E le cime e le nubi a far gara di bianco, con l’ala che taglia quel cielo di cera.
E poi Nizza, ricamo di sale, cristallo di sabbia sul nero del mare.
Poi, atterrando, cercare dall’alto le sagome note di strade percorse, chè tornare è diverso da andare e ti prende la voglia del prima, del visto.
Con parole straniere nell’aria e profumi di altrove e di viaggi e di mare. Che anche far colazione è già un film, con la mente ubriaca di gesti e progetti, mentre scegli tra un churro o una tarta e decidi che fare del giorno che viene.
L’atmosfera e le voci ed i volti ricamano gusti ai sapori già forti.
E la notte di tango e di stelle, di musica e vino, di gente per strada. Mentre mordi una foglia di menta coperta di lava di caldo cacao.
E ti chiedi che cambi in te stesso se il cielo è straniero e il percorso è di viaggio, chè i tuoi occhi son quelli di sempre ma vedono il mondo a portata di mano.
Siam dei dove e non semplici quando, oltre ai come ed ai cosa ed ai mille perché.