loredanafina

DEL NUOVO IDOLO

(pag. 50) - <

Stato? E che cos'è? Bravissimo! Adesso aprite bene gli orecchi, perchè vi parlerò della morte dei popoli.

Si chiama Stato il più gelido di tutti i mostri. Mentisce gelidamente e dalla sua bocca esce fuori questa bugia: <>.

E' una menzogna!! Creatori furono coloro che fecero i popoli e al di sopra di essi sospesero una fede e un amore: così servirono la vita.

Distruttori sono invece coloro che tendono le trappole per molti e le chiamano Stato: essi appendono sul loro capo una spada e cento desideri.

Dove ancora esiste un vero popolo, questo non comprende lo Stato e lo odia come il malocchio e come un peccato contro il costume e il diritto.

Io vi do questo segno: ogni popolo parla la sua lingua del bene e del male; ed essa non è compresa dal vicino. Questa lingua ciascuno se la foggiò nei suoi costumi e nel suo diritto.

Ma lo stato mentisce il tutte le lingue del bene e del male; e qualunque cosa dice, mentisce - e anche tutto quanto possiede l'ha rubato!

In lui tutto è falso: lo Stato, che ben sa mordere, morde con denti rubati. Sono falsi anche i suoi visceri.

Badate del bene e del male: questa io ve la do come divisa dello Stato. In verità, questa divisa significa la vostra volontà di morire!

Troppi uomini di più sono stati partoriti: lo Stato fu inventato per i superflui!

Guardate un po' come li adesca, i superflui! Come li avvolge nelle sue spire e come li mastica e li rimastica!

<> - così ruggisce il mostro. E non cadono in ginocchio soltanto gli orecchiuti e i miopi!

Ahimè, anche in voi, anime grandi, esso insinua le sue fosche menzogne! Ahimè tradisce i cuori ricchi a cui piace prodigarsi!

Si, tradisce anche voi, vincitori del vecchio Dio! Voi vi stancaste nella battaglia, e ora la vostra stanchezza serve il nuovo idolo.

Il nuovo idolo, vorrebbe attrarre a sè anche gli onesti e gli eroi! Si bea nel sole della buona coscienza, - il freddo mostro!

Egli vi darà tutto, se voi l'adorerete, il nuovo idolo! In tal modo egli si compera lo splendore della vostra virtù e la luce dei vostri occhi superbi.

E voi dovreste servirgli per adescare i superflui! Si, con ciò che fu inventato un tranello diabolico, un cavallo della morte tintinnante nella ricca bardatura degli oneri divini!

Si, così fu inventata la morte di molti, che si dà a credere vita: davvero un servizio senza pari offerto a tutti i predicatori della morte!

Io chiamo Stato quel luogo dove tutti sono ubriachi di veleno, buoni e cattivi: stato è quel luogo dove tutti si perdono, buoni o cattivi: Stato, quel luogo dove il lento suicidio generale si chiama <>.

Guardate dunque questi superflui! Conquistano ricchezze e con ciò diventano più poveri. Vogliono la potenze e innanzi tutto il grimaldello della potenze, molto denaro, - questi impotenti!

Guardate come s'arrampicano, agilissime scimmie! Si arrampicano gli uni sugli altri e così si trascinano tutti nel fango e nell'abisso.

Aspirano tutti al trono: è la loro pazzia! - come se la felicità sedesse sul trono. Spesso il fango siede sul trono, e spesso anche il trono è collocato nel fango.

Pazzi mi sembrano tutti e scimmie arrampicatrici e febbricitanti.

Il loro idolo emana cattivo odore, il gelido mostro: e malodoranti tutti questi servitori dell'idolo.

Fuggite il cattivo odore! Fuggite la puzza di queste vittime umane!

La terra è ancora libera per le anime grandi. Molti luoghi sono ancora liberi per i solitari e per le coppie di solitari, e intorno aleggia il profumo di mari tranquilli.

Aperta è ancora alle anime grandi una libera vita. Veramente quanto meno si possiede, tanto meno si è posseduti: lodata sia questa povertà piccolina.

Dove finisce lo Stato, là soltanto comincia l'uomo, che non sia superfluo: là incomincia la canzone della necessità, la melodia irriproducibile, e insostituibile.

Dove finisce lo Stato, - guardate, guardate, miei fratelli! Non vedete l'arcobaleno e il ponte del superuomo?

Così parlò Zarathustra.

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