Creato da loredanafina1964 il 10/10/2011

loredanafina

scrivere scrivere scrivere!

 

 

ANTEPRIMA PROSSIMA PUBBLICAZIONE : Libro "MOS ME LE Non lasciarmi" di Caterina Camarda - Ed. Coloremore

Post n°136 pubblicato il 06 Novembre 2013 da loredanafina1964

Prossimamente pubblicazione delle pagine più interessanti del libro:

"MOS ME"LE - Non lasciarmi" di Caterina Camarda - Ed. Coloremore.

                                _______________________________

 

MOS ME" LE è una storia d'amore e di violenza, di sentimenti forti e di emozioni intense, ma è anche una storia ricca di tratti riflessivi, introspettivi in parte autobiografici.

Tarina è una pittrice e ha un'altra grande passione, quella di scrivere.

Sta attraversando un periodo difficile, le cose in famiglia non vanno molto bene.

Un giorno, rientrando a casa due uomini la sorprendono facendole perdere i sensi e la rapiscono.

Inizierà così tutta una serie di episodi, talvolta anche piuttosto violenti, che la donna sarà costretta a subire senza comprenderne la vera motivazione.

Ma la motivazione c'è e la scoprirà nel modo più inaspettato e proprio attraverso la persona che ha involontariamente dato il via all'intera storia, una storia destinata a cambiare la sua vita nel profondo.

E per sempre.

                               _______________________________


 
 
 

LA DIDATTICA DELL'ODIO di Danilo Cipollini (Bel Ami Edizioni)- le frasi e le pagine più belle - 13^ ed ULTIMA PUBBLICAZIONE

Post n°135 pubblicato il 04 Settembre 2013 da loredanafina1964

Brutto modo davvero di cominciare un anno, la guerra. Era il 1991 e si passò direttamente dallo schiocco dei tappi di champagne della notte di S. Silvestro al rumore delle bombe in Iraq.

Cominciava la guerra del Golfo, si apriva una faida fra due paesi (America e, appunto, Iraq) ma sopratutto fra due figure politiche (Bush padre e Saddam Hussein) destinata a rimanere una cicatrice dolorante per molti anni. Anche se quella guerra finì in meno di due mesi, durò ancora a lungo, ovvero fino al giorno in cui Bush figlio completò il lavoro del paparino consegnando Hussein alla giustizia irachena e, da lì, al patibolo. Ma questa è storia recente. 

Se torniamo al '91, torniamo al rumore delle bombe che sparate fuori dalle televisioni di tutto il globo rimase nelle orecchie della gente a coprire ogni altro suono. Se ne accorse meglio di altri il mondo della musica, che reagì a quel rumore nel miglior modo possibile. Difatti, qualche mese dopo la fine delle ostilità, uscirono, ad un pugno di giorni l'uno dall'altro, due fra i più grandi capolavori che la storia del Rock ricordi: Nevermind dei Nirvana e Use your illusion I dei Guns 'N Roses. Un modo straordinario di far tornare i conti: se il Governo americano offriva alla gente detonazioni ed esplosioni, la musica statunitense avrebbe fornito l'alternativa.

Due canzoni più di ogni altra: Smells like teen spirit con la voce graffiante di Cobain e November rain con lo stratosferico assolo di Slash, il chitarrista dei Guns 'N Roses. Nothing lasts forever, even cold november rain. Niente dura per sempre, nemmeno la fredda pioggia di novembre. A suo modo, anche questo è un inno alla vita.ùE non durerà forse per sempre ma c'era quel giorno, la fredda pioggia di novembre. Che ha anche i suoi lati positivi, ce lo siamo già detto. I giorni se n'erano andati così come erano venuti, scanditi dallo scorrere della campagna elettorale. Si era affacciato alla fine, anche il 4 Novembre, il giorno prima del voto, il giorno del silenzio elettorale.

Invenzione targata 1956, di casa Democrazia Cristiana. Il silenzio elettorale è il riconoscimento all'elettore di un pò di quiete dopo la tempesta della campagna elettorale e prima dell'orgia delle votazioni.

In pratica, nelle ventiquattro ore precedenti al voto e nei giorni del voto stesso, è proibito riunire comizi di ogni genere o parlare sui media, appendere manifesti di qualsiasi tipo e fare qualsiasi forma di propaganda in un raggio di duecento metri dai seggi. Eppure, da sempre, il silenzio elettorale, qui in Italia è un silenzio rumoroso.

