Creato da loredanafina1964 il 10/10/2011

loredanafina

scrivere scrivere scrivere!

 

 

« Da: "COSI' PARLO' ZAR...Da: "COSI' PARLO' ZAR... »

Da: "COSI' PARLO' ZARATHUSTRA" di F. W. Niethzsche - LE FRASI PIU' BELLE - DICIANNOVESIMA PUBBLICAZIONE.

Post n°92 pubblicato il 29 Agosto 2012 da loredanafina1964
Foto di loredanafina1964

DELLO SPIRITO DI GRAVITA'

(pag. 165) - La mia lingua è la lingua del popolo: troppo rozza e troppo cordiale per i bellimbusti. E ancora più strana suona la mia parola per tutti gli scribacchini e i pennivendoli.

La mia mano - mano di pazzo: guai a tutte le tavole e a tutte le pareti, e a tutto ciò che può offrire un posto ai ghirigori e agli scarabocchi d'un pazzo!

Il mio piede è piede equino; e con esso io trotto a galoppo per monti e piani, a destra e a manca, e per la gioia della corsa mi trasformo in demonio.

Il mio stomaco è forse uno stomaco d'aquila? Infatti predilige la carne d'agnello. Comunque è uno stomaco d'uccello.

Nutrito di cose innocenti e sobrio, pronto e impaziente di volare, volare - così sono oggi io: e in questo non v'è qualche cosa della natura degli uccelli?

E tanto più che io sono nemico dello spirito di gravità, il che è nella natura degli uccelli: e, in verità nemico mortale, nemico con tutto il cuore, nemico da sempre! Dove dunque la mia inimicizia non ha già volato, dove non s'è volando smarrita?

Ne potrei fare una canzone - e voglio intonarla: quantunque io sia solo nella casa vuota e debba cantare solamente per i miei orecchi.

Esistono certamente altri cantor, che hanno la gola morbida, il gesto eloquente, gli occhi espressivi soltanto quando la sala è straboccante: - io non sono di quelli.

                                           ________________________

 

DELLE ANTICHE TAVOLE E DELLE NUOVE TAVOLE

(pag. 169) - "Qui seggo ed attendo, attorniato da vecchie tavole infrante, e da nuove tavole scritte a metà. Quando verrà l'ora mia, - l'ora della mia discesa, del mio tramonto? Giacchè una volta ancora voglio tornare tra gli uomini.

E' ciò che attendo: poichè bisogna che vengano prima i segni annunziatori eche l'ora mia è giunta: il leone ridente e lo stuolo delle colombe.

Frattanto parlo a me stesso come uno che ha tempo. Nessuno mi racconta cose nuove: racconterò dunque me a me stesso".

"Quando sono venuto agli uomini, li ho trovati seduti su una vecchia presunzione. Essi presumevano sapere già da tempo ciò che è bene e male per l'uomo.

Ogni discussione sulla virtù sembrava loro cosa vecchia e logora, e chi voleva dormire bene parlava ancora del "bene" e del "male" prima di coricarsi.

Io ho turbato questi sonni quando ho insegnato: "Nessuno sa ancora cosa sia il bene e cosa sia il male, tranne colui che crea!".

Questi è colui che fissa un fine all'uomo e che da un senso e un avvenire alla terra: è lui soltanto che fa sì che una cosa sia buona o cattiva.

Ed io ho ordinato loro di rovesciare le loro vecchie cattedre e tutto ciò su cui si fosse assisa quella vecchia presunzione; ho ordinato loro di ridere dei loro grandi maestri di virtù, dei loro santi, dei loro poeti, dei loro salvatori del mondo.

Ho ordinato loro di ridere dei loro saggi austeri, e di quanti altri come neri spauracchi si fossero seduti sull'albero della vita a mettere in guardia la gente.

Mi sono seduto presso la loro grande via dei sepolcri, tra le carogne e gli avvoltoi, e ho riso di tutto il loro passato e del suo splendore muffoso e decadente.

Come i predicatori di penitenza e i folli, ho invocato lo sterminio di tutte le cose loro piccole e grandi, e ho riso della piccolezza di ciò che hanno di meglio, e della piccolezza di ciò che hanno di peggio!

La mia saggia brama prorompeva da me con grida e con risa; una saggezza selvaggia, in verità nata sui monti, è questa mia grande brama dell'ali strepitanti.

E spesso mi portò via in alto, lontano mentre ridevo: volavo allora fremendo come una freccia, attraverso un'estasi ebbra di sole: - là in lontani futuri, che ancora non vide alcun sogno, nel mezzogiorno più caldo mai immaginato da un artista: laggiù ove gli dei, danzando si vergognano d'ogni veste: 

- sicchè parlo per metafore, zoppico e balbetto come i poeti: e, in verità mi vergogno di dover essere ancora un poeta!

Ove tutto il divenire mi sembrava danza divina e sfrenatezza divina, e il mondo scatenato e liberato si rifugiava in se stesso: - come un eterno fuggirsi e cercarsi di molti dèi: - 

Ove tutto il tempo mi sembrava un felice schernire gli istanti, ove la necessità era la stessa libertà, che giocava beata con il pungiglione della libertà: -

Ove ho trovato pure il mio vecchi demonio e il mio nemico acerrimo, lo spirito della gravità, e tutto ciò che ha creato: costrizione, statuti, necessità ed effetti, scopo, volontà, bene e male: -

NON DEVE ESISTERE FORSE QUALCOSA SULLA QUALE SI POSSA DANZARE E PASSARE OLTRE? NON DEVONO ESISTERE PER LA GIOIA DEI LEGGERI, DEI LEGGERISSIMI, TALPE E NANI PESANTI?

Fu pure là che ho raccolto lungo la strada la parola "Superuomo", e l'idea che l'uomo è un qualcosa da superare,

- che l'uomo è un ponte e non una meta, giudicandosi felice del suo mezzogiorno e della sua sera, QUASI UNA VIA PER UNA NUOVA AURORA:

- la parola di Zarathustra sul grande mezzogiorno e su tutto ciò che io ho sospeso sull'uomo, simile a un secondo tramonto prupureo.

In verità io gli ho fatto vedere anche nuovi astri  insieme con nuove notti; e al di sopra delle nubi, del giorno e della notte ho disteso il mio riso come un padiglione multicolore.

Glio ho insegnato a poetare e ad agire: a comporre in poetica unità tutto quel che nell'uomo è frammento e mistero e caso crudele, - da poeta, da solutore d'enigmi, da redentore del caso, gli ho insegnato a creare l'avvenire e a redimere, creando, tutto ciò che è stato.

Salvare il passato nell'uomo e ricreare "tutto ciò che fu", fino a quando la volontà dica: "Ma così ho voluto, così vorrò!".

E questo ho chiamato sua salvezza, questo soltanto gli ho insegnato a chiamare salvezza.

Adesso aspetto la mia salvezza, - per tornare fra gli uomini per l'ultima volta.

Perchè voglio tornare un'ultima volta fra gli uomini: voglio fra loro tramontare, morendo voglio loro consegnare il mio più ricco dono!

E' un insegnamento datomi dal sole, dal sole quando discende, dall'infinitamente ricco: esso spande sul mare l'oro della sua inesauribile dovizia,

- sicchè anche i pescatori più poveri voghino allora con remi d'oro! -

E' quanto ho una volta veduto e i miei occhi non si saziavano di pianto.

Zarathustra vuol tramontare come il sole: ed ora siede qui e aspetta, avendo intorno anche TAVOLE SPEZZATE E TAVOLE NUOVE INCISE A META'.

                                   _____________________________

PROSSIMA PUBBLICAZIONE AL PIU' PRESTO.    :))

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Agosto 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

caterina.restaguido.cabreleoioioioiolauraruozziforco1sil.morettimgtrasp.sollevamentiwallace981lorenzabcengelbethtononcelli.silviapery78dyerkessconcetta61dgl0piccola.memole
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per averlo condiviso ! NMRK :)
Inviato da: Laranichinyo
il 31/01/2015 alle 19:15
 
Ciao, bel post, complimenti. Ti auguro una dolce notte....
Inviato da: leggenda2009
il 23/01/2015 alle 23:28
 
:)
Inviato da: loredanafina1964
il 15/01/2014 alle 22:53
 
Il verso della lepre o il raglio dell'asino invece non...
Inviato da: dakota_07
il 13/01/2014 alle 22:58
 
grazie :) NMHRK
Inviato da: loredanafina1964
il 13/01/2014 alle 21:58
 
 

CHI PUņ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963