Creato da luigia.giudice il 02/04/2013 |
I giardini di zahaar
E all'improvviso,la poesia sbocciar come un fiore...( E se scrivo è x te... poesia...)
I giardini di zahar,autrice del blog e di tutti i post inclusi (Poesie e racconti):Luigia Giudice,av
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I giardini di zahar,autrice del blog e di tutti i post inclusi firmati:Luigia Giudice
SICILY... ZAHAAR... E...
Post n°14 pubblicato il 18 Giugno 2015 da luigia.giudice
03/04/2011 Autore:Luigia Giudice Genere:piccola narrativa Tra le calendule gialle Era un mattino di primavera inoltrata, di quando i bambini,giocando a rincorrere un pallone: inseguono i sogni... Anche il mio li inseguiva: tra frenate e soste, quando si imbatté tra i piedi agili di quell'uomo che lo incitava, schioccando le dita,ad una sfida... Nino,lo marcava stretto:un pallone di cuoio in contesa,un tirare di fiati, un tiro mancino,e poi, e poi : Goal! E l' uomo ed il bambino si fermarono,uno di fronte all' altro: senza togliersi lo sguardo di dosso... Il giovane uomo:appena trentenne,era pallido in viso,troppo sporgenti aveva gli occhi ed un sorriso buono. Il bambino in quel momento invece una testa tempestata da molteplici domande... Io ,nei paraggi ,da dietro i vetri guardavo la scena e vedevo il piccolo Nino,indicare col dito qualcosa chiedendo risposte... E seppur non comprendendo di preciso a cosa si riferisse , potei in modo sommario immaginare le sue domande dalle mutevoli espressioni del suo viso ma, avendo percepito nell'altro un pudico imbarazzo, una sottile tensione,decisi di intervenire con discrezione... Provai gioia,all'uscio,quando li vidi battersi un cinque sul palmo delle mani creando un sodalizio... Nino,come tutti i bambini,era calamitato dalla sua voglia di sapere,dal conoscere la vita in tutte le sue sfere... Aveva tanti punti interrogativi nelle sue tasche Nino,e tante domande ancora senza risposte,ma questa è un' altra storia... Ma andiamo avanti... Conoscevo il piccolo leoncino e la sua maniera di rotolare i suoi: ''Perché?'' e seppur garbato, andava d' istinto un po' tanto,a volte,purtroppo... come me... L'uomo,che chiameremo Albert,si era accorto della mia inquietudine e con un gesto d'intesa mi volle tranquillizzare... Lo rassicurai,a mia volta, abbozzandogli un grato sorriso...così... da lontano... Nino,mi scorse e mi corse incontro trapelante di novità e di sano sudore,stava quasi per accennarmi qualcosa di inerente a quell'uomo quando lo prevenni in contropiede e per un innato senso del privato e del pudore,lo invitai a non esporlo ,a meno che non fosse una cosa tanto grave,così seria,da mettere in pericolo la sua e altrui vita ... o la dignità umana e, quella non va tolta a nessuno... Era ben visibile la malattia di quell'uomo e il suo soffrire e ciò mi avrebbe procurato maggiore pena se ad aumentare le sue afflizioni fossimo stati anche noi fautori... Mi scusai con Albert se questo fosse involontariamente accaduto... - No... no, mi rispose :stai serena,non è successo nulla di tutto questo,anzi ti dirò di più... E rivolgendosi a Nino,disse: vedi,caro Nino,so bene di esser divenuto un fenomeno da baraccone, un oggetto di curiosità da parte di molti ... Ma come hai visto,non ho nulla da rimproverarti,non mi hai deriso anzi... gli disse,scompigliandogli i capelli... Avrei fatto la stessa cosa anche io al posto tuo, Ninì... Mi sarei benevolmente incuriosito anch'io,a fronte dei tuoi anni,se mi fossi imbattuto