ReALTà DisTorTe
il QuotidianoI DANNI DEI CONTRIBUTI PER L'EDITORIA:
Hanno incoraggiato un'econimia drogata di aziende editoriali incapaci di sostenersi
Hanno creato una diseguaglianza tra concorrenti, sovvenzionando secondo criteri di APPARTENENZA POLITICA
Hanno ridotto la libertà di espressione dei giornalisti
Hanno allontanato l'interesse dei lettori
Hanno travisato lo spirito dell'articolo 21 della Costituzione Italiana, uno dei fondamenti della democrazia.
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Non dà indipendenza energetica, produce mostruose scorie eterne per il quale non esiste un solo posto sulla faccia della Terra dove custodirle in sicurezza, non ha tempi certi, costa cifre incerte ed enormi, succhia immani sussidi pubblici (spesso accumulati nei bilanci statali), alimenta gli armamenti atomici che sono l'unico vero modo per "smaltire" i residui delle centrali atomiche.
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Ieri sera è andato in onda anche il programma “Centocinquanta” su RaiUno, condotto da Pippo Baudo, Bruno Vespa e con la collaborazione straordinaria di Belen Rodriguez nei panni di Anita Garibaldi. Mediaset ha risposto mettendo, sotto il logo di ogni singolo canale, la bandiera dell’Italia: tradotto significa “Silvio Berlusconi ama l’Italia e gli Italiani” (uno slogan trito e ritrito, un po’ come il suo parrucchino). Una festa tanto acclamata, tanto “reclamizzata” da Roberto Benigni al Festival di Sanremo, una festa tanto attesa. Sì, perchè l’Italia va in ferie: scuole, uffici e attività commerciali resteranno chiuse, ma solo per quest’anno. Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, non vuole, e Silvio deve obbedire al richiamo del “padrone dell’economia italiana”. A rimanere chiuso è soprattutto il Palazzo del Potere dove nessuno sa cosa si festeggia oggi.
Non è nato Silvio Berlusconi, non si è battezzata Ruby Rubacuori, non hanno “scopato” Bocchino e Carfagna, non hanno organizzato bunga bunga, non hanno raccontato una barzelletta contro gli ebrei o contro gli immigrati, non è sparito dalla tv nè Giuliano Ferrara nè Emilio Fede. Ah sì, forse è diventato Presidente del Parlamento Cavour, o meglio Garibaldi, o chissà anche Napoleone Bonaparte – mentre che ci siamo, in questa fiera dell’ignoranza e della disinformazione. Per Rosy Bindi (Presidente del PD) ”Il 17 Marzo 1861 Roma divenne Capitale d’Italia”; per Fabio Mussi (Sinistra Ecologia e Libertà) “Non so perchè sia stato scelto proprio il 17 Marzo”; addirittura per Roberto Formigoni (Presidente della Regione Lombardia – Pdl/Lega) “Il 17 Marzo sono partite le 5 giornate di Milano”.
Nessun politico, nonostante si siano battuti affinchè il 17 Marzo fosse festa nazionale, sa perchè si festeggia proprio in questa data: il 17 Marzo 1861 a Palazzo Carignano venne proclamato il Regno d’Italia. Con la prima convocazione del Parlamento italiano del 18 febbraio 1861 e la successiva proclamazione del 17 marzo, Vittorio Emanuele II divenne il primo re d’Italia nel periodo 1861-1878. Roma divenne capitale d’Italia nel 1871. Forse hanno ragione i leghisti: non siamo degni di questa nazione, non ci appartiene. Spero solo che i colori della nostra bandiera (verde, bianco e rosso) rimangano tali per sempre: ho come l’impressione che Silvio voglia sostituire il rosso col blu. Il pericolo rosso è sempre in agguato: i soliti comunisti..
L’Italia non è degli Italiani.
Cosa sarà mai successo il 17 Marzo di 150 anni fa?
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Il comunismo è la più alta manifestazione della capacità dell'uomo di sognare un futuro migliore, ed è la vera libertà: gli errori imputati al comunismo, sono in verità da imputare all'immaturità dei tanti, dei troppi che si sono detti comunisti, ma di questa ideologia non hanno capito nulla.
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Inviato da: PENSIERO_STUPENDO12
il 07/02/2012 alle 21:27