Creato da angiolhgt il 01/09/2011

Deliri di notte

vaneggiamenti inutili

Ultimi Commenti

soulestasy
soulestasy il 09/04/15 alle 15:11 via WEB
Va bene così allora, mi stà benissimo la tua interpretazione, la accetto nella sua totalità, abbiamo solo scambiato quattro chiacchiere da buoni amici, nient'altro. Ciao!
 
angiolhgt
angiolhgt il 09/04/15 alle 13:55 via WEB
non accetto le tue scuse perchè non c'è stata offesa! E,' per analogia speculare,come perdonare uno che non ti ha arrecato alcuna offesa, ringraziare uno che non ha fatto nulla, come prendere un premio nobel per la fisica senza aver mai sfogliato un libro di fisica o comunque avendo sempre e solo fatto il tosacani. sono comunque contento del tuo benestare circa la qualità della religione che praticherei e mi conforta il magnanimo senso di tolleranza espresso nella tua risposta: ne emerge una persona di qualità illuministica. Per quanto riguarda la tua Verità vale quanto la mia cioè nulla, sono solo opinioni che meritano di essere difese solo per spirito sofistico, alla fin fine è un gioco di logica e retorica.
 
gaza64
gaza64 il 09/04/15 alle 10:58 via WEB
Lo trovo bellissimo.
Una costruzione fantastica laddove la memoria ha perduto quanto l'esperienza aveva edificato,
o la fantasia stessa immaginato di edificare.
 
soulestasy
soulestasy il 09/04/15 alle 02:47 via WEB
Se la tua religione ti fa sopportare la tua esistenza è bene che tu la pratichi. Ognuno ha il suo Stato di Coscienza personale, ed il tuo è fatto su misura per te. Non mi rispecchio assolutamente nel tuo sentire intimo e mentale ma lo rispetto, anzi scusami se sono venuta nel tuo blog ed ho raccontato anche la mia Verità, credevo di fare bene, ma un errore è ammesso nell'essere umano invece è perseverare nell'errore che produce ossessione e non credo ne valga la pena per entrambi. ciao!
 
soulestasy
soulestasy il 09/04/15 alle 02:06 via WEB
Paura di cosa o di chi? Ognuno nel proprio spazio è libero di decidere e di scegliere senza sorbirsi il "giudizio universale" degli altri: vi sono Blog che trovo osceni, alcuni stupidi altri interessanti per il mio palato, ma è giusto che ognuno scelga i propri argomenti e li condivida, le persone giuste e corrette che vogliono partecipare con i loro commenti anche se dissentono in modo gradevole da ciò che ha postato l'Autore del Blog sono sempre bene accette. Ciao!
 
angiolhgt
angiolhgt il 08/04/15 alle 08:15 via WEB
La depressione è uno stato della coscienza ma anche una malattia, credo che il suicidio da malessere "occidentale" sia un prodotto più "singolo" che sociale, sia l'esito endogeno di una intima profonda paura della morte, della malattia, della condizione disperata di solitudine e privazione. Ma la parola depressione è vaga, troppo per abbracciare comportamenti estremi. Il suicidio è un fatto complesso, va da quello culturale giapponese a quello rituale di certe sette- e qui la matrice sociale è evidente-, a quello per trovare sollievo da una vita ritenuta impossibile da sostenersi. Quello del pilota è ancora più complesso perchè si coniuga con una ecatombe e non credo animata da spirito puramente omicida penso piuttosto che abbia trovato solo così quel coraggio che gli mancava condividendolo: una forma di condivisione come contrappasso di una condivisione negata, una esclusione vendicata includendo.
 