in un tipo come me... E mi sarei posto le tue medesime domande... Tacque... percependo la sua stanchezza... non esitai ad invitarlo a bere un bicchiere di tè fresco... insieme a noi... Grato...lo bevve a grandi sorsi.. Poi,silenti,ci avviammo presso il muretto delle zagare fiorite e li, sostammo... - Ascolta: mi disse ,ti voglio far vedere una cosa,e trafugando tra le sue tasche , ne uscì fuori un portafoglio e traendo da esso una foto,diceva: - Ecco,vedi,non ci crederai,ma questo ero proprio io pochi anni fa,prima che il brutto male mi prendesse al laccio... - Ed è inverosimile di come la vita di ognuno possa cambiare prospettiva da un giorno all'altro,sia in bene che in male e in maniera repentina travolgere le nostre aspettative individuali o collettive e bisogna essere preparati; Erano, le sue, sagge parole, sagge ma non facili... pagate a caro prezzo sulla sua pelle... Albert, nel parlare, ci fissava negli occhi e, quando mi fissava,i suoi mi entravano dentro, turbandomi l anima... Aveva un modo garbato di porsi e la sua voce dai toni bassi e pacati pareva evocare quel sonoro avvolgersi del mare prima di sfumarsi e modularsi tra le tenere onde a lambire le rive... L'avrei ascoltato per ore ed ore senza stancarmi, ma fui presa da tristezza profonda e mi allontanai turbata da così tanta forza d 'animo; Li lasciai soli a parlare per una manciata di minuti... Ritornata, li trovai immersi in un denso silenzio,con gli sguardi fissi al suolo... Sentendo i miei passi,Albert,riprese a parlare a monosillabi: - No... non era così,prima che il male mi colpisse... Vedete questa cicatrice...? (Diceva questo abbassando il capo...) - Vedi? E' iniziato da lì ,il suo naufragio ... - Vedi com'era sano e forte?... - E anche bellissimo:aggiunse Nino, sottovoce.. .- Fulgida luce aveva negli occhi,pienezza di vita era in lui,prima che l'agitarsi delle anomale onde lo travolgessero senza più scampo... castani e folti i suoi capelli, - Amava lo studio,lo sport,il calcio... e correre,e saltare,e ridere..cantare..amare... sognare.... sognare...sognare... E di colpo tacque ancora ... Di pietra io ero :... di pietra; anche il piccolo Nino, non fiatava... presa... colpita... lontano scagliata, guardavo la foto e vedevo il sole... guardavo Albert: era la notte,nella sua perfezione... Era anima nuda, rimasta intatta nella sua bellezza,incastonata nel suo amaro dolce sorriso... Una morsa al cuore... sbandai... appoggiai la schiena al muro e io... io non sapevo cosa dire... e tacqui,pur' io... Ma il cuore parla da solo,dà speranze future... ma lui si fece serio..consapevole del suo stato... non si dava speranze al presente, cercava pace... la sua pace... Ebbe un attimo di smarrimento,poi disse: - Sono stato bene... io vado... breve è il tempo... fugace la vita... io vado... è quasi estate e canta la vita... il suo corso continua... Io vado :... il mare mi attende, voglio andare lì e ascoltare il canto, il canto del mare,colorarmi di cielo e di quiete: tra le calendule gialle... Tra le barche ormeggiate mi perderò d' immenso... Prima che giunga la notte più scura,il freddo giaciglio, si... mi vestirò d' immenso... E tacque... Chiusi gli occhi,:bruciavano forti, presi le sue mani tra le mie e... e sussurrando gli dissi: il mar che lenisce t' aspetta... vai,uomo, non ti trattengo...vai... uomo... La zagara emanava adesso un profumo fortemente inebriante,penetrava nei polmoni in tutta la sua essenza,celebrando la vita, facendo da