Si chiudono in grande segreto gli ultimi accordi, si cerca disperatamente di racimolare gli ultimi voti perchè ogni politico che si rispetti sa che è nello scatto di quegli ultimi cento metri che si decide l'esito della corsa.

Ma Dario Sensoli, lo abbiamo detto, non è un politico.

E quindi, davvero rese silenzioso quel momento così importante. Si chiuse in casa con la sua boxe, i suoi libri, i suoi giornali, provocando in maniera irreversibile i nervi già tesi di Claudio Delicato che invece, da politico qual'era, continuava a tessere ragnatele gigantesche intorno al suo pupillo.

C'era davvero la possibilità di vincere? Dario non ne era sicuro. E ormai in realtà, nemmeno gli interessava troppo. Aveva giocato la sua partita e ora poteva soltanto aspettare, concedendo al silenzio il lusso di essere tale.

Strozzati, Italia, se davvero provi a mandar giù il boccone Milani. Pietro Mosca ha consacrato al Presidente una vita intera, l'ha vissuta nelle luci di quest'uomo ed ha fatto scudo col suo corpo alle sue ombre. Ora sa che tutto questo finirà, proprio come la pioggia di novembre che inzuppa il prato tagliato da poco dal suo giardiniere.

Se non sarà l'Italia a smantellarlo attraverso le risate di un comico, dice a se stesso specchiandosi nella finestra, sarà comunque la malattia a scrivere, definitivamente, i titoli di coda.

Ma c'è differenza fra morire sul campo di battaglia o essere gruadualmente dimenticati fino a sparire, lo sa bene ogni buon soldato, e nella guerra che è la politica di soldati come Mosca non ce ne sono. E allora trozzati, Italia, se vuoi digerire il Presidente che più di ogni altro ti ha imposto la sua fisionomia, perchè nel farlo chiuderesti forse per sempre le linee di potere che quest'uomo ha tracciato in anni e anni di lavoro. Lo sa bene, questo, Pietro Mosca. Sa di non essere un nuovo Milani. Non ne ha il carisma, la capacità di entrare negli occhi della gente e segnare qualcosa. Per una vita ha atteso il momento in cui finalmente, venuto meno il potere del suo principale, avrebbe potuto essere lui a stringere fra le mani il timone di questa Nazione.

Ma questo, è lapalissiano, sarà possibile solo se vincono ancora. Se escono sconfitti da questo duello riconquistare le posizioni da cui saranno scalzati diventerà impossibile senza la forza del loro Leader. Per questo, Pietro Mosca disturba strillando il silenzio elettorale, nell'ultimo tentativo di perseverare l'Ordine delle cose.

Gli costerebbe ammetterlo, se non fosse che questa pioggia lo rende così fastidiosamente onesto. Tu stai mangiando i miei sogni, Italia.

Strozzati, se ci riesci.

__________

Ci sono tre modi di fare una cosa: male, bene o in stile Dada.

Parlando in una metafora da combattimento, intercorre fra i tre modi la stessa differenza che passa fra colpire uno di striscio con un pugno, colpirlo bene in pieno viso facendolo barcollare e colpirlo, mandarlo al tappeto, poi legarlo, zavorrargli i piedi col cemento e buttarlo in mare mentre già ci si prepara ad andare a casa sua per sterminare la sua famiglia. Era difficile convincere Dada a mettere la testa fuori dal suo mondo, ma una volta che lo faceva, beh, bisognava rassegnarsi  a non poterla più placare fino al raggiungimento completo dell'obbiettivo.

A rigor di logica, il suo compito si sarebbe fermato con l'ultima diretta. Avrebbe potuto, da quel momento in poi, mettersi comoda e aspettare di vedere cosa sarebbe successo.

E invece Dada non aveva smesso un secondo di far girare sulla rete le parole del suo amico, non aveva smesso di sorvegliarlo e proteggerlo, e anche adesso che lui se ne stava avvolto nel suo silenzio elettorale, lei stava lì, davanti al suo pc, a scrivere e-mail a tutti i suoi contatti lasciando alla musica l'onere di coprirlo, questo...assordante..silenzio.

" I Guns 'N Roses, bella canzone November Rain ".

__________________________

L'ultima parte di questa narrazione, l'epilogo e l'ultimo capitolo sono davvero ...metaforicamente realistici.... un colpo di scena chiude questa storia .... lasciando il lettore in sospeso fra dubbi e certezze, ...una scelta di giustizia e onestà morale  del personaggio protagonista ... che rincuora .. lasciando il lettore appagato dal percorso di lettura di questo libro.

