i miei pensieri
Tutto il nostro sapere ha origine dalle nostre percezioni...
UN AMICO PERDUTO
Le nubi oscurano il cielo
e la pioggia comincia a cadere fitta,fitta.
Il cielo piange per un amore perduto che è il sole
mentre io piango per un amico perduto che è Luca.
L'orizzonte al di là delle nuvole è azzurro
come un tempo era la mia vita
piena di allegria e di speranze
perchè la tua vicinanza mi rendeva
la persona più felice del mondo.
Ora la tua presenza c'è
ma non si vede,è invisibile,senza radici.
Vorrei poterti toccare come facevo un tempo,
ma prima non la ritenevo una cosa importante.
Tu sei nel vento che soffia,
sei nel calore rosso vivo e intenso
di una rosa rossa;
sei nel profumo dei fiori;
dell'aria;della natura.
Sono sveglio,
immobile davanti a questo silenzio,
davanti a tutto...
il respiro della natura,la pioggia,
si ricrea tra la vita...
e la morte
un ciclo eterno e armonioso.
Una voce parla ora al mio cuore...
Ora...
Quell'amico più caro,
mi trasforma...mi rassicura,m'accarezza.
Dedicato a Luca
Da Gianni
FELICITà SENZA RAGIONI
IL colore del tempo
che batte nel silenzio
di una penombra lontana dai passi,
un'immagine senza specchio
accende un sorriso stupito
da riflessi di felicità
senza ragione
la più piccola foglia
diventa la stella più grande
che ancora riflette schegge di luce disordinata
che rimbalza nei miei vuoti colorati di felicità
senza ragioni,
orme antiche sospese
tra cespugli senza polvere
nel sentiero tagliato da leggere
foschie senza tempo
nutrono emozioni e
felicità senza ragioni...
Marco
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1 e 2 Novembre - Ognissanti e il giorno dei morti
Il giorno dei morti fu ufficialmente collocato alla data del 2 Novembre nel X sec. d.c. circa, praticamente fondendosi con il 1 Novembre, gia' festa di ognissanti dall'anno 853, per sovrapporsi alle piu' antiche celebrazioni di quei giorni. (vedi anche Samhain / Calenda / Halloween alla sezione "Feste")
Tra il popolo comunque, le vecchie abitudini furono adattate alla nuova festa e al suo mutato significato, mantenendo la credenza che in quei giorni i defunti potevano tornare tra i viventi, vagando per la terra o recandosi dai parenti ancora in vita.
In tutta italia si possono ancora oggi ritrovare gesti e pratiche tradizionali per la celebrazione di queste feste.
Queste tradizioni sono le vestigia delle pratiche rituali delle antiche religioni, sopravvissute sotto forma di superstizione o trasformate ed adattate alla religione cristiana.
Nelle citta' con l'avvento del progresso queste tradizioni sono praticamente scomparse; ma nei paesi e soprattutto in meridione, sono ancora vive, anche se sovente ripetute quasi per abitudine, senza memoria del significato originale.
Riti popolari per i defunti - il ciboIn quasi tutte le regioni possiamo trovare pratiche e abitudini legate a questa ricorrenza. Una delle piu' diffuse era l'approntare un banchetto, o anche un solo un piatto con delle vivande, dedicato ai morti.
Qualche esempio caratteristico.
In alcune regioni, come il Piemonte, si soleva per cena lasciare un posto in piu' a tavola, riservato ai defunti che sarebbero tornati in visita.
In Val d'Ossola sembra esserci una particolarita' in tal senso: dopo la cena, tutte le famiglie si recavano insieme al cimitero, lasciando le case vuote in modo che i morti potessero andare li' a ristorarsi in pace. Il ritorno alle case era poi annunciato dal suono delle campane, perche' i defunti potessero ritirarsi senza fastidio.
