli abiti la famigerata stella gialla. Il piano di concentramento nazista aveva individuato in Lublino e nel suo territorio circostante il luogo dove creare una "riserva giudaica", cioèun luogo all'interno del Governatorato Generale (la nuova regione creata sulle ceneri della Polonia occupata) in cui concentrare gli ebrei polacchi e quelli espulsi dalla Germania. Dal febbraio 1940 63.000 deportati ebrei vennero fatti confluire a Lublino. Tuttavia i tedeschi avevano sottovalutato le difficoltà connesse ad un concentramento di più di due milioni e mezzo di ebrei. Così dopo due mesi il piano venne sospeso. Frattanto i tedeschi - seguendo il loro schema consueto - ordinarono la costituzione di uno Judenrat (Consiglio Ebraico) di 24 membri. Ad animare lo Judenrat furono chiamate due personalità della città di Lublino: Henryk Bekker ed il suo vice Mark Alten. Lo Judenrat continuò a lavorare - di fatto - come aveva precedentemente operato la Comunità dedicandosi cioËall'assistenza e alla salute. Questa attitudine tuttavia non era per i tedeschi di nessuna utilità. Ciò che volevano era una collaborazione per la creazione di lavoro forzato coatto, la cooperazione per la formazione di liste di persone da deportare ed il controllo di eventuali attività antitedesche.
I tedeschi, non trovando una diretta collaborazione nello Judenrat, cominciarono a rastrellare autonomamente gli ebrei. Lo Judenrat reagì cercando di organizzare attività economiche che potessero essere utili ai nazisti e preservare così la vita degli abitanti. Venne creata la fabbrica di armamenti della Deutsche Ausrustungswerke. Nell'estate del 1940 i tedeschi intensificarono ugualmente i rastrellamenti di forza lavoro. Lo Judenrat fu costretto a redigere liste di ebrei da inviare ai campi. Dal 10 marzo 1941i tedeschi cominciarono ad espellere ebrei dalla città. Alla fine del mese erano state evacuate 10.000 persone ed inviate nei villaggi circostanti. Questo strano comportamento era dettato dalla volontà tedesca di creare al più presto a Lublino un ghetto. Terminata l'espulsione alla fine di marzo venne creato il ghetto con una popolazione di 34.000 persone. Il concentramento in spazi ristretti e la scarsitàdi cibo condusse ben presto al diffondersi di malattie: nell'estate del 1941 una epidemia di tifo devastò il ghetto. Una volta resa operativa la decisione di sterminare gli ebrei con la Conferenza del Wannsee i tedeschi cominciarono le operazioni di deportazione degli ebrei verso il campo di sterminio di Belzec a partire dal 17 marzo 1942. Venne stabilita una quota giornaliera di 1400 persone. Gli ebrei venivano stanati casa per casa, portati in un "punto di concentramento" e lì selezionati. In una prima fase vennero risparmiati i "lavoratori" ma non le loro famiglie. Durante questa "Aktion" cinquecento ebrei vennero fucilati per aver tentato la fuga. L'operazione terminò il 20 aprile: erano state catturate 30.000 persone di cui una parte venne inviata al campo di sterminio di Belzec ed un'altra parte venne fucilata nei boschi alla periferia della città. Mentre l'azione era in corso, il 31 marzo i i membri dello Judenrat vennero dimezzati e ridotti a 12 e Mark Alten venne nominato capo del consiglio. I membri "licenziati" vennero deportati nel campo di sterminio. Dopo questa operazione nel ghetto di Lublino erano rimaste soltanto 4.000 persone che vennero spostate in un quartiere periferico della città chiamato Majdan Tatarski. Qui, in condizioni spaventose per mancanza di cibo e di alloggio, i tedeschi continuarono le "selezioni" uccidendo tutte le persone che non riuscivano a dimostrare di avere un lavoro utile. Il 2 settembre 1942 venne lanciata un'altra "Aktion" su larga scala che portò alla deportazione di altre 200 persone verso il campo di sterminio di Majdanek. Altri 800 ebbero la stessa sorte durante una "Aktion" che si svolse il 25 ottobre. Nel luglio 1944, pochi giorni prima di ritirarsi di fronte all'avanzata dell'Arlata Rossa, i tedeschi uccisero i sopravvissuti. L'esercito sovietico entrò a Lublino il 24 luglio 1944: in città non rimanevano più ebrei vivi.

 

 
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Eddie_Crane
Eddie_Crane il 09/09/13 alle 22:35 via WEB
E' tutto uno spettacolo...
 
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