__________________________

 

 
 
 

LA DIDATTICA DELL'ODIO di Danilo Cipollini (Bel Ami Edizioni) - le frasi e le pagine più belle - DODICESIMA PUBBLICAZIONE

Post n°134 pubblicato il 25 Agosto 2013 da loredanafina1964

Ore 21,00, parte la sigla e non è la solita sigla. E' la sigla degli eventi in eurovisione, ma dopo pochi secondi il suono viene distorto, come se si fosse rotto un disco, e piano piano la musica cambia fino a diventare una specie di stramba risata. Dada sghignazza e spegne le luci.

Quando le riaccende tutte insieme, quel che si ottiene è un flash abbagliante e, al centro del palco, è comparsa una figura.

C'è un uomo in piedi, nascosto sotto un'incredibile armatura da oplita greco. Sulla testa un elmo imponente nasconde il suo volto, un mantello gli avvolge le spalle, la corazza che lo ricopre scintilla riflettendo le luci. Potrebbe sembrare una statua, se non lo tradisse il leggero scuotersi dei pennacchi rossi sopra all'elmo al ritmo regolare di un respiro profondo.

Questo Dio Greco che ha invaso la scena ha una lancia in una mano e uno scudo enorme ancorato al braccio sinistro. Con un gesto secco conficca la lancia nelle assi di legno del palco (Figlio di puttana...,pensa Dada in regia, ..questa non era prevista..e sorride), e con movimenti lentissimi si toglie l'elmo mettendolo sotto al braccio destro.

L'Italia scopre che, coperto dal metallo, c'è Dario Sensoli su quel palco, come sempre.

E all'apparire della sua faccia lucida di sudore tutti si riprendono dal senso di smarrimento che li aveva colti non vedendolo al suo posto.

Zoe Delicato è talmente emozionata che, saltando sul divano, prorompe in un applauso. I suoi amici sembrano un po meno coinvolti, ma alla fine si uniscono.

Dario, ha un'espressione seria, stavolta non ride, non scherza. Sembra quasi che abbia assunto su di sè davvero il ruolo di un oplita che si prepara a scendere in battaglia. Ha raccolto dentro tutta la stanchezza, lo stress, la paura e le ha trasformate in determinazione.

Quando apre bocca è così che affronta l'Italia: "Tutta la letteratura europea parte da qui. Da un guerriero greco.

Sono guerrieri vestiti come me i protagonisti dell'Iliade, il primo grande romanzo di  cui abbiamo memoria, quello che indirettamente o direttamente ha influenzato tutte le storie che siano state scritte fino ad oggi. Più di Manzoni, più di Dante, più della Bibbia stessa, è ad Omero che il pensiero occidentale è debitore. L'idea stessa di Europa può essere letta, senza troppo sforzo, fra le pagine dell'Iliade. 

Io stasera contrarrò con Omero un altro debito perchè, per dirvi quello che penso, è dalle sue parole che prenderò spunto.

Le forze greche che assediavano Troia erano comandate da un generale di nome Agamennone.

Non ricopriva quel ruolo per essere il più furbo. Il più furbo, difatti, era Ulisse. (Dada accende l'occhio di bue su una sagoma di cartone posta ai piedi del palco che ritrae un altro guerriero greco, un uomo barbuto che sorregge fra le mani il modellino di un cavallo di legno). Non lo ricopriva per essere il più autorevole e difatti il più autorevole era Nestore (e un altro occhio di bue, un'altra sagoma, stavolta quella di un vecchio greco seduto in atteggiamento pensoso). Non perchè quello direttamente offeso dai Troiani, che era suo fratello Menelao (la sagoma che si illumina , stavolta ha il corpo di un oplita e una faccia di Pietro Mosca. Risate del pubblico). E non era nemmeno il più forte, quello che invece sarebbe stato il più adatto per guidare la spedizione, Achille".

E stavolta non si illumina nessuna sagoma ma Dario Sensoli fa un paio di passi in avanti verso la telecamera e, buttato a terra con un forte rumore l'elmo, sfila la lancia dell'assito di legno e, appoggiandosi, si pone al centro del palco.

"Che sborone" dice Dada, e sogghigna.

"Che sborone" dice Egista, sorridendo e Clio che sta sorseggiando l'whisky e quasi si strozza.

"Che sborone".. dice nel salone di casa Delicato il fidanzatino di Zoe, sciogliendo la tensione che si era creata in una risata collettiva.