ossimora
ossimora il 07/04/15 alle 10:54 via WEB
QUESTO MI SEMBRA UN INTERVENTO INTERESSANTE...E NON MERAMENTE COMPLOTTISTADicono che il giovane pilota Andreas Lubitz avesse sofferto di crisi depressive e avesse tenuto nascoste le sue condizioni psichiche all’azienda per cui lavorava, la Lufthansa. I medici consigliavano un periodo di assenza dal lavoro. La cosa non è affatto sorprendente: il turbo-capitalismo contemporaneo detesta coloro che chiedono di usufruire dei permessi di malattia, e detesta all’ennesima potenza ogni riferimento alla depressione. Depresso io? Non se ne parli neanche. Io sto benissimo, sono perfettamente efficiente, allegro, dinamico, energico, e soprattutto competitivo. Faccio jogging ogni mattina, e sono sempre disponibile a fare straordinario. Non è forse questa la filosofia del low cost? Non suonano forse le trombe quando l’aereo decolla e quando atterra? Non siamo forse circondati ininterrottamente dal discorso dell’efficienza competitiva? Non siamo forse quotidianamente costretti a misurare il nostro stato d’animo con l’allegria aggressiva delle facce che compaiono negli spot pubblicitari? Non corriamo forse il rischio di essere licenziati se facciamo troppe assenze per malattia? Adesso i giornali (gli stessi giornali che da anni ci chiamano fannulloni e tessono le lodi della rottamazione degli inefficienti) consigliano di fare maggiore attenzione nelle assunzioni. Faremo controlli straordinari per verificare che i piloti d’aereo non siano squilibrati, matti, depressi, maniaci, malinconici tristi e sfigati. Davvero? E i medici? E i colonnelli dell’esercito? E gli autisti dell’autobus? E i conducenti del treno? E i professori di matematica? E gli agenti di polizia stradale? Epureremo i depressi. Epuriamoli. Peccato che siano la maggioranza assoluta della popolazione contemporanea. Non sto parlando dei depressi conclamati, che pure sono in proporzione crescente, ma di coloro che soffrono di infelicità, tristezza, disperazione. Anche se ce lo dicono raramente e con una certa cautela l’incidenza delle malattie psichiche è cresciuta enormemente negli ultimi decenni, e il tasso di suicidio (secondo il rapporto del World Health Organization) è cresciuto del 60% (wow) negli ultimi quarant’anni. Quaranta anni? E che potrà mai significare? Che cosa è successo negli ultimi quarant’anni perché la gente corra a frotte verso la nera signora? Forse ci sarà un rapporto tra questo incredibile incremento della propensione a farla finita e il trionfo del Neoliberismo che implica precarietà e competizione obbligatoria? E forse ci sarà un rapporto anche con la solitudine di una generazione che è cresciuta davanti allo schermo ricevendo continui stimoli psico-informativi e toccando sempre di meno il corpo dell’altro? Non si dimentichi che per ogni suicidio realizzato ce ne sono circa venti tentati senza successo. E non si dimentichi che in molti paesi del mondo (anche in Italia) i medici sono invitati a essere cauti nell’attribuire una morte al suicidio, se non ci sono prove evidenti dell’intenzione del deceduto. E quanti incidenti d’auto nascondono un’intenzione suicida più o meno cosciente? Non appena le autorità investigative e la compagnia aerea hanno rivelato che la causa del disastro aereo sta nel suicidio di un lavoratore che ha sofferto di crisi depressive e le ha tenute nascoste, ecco che in Internet si è messo in marcia il solito esercito di cospirazionisti. “Figuriamoci se ci credo”, dicono quelli che sospettano il complotto. Ci deve essere dietro la CIA, o forse Putin, o magari semplicemente un gravissimo errore della Lufthansa che ci vogliono tenere nascosto. Un vignettista che si firma Sartori e crede di essere molto spiritoso mostra un tizio che legge il giornale e dice: “Strage Airbus: responsabile il copilota depresso.” Poi aggiunge: Fra poco diranno che anche l’ISIS è fatta da depressi.” Ecco, bravo. Il punto è proprio questo: il terrorismo contemporaneo può avere mille cause politiche, ma la sola causa vera è l’epidemia di sofferenza psichica (e sociale, ma le due cose sono una) che si sta diffondendo nel mondo. Si può forse spiegare il comportamento di uno shaheed, di un giovane che si fa esplodere per uccidere una decina di altri umani in termini politici, ideologici, religiosi? Certo che si può, ma sono chiacchiere. La verità è che chi si uccide considera la vita un peso intollerabile, e vede nella morte la sola salvezza, e nella strage la sola vendetta. Un’epidemia di suicidio si è abbattuta sul pianeta terra, perché da decenni si è messa in moto una gigantesca fabbrica dell’infelicità cui sembra impossibile sfuggire. Quelli che dappertutto vedono un complotto dovrebbero smetterla di cercare una verità nascosta, e dovrebbero invece interpretare diversamente la verità evidente. Andreas Lubitz si è chiuso dentro quella maledetta cabina di pilotaggio perché il dolore che sentiva dentro si era fatto insopportabile, e perché accusava di quel dolore i centocinquanta passeggeri e colleghi che volavano con lui, e tutti gli altri esseri umani che come lui sono incapaci di liberarsi dall’infelicità che divora l’umanità contemporanea, da quando la pubblicità ci ha sottoposto a un bombardamento di felicità obbligatorio, da quanto la solitudine digitale ha moltiplicato gli stimoli e isolato i corpi, da quando il capitalismo finanziario ci ha costretto a lavorare il doppio per guadagnare la metà.
 