contrasto a quel clima impietrito... Riaprii gli occhi:la sua esile figura si allontanava mesta e lenta, per offuscarsi poi tra luci ed ombre... Poi prima di sparire... scintillò tra il riverbero del sole... poiché la vita continua il suo corso... il suo corso continua... Nino si appoggiò triste sul mio braccio...taceva... cercai i suoi occhi... li baciai : - Sai,amore,vedi quel pallone: a volte, ci somiglia ... La vita, già... la vita... gioca brutti tiri,come nel gioco del calcio,ogni tanto si va in auto-goal... e si esce sconfitti... Ma non sempre va così...no? Lo sai bene amore... non ci si deve arrendere... mai... ma, andare avanti, con coraggio, anche fossimo in contropiede. Lo strinsi forte a me e mi sorrise triste... Albert era già lontano e stringerlo avrei voluto adesso forte sul mio petto come un figlio, Accarezzargli la testa: ora sua nuda,baciare quegli occhi: senza più luce, quegli occhi così tristi e profondi, il suo sorriso buono... Lo cercai... lo cercai invano : ... dentro e fuori dal mio tempo... Lo cercai ma senza mai trovarlo... Nessuno aveva sue notizie... Lo intravidi soltanto tra i miei pensieri... Lo immaginavo sempre tornare dal mare ... e poi riandare ... tornare e... riandare nuovamente verso il mare... sorridendomi mite... Non passò molto tempo quando avvenne che : era un giorno di fine estate e durante il mio abitudinario tragitto verso casa prima che l'ombra del crepuscolo si arcuasse sotto l'orizzonte, notai,nella mia direzione, la solita simpatica comitiva di ragazzi fare capannello seduti su di un muretto... Una leggera brezza accarezzava a tratti l'aria afosa smorzandola di poco... mentre i grilli acutizzavano il loro pressante ritornello... come ogni sera... Ma fu il loro insolito silenzio e lo sgomento che traspariva dai loro sguardi ad attirare la mia attenzione... Ne dedussi che era successo qualcosa di spiacevole... Rallentai il mio passo e trattenni il fiato quando riconobbi un paio di loro ... Li conoscevo... eh sì che li conoscevo... ! : ''Erano gli alunni di Albert assorti a fissare un giornale ... !'' Allungando il passo li udii bisbigliare accorati un nome al passato... Col cuore in gola mi accostai a loro... e abbracciandomi mi dissero tra le lacrime : - Guardi...... guardi la foto... Guardai : ... una figura di uomo ... sul far della sera... giaceva inerme tra barche e fiori... tanti fiori...
Ci guardammo attoniti ... senza più parole ... Era Lui...! Era Albert ,era Albert... ! In coda alla didascalia una sola frase rianimò il mio cuore... :''Sembrava sorridere...'' E ti ricordo così.. . tu... tu anima bella... ...tra le calendule gialle...
Di:Luigia Giudice ( dal Post,già qui pubblicato: Ti ricordo così ,ora riveduto ed aggiornato) Luigia Giudice |
Post n°13 pubblicato il 26 Giugno 2013 da luigia.giudice
Distrattamente... sino a qui... 29/12/2010 Luigia Giudice
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Post n°12 pubblicato il 25 Giugno 2013 da luigia.giudice
avesse avuto in te realmente accesso... non avresti chiesto ancora ... se... Luigia Giudice |
Post n°11 pubblicato il 07 Giugno 2013 da luigia.giudice
PESCATORE...07-06-2013 Quanto amo la pace assorbita dei piccoli porti... timido vento si viene a dondolare ... ma se poi tramonto tra le ambrate e mute reti... a consolar s'impiglia... sta lì il gabbiano e mai s'arrende mentre la notte attesa a lungo... scende... Come falò di agosto riflessa ...tra le barche s'ormeggia la luna... e tace...