E ignaro del fatto che buona parte d'Italia in quel momento gli sta dando dello sborone, Dario Sensoli, ancora avvolto nell'armatura e nella sua espressione seria, continua a raccontare la sua storia.

" Durante una delle prime scorribande greche, furono catturate, fra le altre, due fanciulle bellissime, Briseide e Criseide. Ora, era usanza presso l'esercito acheo che il bottino si spartisse tra i capi in modo equo. Giunto il momento dela scelta, Agamennone, che in quanto capo della spedizione sceglieva per primo, scelse per sè Criseide come schiava. Ad Achille, che sceglieva per secondo, rimase Briseide, che comunque non le era inferiore per bellezza e abilità. Solo cheeee..."

Dario Sensoli stiracchia quella "eeee" , poi fa una pausa e strabuzza gli occhi, guardando la telecamera di sbieco. Sulla faccia compare un ghigno che ha qualcosa di inquietante, bestemmie in rapida successione di Dada che smorza e dosa le luci per far si che il riverbero sull'armatura non cancelli questa espressione.

" Solo che Criseide, portava con se una dote pericolosa. Era infatti la figlia di Crise, sacerdote del Dio Apollo, che subito corse alle navi greche offrendo un lauto riscatto per riavere la sua bambina. Ah.. il lodevole senso paterno degli antichi! La pretesa, l'equilibrio, l'onestà di pagare per riavere quello che è tuo se qualcuno di più forte te lo ha portato via! Ora, la saggezza imporrebbe ad Agamennone di accettare il riscatto e restituire la fanciulla. Ma Agamennone, lo abbiamo detto, non è il più saggio fra i greci. Ecco quindi che più volte rifiuta al vecchio sacerdote la possibilità di riabbracciare la sua progenia. E il sacerdote, giustamente infuriato, chiede aiuto al dio. Se si fosse trattato del dio dei cristiani gli avrebbe risposto "ehi amico, porgi l'altra guancia!". Ma per fortuna nostra, di Crise, e della letteratura occidentale tutta, quel dio era Apollo. Un Dio, non Lor Signore Dio. E quindi, altro non trova che scatenare sull'esercito greco una terrificante pestilenza che ammorbidisca, per non dire rada al suolo, le ostinazioni di Agamennone. Il non saggio Agamennone. Il non scaltro Agamennone. Agamennone che nemmeno davanti alla strage dei suoi uomini cede e lo fa soltanto quando gli altri re greci, perdonatemi il termine, si incazzano. E nonostante tutto questo....beh..., nonostante questo Agamennone perde una buona occasione per stare zitto ed esige, in cambio della rinuncia alla fanciulla, di prendere con sè Briseide, il premio che era stato scelto da Achille".

L'armatura pesa e i riflettori emettono calore, Dario suda come se stessa davvero combattendo una battaglia. Se fissi le gocce lucide che scivolano sul volto, quasi puoi sentire l'odore forte di un uomo che sta sudando via la sua rabbia.

La sente da casa Zoe Delicato e se ne eccita abbastanza da stringere più forte la mano del fidanzatino che, da bravo maschietto adolescente, pensa fra sè e sè...dai che stasera si tromba.

La sente Dada in regia che ha accettato di svolgere da li la sua porzione di battaglia.

La vvertono addirittura Egista e Clio, loro che proprio per rifiuto del sudore di un uomo vanno a letto con le donne.

L'unico che sembra non avvertirla è proprio Dario che, come fosse in trance, prosegue senza pausa, da grande interprete qual è dei tempi televisivi.

"Probabilmente non serve che io ve lo faccia notare, ma lo faccio:  qui non si tratta solo del possesso di una donna. Quello che è in atto qui, è un conflitto fra poteri. Quello ufficiale, ma immotivato, di Agamennone contro quello silenzioso, misconosciuto, ma infinitamente percepibile di Achille. Il quale, giustamente non è troppo incline ad accettare la soluzione proposta e dice senza peli sulla lingua ad Agamennone quello che pensa.

Gli dice che non sarà a sue spese che si riprenderà il suo premio. Gli dice che ha scelto Criseide e con essa il buono o il cattivo che ne sarebbe potuto venire. Dice di essere stanco di stare agli ordini di Agamennone, il non furbo, Agamennone, il non forte Agamennone. Vuole dunque privarlo del suo premio? ...Si battano e dimostri finalmente di avere le qualità per regnare sugli achei.

Oppure muoia provandoci.

Achille insulta Agamennone, lo sfida, mette la mano sulla spada e l'altro, pure così potente, sente cadere le ginocchia perchè sa.

Sa bene che davanti a una resa dei conti non avrebbe speranza.

Un branco di lupi. Se tali fossero gli achei questa sarebbe la storia di un altro capobranco.

Ma questo non succede. Per una volta gli dei greci si comportano come il cacciatore della fiaba di cappuccetto rosso e intervengono a togliere per tutti le castagne dal fuoco. Smorzano l'ira di Achille con la promessa di futuri maggiori benefici. Muovono Nestore, il saggio, come un burattino per preservare la vita di Agamennone solo perchè, è Omero stesso che lo dice, questi era "caro agli dei" .  

Quel che volevo dirvi, stasera, è racchiuso in questa storiella: noi siamo tutti, ognuno di noi, re greci. Ce ne sono di saggi, ce ne sono di forti, ci sono gli abili animali politici e buoni condottieri, magari nascosti sotto una giacca da impiegato, imprigionati in una minigonna di jeans, magari rinchiusi in un kimono da karateka.

Eppure siamo, da anni, governati da un Agamennone che si permette di entrare nelle nostre case e nelle nostre menti disponendo a suo piacimento di noi. Poi ha iniziato a concupire la nostra libertà. Ora possiede anche la nostra anima. Ma come i gas, se veniamo troppo compressi, diventiamo instabili. Credo che ormai la pressione sia davvero troppa. E se nessuno finora ne ha parlato beh, allora Achille sarò io.

E non c'è una dea che possa volare dall'Olimpo per trattenere la mia mano sulla spada, non c'è un Nestore a cui io darò ascolto. Oggi si cambia capobranco o si muore provandoci. Ho già preso la mia strada, lo sanno tutti, è sulla bocca di tutti: mi candiderò contro il Presidente Milani nelle elezioni che si terranno esattamente a quindici giorni da oggi. Ho già visitato molte città e portato con me pezzi della mia Didattica dell'Odio.  Se continuassi a farlo anche qui, in televisione, direbbero che approfitto di un mezzo di comunicazione così potente a mio vantaggio. Per questo, quella di stasera è la mia ultima trasmissione finchè tutto questo non sarà finito.

E quando dico queste parole so di mentire a me stesso: difatti questa è probabilmente la mia ultima trasmissione e basta. Nella battaglia che si avvicina, se vincerò avrò troppo da fare nell'alleggerire la pressione su questo gas che chiamiamo Italia per avere ancora tempo di stare qui a parlare con voi. Se perderò, non ci sarà più nessuna trasmissione, non ci saranno zone franche a cui possiate affacciarvi a riprendere fiato. Saremo tutti un po' più soli, sottoposti al dominio di un Agamennone senza più contendenti".

E Dada sa che questo è il momento migliore per spegnere le luci.

Buio.

_______________________________

Prossima pubblicazione al più presto. 

 
 
 

LA DIDATTICA DELL'ODIO di Danilo Cipollini (Bel Ami Edizioni) - le frasi e le pagine più belle - UNDICESIMA PUBBLICAZIONE

Post n°133 pubblicato il 24 Agosto 2013 da loredanafina1964

Lunedì, Verona: due comizi e cena elettorale.

Martedì mattina si parte e si va verso Milano, breve deviazione dalle parti di Monza e poi in centro per un altro comizio, aperitivo elettorale e cena.

Notte passata a dormire in macchina sul sedile posteriore mentre l'autista mi porta a Taranto, pranzo elettorale pugliese e ripartenza mercoledì pmeriggio verso Salerno, con le cime di rapa ancora sullo stomaco. Cena elettorale a Salerno mercoledì sera, notte in albergo, giovedì mattina mi sveglio con la macchina che già m'aspetta per portarmi a Firenze. Comizio e aperitivo a Firenze, mangiata una ristichella in Autogrill andando verso Prato dove mi attende Dada - incazzata come un drago per essere stata costretta alla trasferta - che ha già trasformato il Teatro Fabbricone in un luogo "decente" (parole sue) per la consueta diretta del giovedì. Faccio il previsto pezzo su Dio e per miracolo (ah ah..buona questa) non trovo orde di cattolici intenzionate a linciarmi fuori dal teatro e riesco ad arrivare quasi in orario a un drink con alcune associazioni di sostenitori. Esagerato coi drink, quindi mi trovo costretto a pernottare a Prato causa ubriachezza molesta ...(Grascie a tcutti, verhamente, ragasci... ebbene sì, l'alcol mi rende vagamente dislessico), ripartenza venerdì mattina presto, fresco e riposato come una rosa ma con in bocca lo stesso odore di uno sgabuzzino di una distilleria di Jack Daniels. Passo il venerdì all'Aquila, fra i container rimasti dopo il terremoto di qualche anno fa.

