Libera nos a malo

Dicono che

Post N° 43

E'stato un esame difficile, una settimana davvero impietosa: non mi ha lasciato respiro. Lunedì il pomeriggio, senza macchina. Martedi e mercoledi il mattino con sveglia alle 6. Giovedi pomeriggio con ritorno a casa alle 21:00 e venerdì l'esame. Sabato di nuovo al lavoro. I risultati si sono visti: avevo sempre la nausea, un sonno assurdo e per di piu avrei tanto voluto averti vicino anche xke nn ci sarebbe niente di male. E'cosi assurdo che non ci permettano di essere felici. E'tempo di prenderci la felicità da soli e se saranno cosi stupidi, ancora, da decidere di porre il veto a te allora non avrai perso granché.
La vita è la nostra
Noi dobbiamo viverla. Senza avere paura. Senza credere che per un motivo oppure per l'altro qualcosa debba per forza andare male. Dobbiamo farcela momo. Abbiamo il dovere personale di farcela, guarda come sono felici loro. Possono lavorare in fabbrica o fare un'ora in macelleria ma poi la sera sn sempre insieme ed il fine settimana non devono rincorrersi. Dobbiamo farlo. Abbiamo il dovere l'uno con l'altro di farcela. Facciamo queste vacanze e quando toriano diciamo che NOI abbiamo DECISO di andare a convivere e che valutiamo delle case.
Noi stiamo bene solamente insieme e non è giusto continuare a soffrire. Ora ne abbiamo la possibilità, scappiamo insieme. ti prego.

Post N° 42

Momo, ascolta.... ti dico solo una parola xke tu sai quanto sei stata importante ieri, ancora piu del solito. ti amo..Sempre di più. GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!

Post N° 41

Come vedi sono qua:
monta su, non ci avranno
finché questo cuore non creperà
di ruggine, di botte o di età.
C'è una notte tiepida

Il senso della vita

Tanti anni fa, quando per televisione passavano Happy Days e quel Fonzie sembrava un Dio, quando il problema più grande sembrava essere distinguere Mazinga Z da Goldrake. Quando si facevano i salti mortali per arrivare a casa e vedere gli ultimi dieci minuti dei Simpson. Negli anni in cui non c'erano tutte le macchine di adesso, l'aria sembrava bruciare un pò di meno. Nemmeno i vicini erano uguali ad oggi, molti meno stranieri illegali occupavano questo territorio, e c'era l'unico rischio di sentirsi chiamati "terun"... (ancora oggi esistono certe teste di formaggio, nemmeno troppo lontane da me).. in quegli anni sono cresciuto al riparo dei problemi, mi nascondevano muri enormi fatti di buon senso e protezione familiare.   
Poi sono arrivati gli anni del rock'n roll, gli anni in cui due bacchette di legno ed una chitarra scassatissima in un garage pre-alluvionato sembravano uno stile di vita e ci facevano camminare per il mercato con le gambe che un pò andavano a stortarsi (boh, allora sembrava figo camminare cosi...).
Ne è nata una persona molto chiusa, istintivamente portata al pessimismo e che per necessità ha imparato a tirarsi le cosiddette da solo. Una persone che nessuno è più stata in grado di sopportare fino in fondo.
In un dicembre di speranze perdute però conosce una donna in un balcone di una facoltà universitaria. Gli argomenti trattati in quei primi discorsi erano beceri ed effettivamente un pò tetri. Ne nascono passaggi in macchine, km e km solamente per stare un pò a guardare la riga dei pantaloni sulle gambe. Per studiare quello che dice, come si atteggia, come la pensa. Allora ci prova. Forse, tante volte se lo ripete, avrebbe dovuto lasciarla perdere. Avere una vita in cui mai avrebbe scoperto cosa voleva dire "amare" ma non rovinare la sua, che già aveva scoperto cosa voleva dire "odiare" e cosa voleva dire "amare".
Forse avrei dovuto semplicemente correre a casa, riprendere le due bacchette e tornare a strimpellare l'unica canzone che ci riusciva (beh non eravamo professionisti eh *_*) .  Eccone il testo: