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LA DIDATTICA DELL'ODIO di Danilo Cipollini (Bel Ami Edizioni)- le frasi e le pagine più belle - 13^ ed ULTIMA PUBBLICAZIONE

Post n°135 pubblicato il 04 Settembre 2013 da loredanafina1964

Brutto modo davvero di cominciare un anno, la guerra. Era il 1991 e si passò direttamente dallo schiocco dei tappi di champagne della notte di S. Silvestro al rumore delle bombe in Iraq.

Cominciava la guerra del Golfo, si apriva una faida fra due paesi (America e, appunto, Iraq) ma sopratutto fra due figure politiche (Bush padre e Saddam Hussein) destinata a rimanere una cicatrice dolorante per molti anni. Anche se quella guerra finì in meno di due mesi, durò ancora a lungo, ovvero fino al giorno in cui Bush figlio completò il lavoro del paparino consegnando Hussein alla giustizia irachena e, da lì, al patibolo. Ma questa è storia recente. 

Se torniamo al '91, torniamo al rumore delle bombe che sparate fuori dalle televisioni di tutto il globo rimase nelle orecchie della gente a coprire ogni altro suono. Se ne accorse meglio di altri il mondo della musica, che reagì a quel rumore nel miglior modo possibile. Difatti, qualche mese dopo la fine delle ostilità, uscirono, ad un pugno di giorni l'uno dall'altro, due fra i più grandi capolavori che la storia del Rock ricordi: Nevermind dei Nirvana e Use your illusion I dei Guns 'N Roses. Un modo straordinario di far tornare i conti: se il Governo americano offriva alla gente detonazioni ed esplosioni, la musica statunitense avrebbe fornito l'alternativa.

Due canzoni più di ogni altra: Smells like teen spirit con la voce graffiante di Cobain e November rain con lo stratosferico assolo di Slash, il chitarrista dei Guns 'N Roses. Nothing lasts forever, even cold november rain. Niente dura per sempre, nemmeno la fredda pioggia di novembre. A suo modo, anche questo è un inno alla vita.ùE non durerà forse per sempre ma c'era quel giorno, la fredda pioggia di novembre. Che ha anche i suoi lati positivi, ce lo siamo già detto. I giorni se n'erano andati così come erano venuti, scanditi dallo scorrere della campagna elettorale. Si era affacciato alla fine, anche il 4 Novembre, il giorno prima del voto, il giorno del silenzio elettorale.

Invenzione targata 1956, di casa Democrazia Cristiana. Il silenzio elettorale è il riconoscimento all'elettore di un pò di quiete dopo la tempesta della campagna elettorale e prima dell'orgia delle votazioni.

In pratica, nelle ventiquattro ore precedenti al voto e nei giorni del voto stesso, è proibito riunire comizi di ogni genere o parlare sui media, appendere manifesti di qualsiasi tipo e fare qualsiasi forma di propaganda in un raggio di duecento metri dai seggi. Eppure, da sempre, il silenzio elettorale, qui in Italia è un silenzio rumoroso.

Si chiudono in grande segreto gli ultimi accordi, si cerca disperatamente di racimolare gli ultimi voti perchè ogni politico che si rispetti sa che è nello scatto di quegli ultimi cento metri che si decide l'esito della corsa.

Ma Dario Sensoli, lo abbiamo detto, non è un politico.

E quindi, davvero rese silenzioso quel momento così importante. Si chiuse in casa con la sua boxe, i suoi libri, i suoi giornali, provocando in maniera irreversibile i nervi già tesi di Claudio Delicato che invece, da politico qual'era, continuava a tessere ragnatele gigantesche intorno al suo pupillo.

C'era davvero la possibilità di vincere? Dario non ne era sicuro. E ormai in realtà, nemmeno gli interessava troppo. Aveva giocato la sua partita e ora poteva soltanto aspettare, concedendo al silenzio il lusso di essere tale.

Strozzati, Italia, se davvero provi a mandar giù il boccone Milani. Pietro Mosca ha consacrato al Presidente una vita intera, l'ha vissuta nelle luci di quest'uomo ed ha fatto scudo col suo corpo alle sue ombre. Ora sa che tutto questo finirà, proprio come la pioggia di novembre che inzuppa il prato tagliato da poco dal suo giardiniere.

Se non sarà l'Italia a smantellarlo attraverso le risate di un comico, dice a se stesso specchiandosi nella finestra, sarà comunque la malattia a scrivere, definitivamente, i titoli di coda.

Ma c'è differenza fra morire sul campo di battaglia o essere gruadualmente dimenticati fino a sparire, lo sa bene ogni buon soldato, e nella guerra che è la politica di soldati come Mosca non ce ne sono. E allora trozzati, Italia, se vuoi digerire il Presidente che più di ogni altro ti ha imposto la sua fisionomia, perchè nel farlo chiuderesti forse per sempre le linee di potere che quest'uomo ha tracciato in anni e anni di lavoro. Lo sa bene, questo, Pietro Mosca. Sa di non essere un nuovo Milani. Non ne ha il carisma, la capacità di entrare negli occhi della gente e segnare qualcosa. Per una vita ha atteso il momento in cui finalmente, venuto meno il potere del suo principale, avrebbe potuto essere lui a stringere fra le mani il timone di questa Nazione.

Ma questo, è lapalissiano, sarà possibile solo se vincono ancora. Se escono sconfitti da questo duello riconquistare le posizioni da cui saranno scalzati diventerà impossibile senza la forza del loro Leader. Per questo, Pietro Mosca disturba strillando il silenzio elettorale, nell'ultimo tentativo di perseverare l'Ordine delle cose.

Gli costerebbe ammetterlo, se non fosse che questa pioggia lo rende così fastidiosamente onesto. Tu stai mangiando i miei sogni, Italia.

Strozzati, se ci riesci.

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Ci sono tre modi di fare una cosa: male, bene o in stile Dada.

Parlando in una metafora da combattimento, intercorre fra i tre modi la stessa differenza che passa fra colpire uno di striscio con un pugno, colpirlo bene in pieno viso facendolo barcollare e colpirlo, mandarlo al tappeto, poi legarlo, zavorrargli i piedi col cemento e buttarlo in mare mentre già ci si prepara ad andare a casa sua per sterminare la sua famiglia. Era difficile convincere Dada a mettere la testa fuori dal suo mondo, ma una volta che lo faceva, beh, bisognava rassegnarsi  a non poterla più placare fino al raggiungimento completo dell'obbiettivo.

A rigor di logica, il suo compito si sarebbe fermato con l'ultima diretta. Avrebbe potuto, da quel momento in poi, mettersi comoda e aspettare di vedere cosa sarebbe successo.

E invece Dada non aveva smesso un secondo di far girare sulla rete le parole del suo amico, non aveva smesso di sorvegliarlo e proteggerlo, e anche adesso che lui se ne stava avvolto nel suo silenzio elettorale, lei stava lì, davanti al suo pc, a scrivere e-mail a tutti i suoi contatti lasciando alla musica l'onere di coprirlo, questo...assordante..silenzio.

" I Guns 'N Roses, bella canzone November Rain ".

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L'ultima parte di questa narrazione, l'epilogo e l'ultimo capitolo sono davvero ...metaforicamente realistici.... un colpo di scena chiude questa storia .... lasciando il lettore in sospeso fra dubbi e certezze, ...una scelta di giustizia e onestà morale  del personaggio protagonista ... che rincuora .. lasciando il lettore appagato dal percorso di lettura di questo libro.

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