In Sardegna, dopo la visita al cimitero e la messa, si tornava a casa a cenare, con la famiglia riunita. A fine pasto pero' non si sparecchiava, lasciando tutto intatto per gli eventuali defunti e spiriti che avrebbero potuto visitare la casa durante la notte. Prima della cena, i bambini andavano in giro per il paese a bussare alle porte, dicendo: <<Morti, morti...>> e ricevendo in cambio dolcetti, frutta secca e in rari casi, denaro.
In Calabria, nelle comunita' italo-albanesi, ci si avviava praticamente in corteo verso i cimiteri: dopo benedizioni e preghiere per entrare in contatto con i defunti, si approntavano banchetti direttamente sulle tombe, invitando anche i visitatori a partecipare.
In Puglia, la sera precedente il due novembre, si usa ancora imbandire la tavola per la cena, con tutti gli accessori, pane acqua e vino, apposta per i morti, che si crede tornino a visitare i parenti, approfittanto del banchetto e fermandosi almeno sino a natale o alla befana.
Altre usanze tradizionali
Passando ad altre tradizioni, ma rimanendo in puglia, ad Orsara in particolare, la festa veniva (e viene ancora chiamata) Fuuc acost e coinvolge tutto il paese. Si decorano le zucche chiamate Cocce priatorje, si accendono falo' di rami di ginestre agli incroci e nelle piazze e si cucina sulle loro braci; anche qui comunque gli avanzi vengono riservati ai morti, lasciandoli disposti agli angoli delle strade.
In Sicilia c'e' l'usanza di preparare doni e dolci per i bambini, ai quali viene detto che sono regali portati dai parenti trapassati. I genitori infatti raccontano ai figli che se durante l'anno sono stati buoni e hanno recitato le preghiere per le anime dei defunti, i "morti" porteranno loro dei doni.
In Emilia Romagna nei tempi passati, i poveri andavano di casa in casa a chiedere "la carita' di murt", ricevendo cibo dalle persone da cui bussavano.
A Bormio in Lombardia invece, la notte del 2 novembre si era soliti mettere sul davanzale una zucca riempita di vino.
In Veneto le zucche venivano svuotate, dipinte e trasformate in lanterne, chiamate lumere: la candela all'interno rappresentava cristianamente l'idea della resurrezione.
Anche in Abruzzo si decoravano le zucche, e i ragazzi di paese andavano a bussare di casa in casa domandando offerte per le anime dei morti, solitamente frutta di stagione, frutta secca e dolci. Questa tradizione e' ancora viva in alcune localita' abruzzesi.
Dolci tradizionali per la festa dei morti
In alcune regioni ci sono dei dolci e delle cibarie fatte appositamente per la festa dei morti. Questi cibi, anche se appartenenti alla tradizione cristiana, hanno spesso un origine precedente. Dolci e pani antropomorfi per scopi rituali, ad esempio, esistevano già al tempo dei Romani.
In Sicilia troviamo la mani, un pane ad anello modellato a forma di unico braccio che unisce due mani, e il pane dei morti, un pane di forma antropomorfa che originariamente si suppone fosse un'offerta alimentare alle anime dei parenti morti.
In Lombardia abbiamo invece gli oss de mord, o oss de mort, fatti con pasta e mandorle toste, cotti al forno, di forma bislunga, con vago sapore di cannella.
A Comacchio c'e' invece il punghen cmàciàis, il Topino Comacchiese, dolce a forma di topo preparato in casa.
.........
Come abbiamo visto, zucche, questua, dolci e regali non sono una recente importazione statunitense per la festa di Halloween (contrazione di "All Hallows Even" - vigilia di tutti i santi), ma caratteristiche tradizionali del passato popolare delle regioni italiane.
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LA VITA OLTRE LA MORTE
"A te che piangi i tuoi morti" "Se mi ami non piangere! Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo;se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra,non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio,dalle sue espressioni di sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e meschine al confronto! Ci siamo amati e conosciuti nel tempo:ma tutto era allora così fugace e limitato! Io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo fra noi: tu pensami così;nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, e dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più puro e più intenso, alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore! Non piangere più se veramente mi ami!"
(Agostino)
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