Ma non avrebbe senso limitarmi a passeggiare e chiacchierare, di compassione queste persone ne hanno già avuta abbastanza e da altri politici. "Altri politici" non è la definizione giusta, presupporrebbe che io sia un politico e non lo sono. Quindi diciamo che la compassione la riserviamo ai politici, io sono un comico e quindi mi tolgo giacca e cravatta e, indossato un completo da calciatore, gioco una partita a calcio con i bambini della tendopoli. In pieno stile parrocchiale giochiamo sedici contro diciotto, a metà del secondo tempo perdiamo il conto del punteggio e finiamo la partita tutti per terra, coi crampi agli addominali per le risate. I genitori dei ragazzi fanno a gara per fare due chiacchiere dopo la partita e cos' improvvisiamo un mini comizio nel cerchio di centrocampo, con l'arbitro a fare da incredulo moderatore e che, su mia indicazione, espelle scherzosamente tutti quelli che mi fanno domande scomode. Alla vista del cartellino rosso, però anzichè prendersela per il mio rifiuto di rispondere, ridono, perchè capiscono che se non rispondo non è perchè non voglio, ma perchè non posso. E veramente, a questa gente io non so cosa rispondere.

Mi limito ad assicurare che saranno nei miei pensieri e mi stupisco di quanto sono sincero nel dirlo. Ceno (tardissimo) a Perugia, un ristorante riapre apposta la cucina per me e mangio le pappardelle al cinghiale più buone che io abbia mai assaggiato.

E' un simpatizzante, vorrebbe offrirmi la cena, ma insisto e alla fine riesco a pagare almeno metà del conto solo dopo avergli promesso che gli concederò un paio di foto insieme. Quando al tredicesimo scatto mi supplica di tenere in braccio suo figlio, improvvisamente mi rendo conto che forse le cose stanno girando per il verso giusto. Mi sento scuotere dentro, è come aver messo l'anima su una moto e farla andare in giro senza casco, col vento fra i capelli.

Sabato mattina faccio una puntatina a Parma, visito un paio di grossi stabilimenti alimentari, stringo mani. Mi chiedono di essere tranquillizzati sul sul futuro e, la verità è che non ho elementi per tranquillizzarli, solo pillole di una nascente Didattica dell'Odio da regalare per spingere loro stessi a cambiare quello che non gli piace. E questa è alla fine la grande differenza fra me e un politico: il politico dice: "Tranquilli", a voi penserò io, io dico "Tranquilli, vi lascerò la libertà di pensare a voi stessi.  La tranquillità di averne gli strumenti. La certezza che quanto c'è di buono in voi verrà valorizzato". Ed è davvero come essere Prometeo, portare agli uomini il fuoco ma non avere la pretesa insegnar loro a usarlo. Comporta il rischio che qualcuno si bruci, chiaro, ma è un rischio accettabile. E' la riscoperta di una inedita fiducia nell'essere umano. 

Quando rientro a Roma è ancora sabato, ma per poco. L'autista mi scarica davanti casa mia alle undici di sera e se ne va. E' esausto anche lui, si merita un po di riposo. E' solo la prima settimana che faccio questa vita e già rimpiango la comodità di quella da comico. Le prossime settimane poi, non saranno da meno. Ci sono regioni da visitare, mani da stringere, pacchetti di Odio da consegnare a chi ha paura di odiare.

__________________________________

Prossima pubblicazione al più presto.

 

 
 
 

LA DIDATTICA DELL'ODIO di Danilo Cipollini (Bel ami Edizioni) - le frasi e le pagine più belle - DECIMA PUBBLICAZIONE

Post n°132 pubblicato il 14 Agosto 2013 da loredanafina1964

Esistono desideri transitori e desideri intransigenti. Non intransitori: veramente, veramente intransigenti, che non concedono nulla alla tua ragione, non ti danno mai l'illusione di avere una possibilità seppur minima di sconfiggerli e resistervi. Forse il peggiore fra questi desideri, il più intransigente, il più resistente, è il deisderio di fumare. E' un desiderio subdolo, spesso associato a gesti ricorrenti, quali prendere un caffè, o andare in bagno ecc., il che lo rende virtualmente impossibile da sconfiggere, perchè liberarsene vorrebbe dire depauperare di parecchio il valore anche di tutte le altre cose ad esso collegate.

