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Dal libro: "MOS ME"LE non lasciarmi di Caterina Camarda- Ed. Color&more-Le pagine più interessanti 10^ PUBBLIC.
Post n°145 pubblicato il 17 Novembre 2013 da loredanafina1964
Pag. 152 Per due giorni rimasi a letto, l'architetto veniva a portarmi da mangiare e mi controllava la schiena ma non gli rivolgevo la parola, mi ero chiusa nel mio silenzio. Ogni volta che tentavo di muovermi il dolore mi ricordava quella scena e, insieme a quella, anche tutte le altre. ________________________ Pag. 154 Continuava a parlare in modo arrogante e rideva, sentivo Ardian urlargli contro furiosamente mentre i ragazzi ridevano insieme a lui e facevano domande su domande e commentavano e poi ridevano. Strinsi i pugni e chiusi forte gli occhi, mentre la rabbia prendeva il posto della paura. "La deve pagare...." pensai. Aprii il cassetto senza fare rumore e presi un coltello a punta, con uno scatto fulmineo gli fui alle spalle, lo afferrai per i capelli e gli puntai il coltello alla gola premendolo forte. "Metti le mani sul tavolo!" dissi secca. Fece per reagire ma premetti ancora più forte, una goccia di sangue gli scivolò lungo il collo. "Ah..." sussultò piano. Non se l'aspettava, rimase immobile con le mani sollevate, pronte ad attaccare. "Le mani sul tavolo!" ripetei calma. Qualcuno tradusse, fose Ardian, lui si mosse lentamente, abbassò le mani e le posò sul tavolo. Girai gli occhi verso la porta, l'architetto stava entrando in quel momento e si bloccò, gli occhi spalancati fissi su di me, poi guardai ancora Mark. "Ti ringrazio..." cominciai a dire piano, "per avermi insegnato a essere forte..." la mia voce era bassa, "ora non mi spaventi più..." mi fermai un momento e guardai Ardian, "mi hai preso l'unica cosa che potevi avere..." lui capì e continuò a tradurre le mie parole, "non potresti nemmeno lontanamente aspirare ad avere altro da me..." la lama premeva contro la gola, "la tua crudeltà non ha nemmeno sfiorato la mia anima..." e la mano tirava forte all'indietro la testa. Mi fermai ancora facendo una smorfia, davanti agli occhi le immagini di quel giorno, poi continuai. "Ora avrò la mia rivincita..." la schiena mi doleva per lo sforzo, "e tu non potrai fare nulla..." ma dovevo farcela, "sei nelle mie mani..." fino alla fine, "come io ero nelle tue" ____________________________________
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