Creato da angiolhgt il 01/09/2011

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Tommaso Landolfi

Post n°132 pubblicato il 18 Marzo 2015 da angiolhgt

Questa sera mi sono trovato a parlare con degli amici del "Racconto di autunno", un celebre romanzo di Tommaso Landolfi che lessi un bel po' di anni fa e che credo abbia il suo archetipo e modello , direi  insuperabile, in Gerard de Nerval con "le figlie del fuoco" che mi iniziò a questo genere di letteratura "strana" negli anni in cui frequentavo buone letture.

E' sicuramente, con Calvino e  Savinio, uno dei più raffinati scrittori del 900, non facile autore per il suo surreale simbolismo  narrativo in bilico tra realtà e fantasia.Questo camminare sul filo del rasoio del discrimine tra realtà e fantasia può dare al lettore o vertigine da straniamento oppure più banalmente fastidio per instabilità equi-libristica.
Come apprezzare Calvino se non lo si sa o vuole leggere "oltre"? E così per Landolfi.
La narrativa abboccabile, di facile presa, è un po' come certe canzonette orecchiabili, gratificanti per la facilità melodica che vanno bene quando ci si rade.
Il prodotto letterario che  ti sospinge risucchiandoti  in un labirinto narrativo può disorientarti e, se non ami percorrere solo le vie maestre con tanto di indicazioni segnaletiche ma ti piace smarrirti in sentieri surreali allora, nel trasalimento , puoi  fare una strana esperienza visionaria condotto per mano dal narratore.
Un mio amico, lettore molto raffinato, tendeva a esaltare questi equilibrismi narrativi disorientanti .
Personalmente, essendo lettore di saggistica piuttosto che di letteratura, preferisco, pur avendo quasi una venerazione per Savinio non solo pittore ma anche scrittore,  una narrativa "onesta" direi o introspettiva o realistica o fantastica e trovo spesso fastidiosamente disorientante un certo equilibrismo tra i generi.
Calvino non sempre sa risucchiarmi nella sua sfera magica.....sarò un bove? 
La facilità di ciò che è scontato ci rassicura, le avanguardie sono spesso inquietanti  se non altro quando la gente non si è ancora abituata: è più rassicurante riconoscere che conoscere inoltrandosi in mari sconosciuti. 
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Commenti al Post:
ossimora
ossimora il 18/03/15 alle 02:06 via WEB
Una mia cara amica , lettrice forte come e più di me è totalmente , panicamente , sedotta da Calvino , tanto che il suo nick su Anobii è PALOMAR ….Io lo amo , ricordo quando mia figlia era adolescente , al mare le leggevo prima “il barone Rampante” e poi tutta la trilogia e ne facevamo anche piccoli disegni ; Le lezioni americane sono un saggio / compendio di grande bellezza ed i racconti “Gli amori difficili “ nulla hanno da invidiare a scrittori più celebrati di racconti brevi. Certo non si può mettere sullo stesso piano certi autori ( Landolfi certamente è uno di loro) che ti irrorano di pensieri che lievitano con altri più leggeri ma io leggo volentieri anche autori meno “importanti” a patto che abbiano freschezza e divertimento da offrire! Buonanotte !
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 18/03/15 alle 02:24 via WEB
lo dico non per piaggeria che so che tu sei una lettrice molto raffinata, molto più di me e sicuramente della media nazionale che si ciba di gomma da masticare. Sono lettore disincantato e disincantevole forse troppo analitico per lasciarmi andare sul toboga di certe emozioni onirico-fantastiche...anche quando guardo un film penso agli schemi narrativi dello sceneggiatore per costruire ingegneristicamente tensione narrativa...alle strutture codificate dell'artigianato del buon narratore, all'ansia del regista per l'inquadratura..insomma sono uno strutturalista che prova più piacere nel decodificare la struttura logico narrativa che nel lasciarsi andare alla finzione pret a porter che film o romanzo sanno produrre talvolta con effetti più realistici della realtà...che comunque è sempre meno commovente o emozionante. Certe vertiginose introspezioni mi sanno di barocchismi per inappetenti di realtà e di vita. Spesso la stravaganza viene scambiata per originalità geniale.
 
   
ossimora
ossimora il 19/03/15 alle 01:11 via WEB
Ehe he mi piace che tu prima sei possibilista poi tacci gli amanti dell’introspezione ed i “barocchismi”(bello scrivere??) per inappetenti di realtàe di vita …ma dunque cosa c’è di più vitale della bella scrittura? Più reale del reale ...Schemi narrativi…??? Strutture…lasciati andare …baci
 
     
angiolhgt
angiolhgt il 19/03/15 alle 23:45 via WEB
è reale ciò che percepiamo reale....e poi a dirla tutta siamo sicuri che quella che ognuno di noi riconosce come realtà non sia altro che una ben riuscita finzione?
 
woodenship
woodenship il 19/03/15 alle 21:51 via WEB
Sinceramente sono stato sempre molto attratto dal realismo magico di Gabo,Marquez.Non so perchè ma Calvino o gli altri non mi hanno mai fatto scoccare quella scintilla in grado di farmene innamorare perdutamente.Invece come è avvenuto per scrittori latinoamericani come Scorza o Arguedas.Posso semplicemente dire che la fascinazione è qualcosa che risiede in particolari zone del cervello.Evidentemente in quella parte risiede anche un certo gusto per le penne che riescono a mantenersi in bilico colorandosi di esotico........Bellissimo ed interessante post,giocato con inusuale eleganza di linguaggio.......Un caro saluto.........W.......
 
 
angiolhgt
angiolhgt il 20/03/15 alle 00:00 via WEB
ci troviamo in sintonia . Marquez ha portato anche me a macondo giuro che c'ero anche io in quello stupefacente luogo alchemico e non come lettore; era un luogo che conoscevo già dalla infanzia, un luogo interiore con gli stessi odori sapori colori; è stato un viaggio in cui l' immaginazione dei luoghi delle persone e dei fatti si era reificata da diventare appunto immagine sensoriale di una esperienza vissuta. Un caro saluto A.
 
ossimora
ossimora il 21/03/15 alle 01:14 via WEB
Anche tu a Macondo...Ohibò
 
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