Tutto questo lo sa bene Bruno Cherubini, che per trent'anni e oltre ha trasformato questo desiderio in un vizio, fino al giorno in cui non è svenuto all'improvviso in metropolitana per un impercettibile infarto. Nulla di grave, per carità, ma da allora imedico aveva imposto alla sua vita una serie di regole da seguire rigidamente: mangiare meno, bere quasi niente, smettere di fumare.

Risanare la sua dieta gli era costato parecchio, ma ci era riuscito facendosi forza anche del conseguente dimagrimento cui andava incontro e, quindi, trascinato dall'entusiasmo aveva avuto successo. Con gli alcolici non aveva mai avuto un rapporto troppo stretto, per cui gli fu relativamente semplice attenersi al canonico bicchiere di vino a ogni pasto che il medico gli aveva concesso.

La vera Caporetto di Bruno Cherubini, fu, invece, la lotta al tabagismo. A partire dall'età di sedici anni e, per trentacinque anni consecutivi, Bruno non aveva permesso a nemmeno un giorno di passare senza averlo salutato fumando. nella sua lunga carriera di fumatore c'era un pò di tutto - sigari, pipa, tabacco da fiuto, da masticare, da rollare, da giovane pure qualche canna - ma era la sigaretta il suo interlocutore principale. Per smettere su consiglio del medico, aveva provato di tutto: gomme da masticare, radici di liquirizia, cerotti alla nicotina, fantasiosi surrogati da tenere fra le labbra che andavano dallo stuzzicadenti a pezzi di carota, ma tutto era stato inutile.

Aveva risolto il problema quando il suo medico, ormai disperato, gli aveva proposto, come ultima frontiera di provare a sconfiggere la nicotina concentrandosi su qualche lavoro di precisione che lo assorbisse completamente distraendolo dalla voglia di fumare.

Fu l'inizio di un amore tanto insolito quanto intensissimo: quello fra Bruno Cherubini e il punto croce. In quel sabato pomeriggio, il nostro amico sedeva su una poltrona del salotto intento ad ultimare la composizione di una bandiera italiana sul bordo di un tovagliolo bianco - parte di un ambizioso progetto, che vedeva implicati altri undici tovaglioli e una tovaglia, iniziato quel giorno stesso sulla spinta di un imprevisto e imprevedibile slancio nazionalistico (avuto in seguito alla lettura di un volantino elettorale trovato nella casella delle lettere). L'opera si prospettava lunga e difficoltosa, ma gli sforzi titanici sarebbero stati ripagati dall'apparizione in pompa magna del servizio sul tavolo natalizio di casa Cherubini, che acquistava così un tono patriottico e vagamente retrò che avrebbe fatto morire di rabbia quel comunista di suo cognato.

Ormai da mesi ogni sera Bruno cuciva via la sua voglia di fumare e l'operazione stava avendo successo dato che, da quando aveva ricamato il primo pulcino di prova non aveva più toccato una sigaretta. Certo, giornate più libere, come appunto il sabato, lo costringevano in mancanza di altri impegni che lo distraessero, a una doppia seduta di cucito per non ricadere nel bisogno di fumare, ma nel tempo aveva imparato a godere sinceramente di questi momenti. E così, avvolto nel silenzio, Bruno passava e ripassava l'ago nel tovagliolo.

Gli fu fatale lo sbattere prepotente della porta di casa causato da sua moglie, Teresa. Sobbalzando per la sorpresa, Bruno finì per piantarsi l'ago nel dito per oltre mezzo centimetro. Che è un'inezia, in generale, ma molto per essere un incidente legato al punto croce.

Così Bruno ululava di dolore, Teresa di nervosismo e Angela, che rientrava in quel momento in casa, trovandosi di fronte a tutti questi ululati, ebbe la netta sensazione di aver fatto la cosa sbagliata al momento peggiore. Sarebbe stato ostico fare accettare ai suoi l'idea di essersi fatta un piercing.

Effetti imprevedibili della concordia famigliare: tutti in casa Cherubini avevano bucato qualcosa, quel pomeriggio. Il capofamiglia un tovagliolo e il dito che c'era dietro, la mamma una ruota, la figlia la lingua.

