Livin' in Paris

INTERNATIONAL SECURITY, CLASSES TIME.

Come era prevedibile, siamo infine arrivati al momento del "no time".
I corsi a Sciences-Po sono entrati nel vivo del semestre e gli impegni scolastici si fanno via via più pressanti ed inderogabili; il metodo francese utilizzato nelle grandi scuole, apprezzabile dal punto di vista del rapporto "confidenziale" intrattenuto col mercato del lavoro e con la "vita reale", mette a dura prova le capacità degli studenti e soprattutto la loro volontà e senso del dovere.

Insomma, si studia davvero tanto.
Il controllo continuo che gli insegnanti esercitano, sotto forma di pseudo-interrogazioni, ricerche orali e scritte da fare, letture obbligatorie (d'accordo, qualcosa del genere c'è anche in Italia, ma nessuno pretende che si faccia un riassunto scritto di ciò che si è letto di volta in volta!), sintesi di articoli e commenti su testi ed estratti di riviste internazionali, implica che si studi in modo costante.
O meglio, come dicono qui, che si lavori in modo costante.
Vediamo un  pò di che cosa si occupa uno studente che, come il sottoscritto, ha deciso di entrare a Sciences-Po per specializzarsi in Sicurezza Internazionale.

Il lunedì si esordisce alla grande, con lezioni dalle 12 alle 19 (due pause di un quarto d'ora ciascuna!): si comincia con seminario di Diritto Internazionale, dove ci si occupa dell'analisi dei testi fondamentali e di istituzioni quali l'ONU e la Corte Internazionale di Giustizia. Il pomeriggio prosegue col corso di Inglese, nel quale la prof. si è fissata con i problemi socio-politici americani e le questioni di più scottante attualità - dice lei - di interesse medio-basso - diciamo noi (o le politiche agricole della California sono di scottante attualità?). La giornata si conclude col seminario di Guerra e Pace che, contrariamente a quanto l'80% dei miei amici sostiene, non è uno studio del mattone di Tolstoj, ma un'analisi metodologica della sociologia della Guerra e della Pace. Detto così sembra di una noia mortale, ma non lo è: si passa dallo studio delle cause delle maggiori guerre africane, al fenomeno dei "Lords of War", all'analisi delle politiche di sicurezza nel mondo, al confronto tra guerre civili diverse.
Il martedì scorre via tra due ore di analisi delle politiche di sicurezza dell'Unione Europea ("Ue et questioni di sicurezza"), durante le quali si dibatte di Pesc e Pesd e due ore di Teorie delle Relazioni Internazionali, un corso molto affascinante, centrato sulle correnti di pensiero politico internazionale dalla fine della II guerra Mondiale, fino all'altro ieri.
Il mercoledì ci regala due ore di corso magistrale di Guerra e Pace, dove il prof. (un guru in Francia sugli studi su Mediterraneo e Medio Oriente) tratta di Guerra Fredda, di obsolescenza del fenomeno guerriero, di nuove guerre nucleari. Le altre due ore sono di Pensiero Stretegico: volete imparare come schierare le vostre truppe in battaglia e per farlo volete studiare i mostri sacri della strategia militare? Questo è il corso che fa per voi.
Il giovedì chiude in bellezza la settimana di corsi, con due "belle" ore di corso magistrale di Diritto Internazionale: tanta teoria e tanto diritto.
Il venerdì, niente lezione. Dovevo fare un corso di Metodi Quantitativi (basi matematiche per operare in zone di conflitto), ma hanno visto che avevo fatto abbastanza statistica e mi hanno dispensato....bene.

Venerdì, sabato e domenica festa? Beh, sì...ma solo dopo aver fatto un pò di ricerca su internet, aver letto l'articolo "Realism an the End of the Cold War", aver fatto il riassunto della "European Security Strategy" per la lezione del martedì, aver preparato la ricerca orale su "Un'organizzazione internazionale ha diritto ad un territorio?", aver scritto la propria opinione sugli allargamenti dell'UE ed il loro impatto sulla sicurezza europea...

In compenso, ieri, Sciences-Po ha organizzato un forum-studenti con alcune imprese, molte pubbliche, qualcuna privata, del settore sicurezza internazionale: finalmente il mondo dei conflitti, dei piani strategici, dello spionaggio (c'era un dirigente della DGSE, l'equivalente del  nostro SISMI), dell'intelligence economica mi si è mostrato in tutto il suo splendore, con tanto di imprese, contratti, stages, stipendi ed orari di lavoro...wow!