E tu.. all'alba... sguardo stanco posasti sul molo e io... vi scorsi pagine e pagine di storia.. si... avevan dentro tutto il mare... il mare che racconta... di: Luigia Giudice |
Post n°10 pubblicato il 06 Giugno 2013 da luigia.giudice
12/11/2012
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Post n°9 pubblicato il 29 Maggio 2013 da luigia.giudice
10/04/2010 di Luigia Giudice |
Post n°8 pubblicato il 28 Aprile 2013 da luigia.giudice
23-03-2011 Poeta... di Luigia Giudice
Fu quando si dispersero le note dentro me... by Luigia Giudice |
Post n°6 pubblicato il 15 Aprile 2013 da luigia.giudice
15/02/2011 .Dall' altro lato del mondo.di Luigia Giudice Tentenna l'abat-jour a far svanire il nero disincanto... |
Post n°4 pubblicato il 06 Aprile 2013 da luigia.giudice
Quel giorno un'inquietudine strana non li aveva lasciati e adesso che giungeva la sera si guardarono a lungo occhi su occhi, in silenzio, e si strinsero piu forti le mani in intrecci di gambe e di cuori... si sussurravano ora parole dolci e si abbracciavano forte prima del bacio della buonanotte... Lui tentennava a dormire seppur gli occhi chiedevano tregua e in quella notte d'aprile con la testa confusa, piano piano, scivolò dalle sue morbide braccia , non voleva svegliarla... Com'era bella immersa nel sonno! Un angelo ! Chissà perché,ma quella sera l'aveva sentita fremere come non mai... mai come quella notte si era sentito così piacevolmente rapito,camminò lentamente verso la finestra e scostando la tenda blu appoggiando i gomiti sul davanzale di granito, guardava il cielo... La luna era nella sua fase ascendente...e Venere sembrava brillare ad intermittenza come quasi un s.o.s. guardò giù sulla strada,forse sarà la stanchezza, si disse, ma per un attimo gli parve di vedere passare l'ombra di un'aquila ferita... Aprì con irrequietezza le imposte e, la rivide mentre i suoi occhi increduli seguivano il suo vacillante volo tra la fetta di cielo tra le case, poi un grande boato all' improvviso nella notte mise fine a tutti i suoi sogni... E tacque la città presa nel sonno... Ella tacque per alcuni interminabili secondi... e solo il tempo di rendersi conto che non era un sogno, un brutto sogno, solo il tempo di riaprire gli occhi e lui si ritrovò nel profondo... schiacciato nello spazio angusto di un anfratto,solo il tempo di capire...e non la vide... E insieme alla polvere si alzò un grido disperato... ovattato, prigioniero che scardinava i massi e sconfinava fino al cielo...E lassù la città antica e dignitosa ebbe paura dentro quelle mura e si riversò fuori come fiumana e milioni di voci si ritrovaron insieme ai confini disposte individualmente sulla linea che tratteggia il cerchio della vita E su questo cerchio si diedero le mani e le alzaron all' unisono e la forza dell'amore, della vita si unirono alla vetta in diagonale, formando un alto monte ove arde il fuoco sacro della vivida speranza...Le ultime case, le ultime pietre adesso parevano appoggiarsi le une sulle altre arrendendosi alfin all' ineluttabile, sciamando come api lungo il suolo... E il sole apriva gli occhi e l'Aquila sconfitta dinnanzi al sole piangeva i suoi figli,piangeva i suoi morti... E l'Aquila come mamma ferita a morte dinnanzi al sole pianse i suoi figli, dinnanzi ai gigli pianse i suoi morti e ascendevano al cielo nuvole bianche di acque impregnate rubate alla terra e amari canti che resero amara ogni parola... Oh mio medioevo sbriciòlato in un battito d'ali... E polvere di marmo fluiva candida sopra la terra cangiando colore alle rose rosse e l'alta età si gettò sull'erba bianca, si chinarono pure a grondare la terra premendo lembi di lana sugli occhi rossi che mai eran stati così smarriti come quest'oggi... E non fu vista così tanta rugiada come a quel tempo e si aprirono mille corolle su quella terra ... E laggiù l' uomo più non la vide... E laggiù nessuna finestra più per scostar quella tenda a guardare la luna piena ... E laggiù nella penombra voleva solo sognare, sognare e vederla, vedere il suo angelo per dirle ancora ''come sei bella'' e scavava e sperava di sognar ancora con i suoi occhi... E nel frattempo intraveder volo di aquila dentro ai suoi occhi... e poi fermar le mani,quelle sue dita senza più unghia... Li trovaron così, sereni a sognare, occhi su occhi, cuore su cuore pietra su pietra come granito ... *** *** *** Autore: Luigia Giudice |
Post n°2 pubblicato il 03 Aprile 2013 da luigia.giudice
03/04/2011
ma andare avanti anche fossimo in contropiede. Lo strinsi forte a me e mi sorrise triste...
