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Protestano centinaia di lsu-lpu. Tensione altissima e cori contro politici e sindacati

Post n°370 pubblicato il 18 Marzo 2013 da albathros70

 

In Consiglio esplode la rabbia dei precariA Palazzo Campanella protestano centinaia di lsu-lpu. Tensione altissima e cori contro politici e sindacati

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I lavoratori protestano davanti all'ingresso del consiglio regionale

Dura protesta in consiglio regionale. Centinaia di lavoratori lsu/lpu hanno dato vita a una manifestazione davanti a Palazzo Campanella per chiedere certezze sul loro futuro e il pagamento degli stipendi arretrati. Un sit-in contrassegnato soprattutto dalla rabbia di operatori che non ricevono retribuzioni dallo scorso mese di luglio. La protesta è stata condotta al grido di «vergogna, buffoni», indirizzato alla maggioranza di centrodestra ma anche alla triplice sindacale - Cgil, Cisl e Uil -, "colpevole" di aver escluso dalle trattative la sigla Usb, che rappresenta il maggior numero di lavoratori di pubblica utilità. La tensione è altissima e gli animatori della protesta non escludono azioni eclatanti pur di ottenere assicurazioni concrete da parte delle istituzioni. Finora, l'unica sicurezza è rappresentata da un "tesoretto" di 31 milioni, esaurito il quale la Regione non potrà più mantenere in servizio gli lsu/lpu. Una lettera del dipartimento Lavoro ha infatti comunicato alle amministrazioni comunali e provinciali (nelle quali prestano servizio i lavoratori precari) che non sussistono allo stato le condizioni giuridiche affinché la Regione possa liquidare a questi enti le risorse finanziarie stanziate nel bilancio regionale 2013 per i sussidi. 
Una decisione motivata con una recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge regionale che prevedeva la stabilizzazione dei precari. 
Il Consiglio, intanto, prende tempo e si appresta a varare una norma transitoria che dovrebbe consentire la proroga dei contratti fino al 31 dicembre 2013, anche se i fondi a disposizione probabilmente non consentiranno di tirare avanti oltre il 31 luglio. I sindacati chiedono a gran voce l'approvazione di una legge quadro che consenta di superare i rilievi della Consulta, in modo da permettere ai Comuni e agli altri enti di prorogare i contratti in essere.
A incarnare il malcontento dei lavoratori è Aurelio Monti, rappresentante regionale usb, che accusa Cgil, Cisl e Uil di «appoggiare tutti i pastrocchi» della politica e di aver estromesso dalle trattative il sindacato maggiormente rappresentativo delle istanze degli lsu/lpu. 
«Dopo 16 anni di precariato, dopo aver lavorato in nero per lo Stato, senza nessuna forma previdenziale e senza alcuna regolarità nei pagamenti, chiediamo la stabilizzazione dei nostri contratti», spiega un altro lavoratore assiepato davanti all'Astronave. La legge che dovrebbe consentire la proroga è invece etichettata da tutti come una semplice «norma tampone». Qui nessuno se la sente di considerarla un provvedimento davvero risolutivo. In tutto, sono quasi 5200 gli operatori di pubblica utilità che si ritrovano a fare i conti con una lunga serie di punti interrogativi sul loro futuro. 
E c'è anche chi si dice pronto a «presentare all'Unione europea una class action per richiedere i contributi che le istituzioni regionali non hanno mai versato». «Se non avremo risposte siamo decisi a bloccare la Calabria», dice un altro. Dentro il Palazzo, nel frattempo, si continuano a cercare soluzioni.

Pietro Bellantoni

 
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Cari colleghi,
il 15 novembre, sembrerebbe, che il presidente Scopelliti, riceverà il sottosegretario al lavoro Bellotti per discutere  di noi, vi pregherei ora piu' che mai, di far sapere al Presidente, all'Assessore, al Ministro al Lavoro ed a tutto il suo staff (in particolare a Bellotti) per iscritto, cosa veramente vogliamo e cioè un programma di stabilizzazione serio, realizzabile e concreto, non perdiamoci in inutili e utopistiche  richieste, facciamo sentire la nostra PERSONALISSIMA opinione.
L'elemento determinante per il nostro futuro possiamo essere solo noi, la nostra presa di coscienza, la nostra determinazione, la nostra diplomazia ed il nostro dire e fare, non lasciate che siano, sempre, altri a fare o scrivere per voi.
Sono sicura che, saprete esprimere, quelli che sono i vostri  pensieri senza essere tacciati di presunzione, falsità ed ipocrisia.
Scrivete.
Far capire che siamo in tanti a seguire con il fiato sospeso ogni loro passo, potrebbe fargli capire  quanto ci teniamo ad un posto di lavoro e soprattutto quanto la nostra terra ha bisogno di dare lavoro ai suoi figli, scrivete, scrivete e scrivete.
 
Quanto meno provateci, non vi costa nulla.
 

Cinzia

 

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Noi siamo i DATORI di lavoro dei politici, votando scegliamo chi "ASSUMERE" per lavorare per NOI... questa è la DEMOCRAZIA!

http://www.facebook.com/home.php?#!/notes/cose-che-nessuno-ti-dira-di-nocensuracom/noi-siamo-i-datori-di-lavoro-dei-politici-votando-scegliamo-chi-assumere-per-lav/160389213998054

il giorno sabato 13  novembre 2010 alle ore 12.49 )

Invece siamo NOI che lavoriamo per i loro sprechi e privilegi... ci trattano come fossero loro i "datori di lavoro" e noi i dipendenti: oltretutto, come dipendenti che lavorano a nero e ben sfruttati... pensiamoci

 

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