E così, tutto quel grande ululare terminò quando Angela cercò di salutare e, nonostante gli sforzi per parlare normalmente, un pò il gonfiore della lingua e un pò l'effetto di quel corpo estraneo in bocca, trasformarono il suo "ciao" in un tragicomico "shao".

Fu come chiudere di botto il rubinetto del rumore. All'improvviso, non esistevano più ruote bucate nè tovaglioli nazionalisti. Gli sguardi conversero sulla ragazza che maledisse se stessa e la sua pessima scelta di tempo. Inutile negare l'innegabile, tanto valeva rendere subito ampia confessione e affrontare le inevitabili conseguenze.

"Papà, mamma,mi "shono" fatta il piershing alla lingua".

Ok, pensa Angela, adesso mio padre urla e mi scaraventa fuori di casa.

Ma Bruno non fa niente di questo. Calmo come una vacca indù si siede di nuovo sulla sua poltrona succhiandosi il dito infortunato.

"Bene, sono molto contento! Vedo che finalmente hai preso una posizione!"

Un pensiero all'unisono risuona nella mente delle due donne di casa Cherubini: Gli ha dato di volta il cervello. Non sotto forma di domanda. Sotto forma di affermazione.

"In che senso papà?"

"Beh," risponde Bruno "ne avevamo già parlato ed  io e tua madre ti avevamo spiegato di non essere d'accordo. Ma, visto che lo hai fatto ugualmente, evidentemente per te deve significare molto. Immagino sia il tuo modo per rivendicare la tua diversità, un modo per distinguerti dagli altri, dico bene?"

Il tutto con una calma atomica, tanta che Angela decide di sbilanciarsi e dire a suo padre le cose come stanno.

"Veramente io me lo shono fatto perchè le mie amiche ce l'hanno tutte. Ce l'ha Shabrina, ce l'ha Marta, she l'è fatto pure Carlotta..."

Bruno aveva fatto segno di voler ricominciare a cucire, come se nulla fosse successo, ma a queste parole alzò lo sguardo con un'espressione ostentatamente stupita

"ah si? Ero convinto che non condividessi molto le tue amiche. Non sei stata tu più volte a dirmi che non ti piace il modo in cui Sabrina lecca il culo ai professori? E mi ricordo benissimo di quando quella sera a cena hai definito Marta "un pò puttana" - parole tue - per come si comporta coi ragazzi. Pensavo che volessi distinguerti da loro.... e invece vedo che fai di tutto per assomigliargli.... in ogni caso, contenta tu..." e si stringe nelle spalle, ricominciando ad infilare l'ago nel tovagliolo. 

Già, contenta io. Ma ne sono contenta? Mio padre non ha tutti i torti. 

Che poi, a dirla tutta, a me sto coso manco mi piace tento. E poi fa un male boia, mi da un sacco fastidio e non riesco nemmeno a parlare bene. Mi sa che mio padre ha ragione.

Angela Cherubini non rispose a suo padre. Andò in camera sua e ne uscì direttamente la mattina dopo per andare a vedere la partita di pallone del suo ragazzo.

Prima di uscire però, sgattaiolò furtiva dentro la camera dei suoi genitori e depose sul comodino di suo padre una barretta metallica con due palline. E Bruno Cherubini dovette fare un grande sforzo per riuscire a non mettersi a ridere e far finta di continuare a dormire.

Nel silenzio del dormiveglia pensava a quel piercing abbandonato sul suo comodino e ringraziava dentro di sè la Didattica dell'Odio.

__________________________________

Prossima pubblicazione al più presto.

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

caterina.restaguido.cabreleoioioioiolauraruozziforco1sil.morettimgtrasp.sollevamentiwallace981lorenzabcengelbethtononcelli.silviapery78dyerkessconcetta61dgl0piccola.memole
 

ULTIMI COMMENTI

Grazie per averlo condiviso ! NMRK :)
Inviato da: Laranichinyo
il 31/01/2015 alle 19:15
 
Ciao, bel post, complimenti. Ti auguro una dolce notte....
Inviato da: leggenda2009
il 23/01/2015 alle 23:28
 
:)
Inviato da: loredanafina1964
il 15/01/2014 alle 22:53
 
Il verso della lepre o il raglio dell'asino invece non...
Inviato da: dakota_07
il 13/01/2014 alle 22:58
 
grazie :) NMHRK
Inviato da: loredanafina1964
il 13/01/2014 alle 21:58
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963