Creato da luigia.giudice il 02/04/2013
 

I giardini di zahaar

E all'improvviso,la poesia sbocciar come un fiore...( E se scrivo è x te... poesia...)

 

 

E ti ricordo così... di L.G. »

Di mandorle e vaniglia... di L.G.

Post n°1 pubblicato il 02 Aprile 2013 da luigia.giudice
Foto di luigia.giudice

  20/07/2010
Di mandorle e vaniglia... di Luigia Giudice

Rovistando tra vetrine e vetrinette appartenenti a mamma mia ,mi
ritrovo tra le mani un piccolo fagottino,lo giro e lo rigiro
soffermandomi così a rovistare anche dentro me, su accenni di
sequenze di sorrisi misti a nostalgia, colline si fan le mie labbra

dapprima raggruppate e incerte si stringono a ricercare tasselli vissuti,da mettere in ordine ,tra quelle cartelle di vita,tra quei castelli di sogni,di desideri,e di fantasie,magari forse mai realizzati,ma,tuttavia sempre vivi in ognuno di noi ,in quella che è chiamata ''Speranza''.

Ed ecco presentarsi a me un mucchietto di ambrati tasselli,segnale di un lontano passato che stagliandosi tra binari
di ricordi iniziano ad incastrarsi tra di loro come un puzzle,fino a formare man mano un ricco mosaico,il nostro mosaico di vita,colorato di nostre svariate emozioni ,da cui  i personaggi attingono,e dove su ottiche psicologiche,si muovono,parlano e interagiscono a vicenda come su dei piani paralleli,su spazii girevoli di una vastissima gamma di programmi mentali includenti il cuore su cui spicca la sfera dell'anima da cui confluiscono e si convogliano i vari moti atti a smuovere come venti: pensieri,ottiche,sentimenti, sensazioni personali e tanto altro...

Si,adesso,sembra tutto pronto, la tela,mai statica, che cercavo,sta qui,di fronte a me,al  che le mie labbra si spianano,in primis, in un lauto sorriso, annuendo poi teneramente  tremule, mosse a malinconia...

Ecco,il filo dei
ricordi che lega il passato al presente è,ora, tra le mie dita e io
mi accingo a slegarlo ,insieme a voi,e sapete, vi potrà capitare,a tratti, di sentire e vedere e toccare i soggetti e ogni dove e ogni quando avvicinarsi a voi,fino a sfiorarne l'anima,ma soprattutto potrete tangerne e realmente esternare e gustare le vostre scaturite emozioni,i vari sentimenti che si susseguiranno su queste pagine,fino ad entrarne in simbiosi se solo guardarete al racconto con occhi,si,da adulti ma soprattutto con la semplicità fresca e pura di un bambino dove sempre alberga il solare giardino fertile della fantasia,nucleo dell'amore...  E  ritorno, così, a quel giorno lontano a quando... a quando... Era un mattino di fine inverno,sul presto,e dal letto
della cameretta condivisa da noi,tre sorelle,me ne stavo,io, in un
pacifico dormiveglia,quando udii dalla porta d'ingresso adiacente alla
nostra,due scatti di serratura,indi apriì gli occhietti,ancora assonnati,e
curvando la testa,vidi dall'uscio socchiuso,mia madre rincasare con la
sporta della spesa rigonfia,mi sedetti incuriosita sul letto a pensare,a fantasticare sulla cosa,ricordo che
indossavo un pigiamino giallo di flanellina leggera,guarnito di roselline e da
graziosi merletti,non so perchè,ma amavo averlo addosso,serviva spesso a
placare il malumore di bruschi risvegli,mi piaceva sentire sulla mia pelle il delicato tessuto,fine ma caldo ,e d'altronde si confaceva bene al mio innato gusto tendente
al romantico;insomma mi immaginavo rivestita di primavera... e avvenne che, mentre mi stiracchiavo alla stregua di
un gatto,mi sentii come investita da un'enorme nuvola che spargeva intriganti essenze orientali... annusai quell'aria che mi fluttuava  intorno come una sinuosa danzatrice,emanante un delizioso profumo,presagio di
festa,pensai,chissà,fiutai ancora, arricciando il nasino con più intensità', ma si,era
proprio profumo di mandorle e vaniglia...!

Mi alzai di scatto e a piedi scalzi attraversai celere la grande
sala piastrellata a grandi rombi,ma giunta che fui a metà,mi
fermai,poichè,proprio lì',sorgeva una antica scala a
chiocciola,sapete,di quelle rustiche,coi pioli in ferro battuto?
Ecco,bravi,si,quella... !