woodenship
woodenship il 06/04/15 alle 18:49 via WEB
Ottime riflessioni che restituiscono, ad una festa religiosa, la sua dimensione umana e quindi terrena,con tutte le tare che tale dimensione si porta appresso......Un caro saluto e tanti auguri,visto che il caso non ci ha voluti egiziani e nemmeno agnelli:è un privilegio di cui non esistono motivazioni,ma va bene anche così.................
 
angiolhgt
angiolhgt il 06/04/15 alle 08:25 via WEB
Premesso che la Natura è Madre ma anche matrigna che oltre alla vita sa dispensare grandi sofferenze, la specie umana incivilita va via trasformandosi in un virus letale per la Natura, per la Terra Per sopravvivere per nutrirsi sempre meglio e moltiplicarsi l'uomo ha legittimato il sacrificio degli animali per via delle loro nobili proteine, ha prodotto veleni letali per altre specie animali e vegetali, modificandole per fini alimentari o semplicemente estetici. Visto sotto un altro punto di vista il vero dio che tutto può, e forse un domani anche essere eterno clonandosi, è l'uomo, un dio terribile che ha sacralizzato il sacrificio, anche col simbolo del Cristo o come simbolo di offerta in tante religioni. Non possiamo essere buoni pur volendolo, siamo nati per divorare ogni cosa come le termiti, la religione ci aiuta a sopportare il nostro terribile destino introducendo l'ipocrita idea dell Amore ma senza questa idea che ne sarebbe di noi? L' orrore di noi stessi ci farebbe impazzire. La domanda se l'uomo può cambiare la sua natura ha una risposta teorica e marginale: lo può sotto l'effetto di una buona "fumata " o di una bella sbornia, ma quando l'l'effetto svanisce... La metaforica fumata del culto del trascendente può aiutare ..ma senza esagerare troppo. Al fondo dell'anima non ci sono che la paura-ferocia e la bontà-amore che serve come anodino antidoto alla nostra ferocia-paura. Ma che cosa è l'anima? ..il fomite del il Devo del Voglio, del Sono? Schiavi della nostra natura sappiamo solo mimetizzarla col l'idea illusoria del libero arbitrio.
 
soulestasy
soulestasy il 05/04/15 alle 18:58 via WEB
Neanche chi ha fatto ipnosi regressiva come me e centinaia e centinaia di persone provenienti da luoghi e culture diverse che non si conoscono tra di loro, che hanno viaggiato con la loro Anima incarnata fino al nostro Principio e ti assicuro che nessuno di noi ha trovato dei, dii, santi e madonne o parenti morti, ci siamo visti Creare in un solo Istante tutto l'universo, come un parto indolore e meraviglioso e non eravamo un corpo, ma l'Essenza racchiusa nei nostri Cuori, che è Compassione, quiete e Creatività ed è Eterna, non ha nome perchè nella Realtà umana non esiste altro al di fuori, e la mia Essenza è il Creatore come quella di tutti noi, che si è scissa nel proprio Creato per saggiare cosa fosse il Duale, la morte, l'incoscienza e l'effimero, quando tra qualche secolo tutto l'universo avrà una contrazione istantanea allora si Ritorna tutti noi che siamo una medesima Sostanza Divina al nostro Principio e resta solo la Coscienza di tutto quello che abbiamo vissuto da essere umani nel bene e nel male virtuale di questi mondi di manteria. Non credo che sgozzando cuccioli di agnelli da latte, bevendone il sangue e partecipando a rituali che si ricordano gli uomini primitivi guidati da stregoni nei villaggi ci possiamo salvare dalla nostra stupidità mentale di aver distrutto un pianeta meraviglioso quanto la Terra ed averlo infestato di miliardi di noi sempre a moltiplicarci senza rispetto per gli altri esseri viventi che hanno al nostro pari Diritto a spazio ed esistenza, non sono qui solo per farsi mangiare da noi e farci sollazzare quando ne abbiamo voglia!
 

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Non men che saver, dubbiar m'aggrata.(Dante, Inferno XI)

La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile.(Aristotele)

Lo scopo del lavoro è quello di guadagnarsi il tempo libero.(Aristotele)

 
 
 
 

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