Libera nos a malo

The show don't must go on

Ehila “Baffo”!
Ti giravano quando ti chiamavano cosi eh! Io lo so, ma
infatti mica ti chiamo, ti scrivo. Anche perché quello che scrivo non riuscirò
mai a dirlo a voce. Ti prego ascolta, non interrompere.
Ricordi quando, a quel torneo di maggio di molti anni fa, quelle
due ragazze ti chiamarono “baffo” per la prima volta? Scappammo in un
ristorante per non rimanere più li. Questa volta è proprio questo il problema:
non si può scappare.
Tutte le litigate con i vari baristi, camerieri, fotografi, bagnini, bagnanti, passanti, cassieri, piazzaioli,
medici, infermieri, parenti, famigliari e tutto ciò che a ripensarci ci fa
morire dal ridere, beh tutto questo se ne va.
Avrei tante cose da chiederti ancora, tante strade che
ancora non so, tanti posti per cui nutro paure ed insicurezze dei miei 20 anni.
Le tue certezze dei 50 se ne vanno insieme a te, insieme a una malattia davvero
puttana, fino al midollo. Fino ai polmoni, fino al fegato. Puttana fino in
fondo.
Insomma, una sentenza che ci ha lasciato tutti increduli. Lo
sguardo di chi ti sta accanto si è spento, sono sicuro che te ne sei accorto. I
nostri sguardi stanno per sciogliersi in lacrime a getto continuo. Chi era “duro”
, ha lasciato perdere tutto.
Tu sembri più sano che mai: bravo! Fargliela vedere a sta
puttana di malattia, tieni botta fino a che c’e ne! Combatti tu quando vedi noi
sfiniti, resisti tu che noi prima o poi arriviamo.
Io piango, in questa notte di nebbia che spero mi inghiotta;
batto i pugni sulla scrivania perché questo mondo non è giusto. Ma tu non
badare a me, tieni botta!
Quando ti mancheranno le forze ti giuro, sarò li. Come tutte
le sere in cui quella puttana si era già fatta viva una volta, ma in quella
volta hai vinto tu.
Ora vincerà lei, il risultato di una partita già scritto fa
sempre un po’ incazzare.
Fa vedere come se ne va uno con le palle, come lotta e come
si sente un leone quando dentro piano piano muore. Io sarò sempre li. Una cartina
in mano, un po’ di sole negli occhi, il cuore e gli occhi gonfi di rabbia e
tristezza.
Vorrei scrivere tante cose, ma poi sembrerebbero solo
melodiche, dolciastre; un po’ superflue.
Ti scrivo “solamente” qualche cosa puramente egoista. Che ti
ho sempre ammirato, che ho sempre immaginato di diventare come te e insegnare
le strade a tutti. Anche io vorrei una moglie orgogliosa di me come lo è la
tua. Anche io spero di valere un po’ come tu vali per tutti noi.
Come tutte le persone che ho ammirato però ora, o forse
domani, mi lasci solo. Te ne vai come chi ben conosci ha fatto prima di te. Il mio
destino evidentemente è questo.
Cercherò di tenere botta insieme a te.
Ehi baffo.. mi mancherai

 Luca