Iniziai così a salire i gradini che
portavano su ad un ammezzato attrezzato a cucinino,e trascinandomi
dietro la mia inseparabile buffa bambola di stoffa,raggiunsi la cima
e mi sedetti; dovete sapere che seduti da lì,non solo si disponeva
di un'ottica singolare,ma significava anche dotarsi di
un osservatorio ideale,atto ad osservare senza essere notati...
così che potevo seguire mamma mia affaccendarsi tra miriadi di
barattoli,barattolini ,posate,fornelli,su canti e scie di aromi che mi
ottenebravano piacevolmente quasi tutti i mie sensi... stordendoli,
così che quel tutto mi diveniva un sognar soave dove vorticar lentamente,scivolando a moviola dentro ad un arabesco girotondo...
Sembrava  che complici del sogno,si aggiungessero anche le pareti della cucina, colorate di verde, evocandomi così lunghe file di vivaci bancarelle di quei festivi giorni primaverili,su cui,tra zuccheri filati e torroni croccantosi... e tra questo e quello e tra montagne di
pistacchi e cannella... senza accorgermene ,mi appisolai di botto...

E fu in questo stato
che mi trovò il sole di mezzogiorno che filtrava dentato
dall'alta finestra di fronte... mi trovò così,
accucciata e assorta con le
braccina ad abbracciar sognante quelle ruvide ranghe
con il visino appoggiato,ovvero
quasi intrufolato tra quelle
intrecciate colonnine di ferro ,lavorate ad arte... Stropicciai dunque gli occhi e dopo

un lungo sonoro sbadiglio,mi resi conto di essermi addormentata,lì, su quella scala a chiocciola,

e  chiocciolina,sapete, mi sentiì pur io,tanto stavo ellitticamente pressata su  di me stessa,sorrisi...

Si stava un pò freddini su quei gradini e  perciò strinsi più forte a me la bambola,come per darmi calore... e ricontinuai a guardare...
Osservavo la scena e le sue leggiadre movenze.
La osservavo
ad occhi semichiusi come a fissar un sogno...
D'altronde,anche
al presente,a volte,mi è piacevole concepire la realtà
non mai senza l'alone
misterioso di quel che è chiamato: Il Sogno..
da cui però è
possibile ritornare anche tra echi di pagine perdute...

e forse chissà se da bambina ,inconsciamente, proprio da quest' ottica presente  scrutavo quello che sarebbe divenuto,in un giorno futuro,il mio passato

in tutti i suoi dettagli,così che mi ci soffermavo e mi ci destreggiavo con naturalezza e spontaneità

tra quegli anfratti più reconditi dell'animo umano. Appoggiai così,sempre a distanza, il mio
sguardo su mia mamma,e sul suo mento... e
sul suo pacato volto...
Sai,lettore,un
viso dolce quello di mia madre,ma a volte profondo come il mare quel suo fissare...
Folti i suoi capelli neri,neri e tenaci come
profonda lava di Vulcano...
ambra boschiva i suoi occhi da
Leonessa fiera ...
mai avara di sole d' agosto la sua graziosa
bocca..
boccuccia di primule e rose... robusti giunchi le sue
braccia laboriose..
cosicchè d' impulso lasciavo quei gradini
per correre da lei...
Mi abbarbicavo sul suo grembo con
le braccine tese...
e coi piedini tra terra e ciel
sospesi,diveniva ella,il mio centro,il mio monte,la mia scalata e
il mio rifugio...

Rimembro che un raggio di sole filtrò,fulmineo,tra uno spiraglio delle tende accendendo di luce il prezioso vassoio d'argento posto sul tavolo,uno dei doni di nozze,ricevuto da una facoltosa parente una decina circa di anni fa.
Quel vassoio brillava ai miei occhi non tanto per il suo fulgido
metallo
ma bensì per quei piccoli sassi bianchi e lucenti che
conteneva dentro...
No ,no!Bimba mia,non sono affatto dei sassolini,ma confetti
di mandorla,con la mandorla dentro,precisò la mamma e ne spezzò uno, con i denti,e
con un sorriso divertito,m'invitò con
sollecitudine
e garbo ad assaggiarne la metà rimasta, oh che buon profumo
emanava... e che sapore divino...!
Ecco,da dove proveniva quella nuvoletta dolce che con
stuzzichevole essenza
girava per casa...mi
dissi entusiasta e soddisfatta come una micetta curiosa !
E come erano ancora caldi,freschi di artigianale e rinomata
manifattura...!
Ecco perchè il loro aroma si era sprigionato solleticando ogni narice,addiritura anche quella del gatto di casa, il Mimì,che continuava a girare in cucina alquanto inquieto,che fosse anch'esso goloso di mandorle... mi chiesi con un ghigno degno di una scimmietta,e dai su,lettori miei,ma anche,loro,quelle mie sorelle ancora a poltrire,su su,avvicinatevi a me che ve lo spiffero in un orecchio:Ma vi sembra normale? Ma roba da matti!!! (Sorrido...)

Come difatti,esse,le mie sorelle,ancora assonnate e
ignare,erano rimaste a dormire come ghiri,anzi,meglio, come tartarughe,tanto erano coperte ,fino al naso... roba da non crederci!


Ancora tentennavo a credere come potessero dormire,con tutto quell'aroma delizioso che fluttuava anche sotto le loro narici,
davvero mi
stupivo o magari,chissà ,difatti mi convinsi che
si stavan crogiolando in un goloso
sogno... ehi cosa,cosa?E se si stessero mangiucchiando lor soltanto tutti quei sfiziosi dolcetti?
Stavo ancora formulandomi altre ''fantomatiche'' risposte ai miei dubbi,quando la mia attenzione fu attirata nuovamente su quei deliziosi
confetti.

Delicata mano li coglieva dal basso verso verso l'alto a piccole manciate per poi lasciarli ricadere su una
spessa balatina di marmo..

Sapete...cari lettori,non solo la
loro forma e il lor candore
mi richiamava alla mente quei bianchi
ciottoli di mare ma,anche il
lor tintinnìo,
il lor ''scruscio'' produceva al mio udito quel suono onomatopeico familiare di pietruzze,somigliavano tantissimo a quei piccoli sassolini bianchissimi ed ovali che si suole raccogliere sulle dorate spiaggie,e che anche noi tre sorelle solevamo fare e in seguito,anche il nostro unico fratellino,nato a distanza di sei anni da me,si unì a noi,nell'entusiasmante ricerca di ogni cosa che il mare,specie,dopo le burrascate lasciava a riva,si trovava di tutto,conchiglie ,fossili,pietre dal colore ambrato di luna,gusci interi di granchi,grossi pezzi di lava,e a volte,raramente stelle e cavallucci marini,si doveva però fare accurata attenzione alle infinità di meduse trasparenti che tapezzavano il lungomare , era un incanto per gli occhi ammirarle, poichè sembravano avere  luci psichedeliche al loro interno ,aaah bellissime davvero,erano reamente un'attrazione ,ma noi,non ignari delle dolorose conseguenze,qualora ne fossimo venuti a contatto,saggiamente,ci tenevamo a giusta distanza... Vedete lettori cari,ritornando all'assonanza tra confetti e ciottolini bianchi vi dirò che:


Che era ,per noi, una passione infinita ritenere quei sassolini nel palmo
di una mano
per poi lasciarli ricadere udendo il loro suono giocoso trastullarsi tra le pareti

strette di un secchiello che le nostre manine amavano scrollare con gli occhietti accesi di sole...
Avvolta mi ritrovo ora in
flussi di nostalgia che
sconnessa e vivace,come quei ciottoli,ricade tra le pareti dell'anima mia,mi urta... mi scontra... mi scrolla ...
mi rincorre su questo presente il passato,
e risento stridolini e risate incontenibili di
bimbi
che par
s'intrecciano felici tra dolci schiamazzii e  spruzzi
d'acqua... a rincorrersi sulla battigia mai esausti...


E sorrido a Lei..Madame
Nostalgia... si,

tre bambine e un bambino rivedo entusiasmarsi tra
ciottoli di tutte le forme e dimensioni,noi,con le manine colme,sempre zeppe di
conchiglie e vetri colorati ,
smussati e levigati dal
moto del mare che perenne trascorre... eterno...

fu la mareggiata inquieta della notte che li
aveva trasportato a riva con dovizia... sbisbigliavano all'alba,i pescatori...

si,mi par di vederli
ora,nella penombra, quei fanciulli, stanchi,insonnoliti,far ritorno a casa,e felici riporre
i loro
rispettivi fagottini
dai colori pastello,cuciti dalle mani
d' oro di
mammina cara... Assorta li vedo andare di spalle,

quando,ad un tratto, una delle tre,la più piccina,lentamente,

si gira verso me,appare teneramente crucciata,

e mi fissa a capo chino,abbassa lo sguardo...

lo rialza e di nuovo,e mi scruta attentamente...

scende velato di pianto il suo sguardo che è divenuto il mio,

scende e si poggia su questo saccoccio

che pressato forte stringo contro il mio tempo... contro al mio petto...

 

è di un verdino azzurrato codesto fagottino,

striato,sbiadito e stinto,ma a me molto caro...

fagotto che mi son ritrovata ad aprire tra passato e presente...

facente ritorno bagnato di mare,bagnato di sale,senza più sole...

Scusate lettori se adesso mi giro di schiena e abbasso gli occhi...

scusate se adesso quest'aria si sta impregnando di vento e di pioggia... e una

marea di tempi andati venirmi addosso... scusatemi ancora se nostalgia beffarda e veloce avanza,

così come quando scendeva le scale e la madre soleva abbracciare...

in agrumata essenza...

ma chi abbatter mai potrà in me la sua presenza quando da giardini di zagare

e cannelli mi giunge al cuore sempre... ?

La bimba incede lenta... eccola! Fiorita ancella!... di margherite ornata si è la piccola  testa...

sussulta il mio cuore al pensier di un sol suo abbraccio... ma

ecco che va al richiamo del mare... poi tra le scogliere quasi sfumare... e

tra scale e rombi fare ritorno dentro al suo mondo....

ma prima di svanire si gira e sorride... lasciandomi il cesto di sassi e fiorellini in dono colmo...

e tra battiti e vortici di luna udire una nenia lenta ... : non scordare ....

non scordare,non scordate mai il tempo mio,il tempo vostro,quel tempo nostro di luci ed ombre, ... apri le tue braccia... e batti le tue ciglia...

poichè sarò  fantasia, sarò la tua meraviglia,

su tempi ed echi nuovi

di mandorle e vaniglia... firmato: Luigia Giudice...  av...  Grazie...!

 

 

 

 

 
 
 
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