E ti ricordo così... tu, anima bella tra le calendule gialle... |
Post n°1 pubblicato il 02 Aprile 2013 da luigia.giudice
20/07/2010 dapprima raggruppate e incerte si stringono a ricercare tasselli vissuti,da mettere in ordine ,tra quelle cartelle di vita,tra quei castelli di sogni,di desideri,e di fantasie,magari forse mai realizzati,ma,tuttavia sempre vivi in ognuno di noi ,in quella che è chiamata ''Speranza''. Ed ecco presentarsi a me un mucchietto di ambrati tasselli,segnale di un lontano passato che stagliandosi tra binari Si,adesso,sembra tutto pronto, la tela,mai statica, che cercavo,sta qui,di fronte a me,al che le mie labbra si spianano,in primis, in un lauto sorriso, annuendo poi teneramente tremule, mosse a malinconia... Ecco,il filo dei Mi alzai di scatto e a piedi scalzi attraversai celere la grande Iniziai così a salire i gradini che E fu in questo stato un lungo sonoro sbadiglio,mi resi conto di essermi addormentata,lì, su quella scala a chiocciola, e chiocciolina,sapete, mi sentiì pur io,tanto stavo ellitticamente pressata su di me stessa,sorrisi... Si stava un pò freddini su quei gradini e perciò strinsi più forte a me la bambola,come per darmi calore... e ricontinuai a guardare... e forse chissà se da bambina ,inconsciamente, proprio da quest' ottica presente scrutavo quello che sarebbe divenuto,in un giorno futuro,il mio passato in tutti i suoi dettagli,così che mi ci soffermavo e mi ci destreggiavo con naturalezza e spontaneità tra quegli anfratti più reconditi dell'animo umano. Appoggiai così,sempre a distanza, il mio Rimembro che un raggio di sole filtrò,fulmineo,tra uno spiraglio delle tende accendendo di luce il prezioso vassoio d'argento posto sul tavolo,uno dei doni di nozze,ricevuto da una facoltosa parente una decina circa di anni fa.
Delicata mano li coglieva dal basso verso verso l'alto a piccole manciate per poi lasciarli ricadere su una Sapete...cari lettori,non solo la
strette di un secchiello che le nostre manine amavano scrollare con gli occhietti accesi di sole...
tre bambine e un bambino rivedo entusiasmarsi tra fu la mareggiata inquieta della notte che li si,mi par di vederli quando,ad un tratto, una delle tre,la più piccina,lentamente, si gira verso me,appare teneramente crucciata, e mi fissa a capo chino,abbassa lo sguardo... lo rialza e di nuovo,e mi scruta attentamente... scende velato di pianto il suo sguardo che è divenuto il mio, scende e si poggia su questo saccoccio che pressato forte stringo contro il mio tempo... contro al mio petto...
è di un verdino azzurrato codesto fagottino, striato,sbiadito e stinto,ma a me molto caro... fagotto che mi son ritrovata ad aprire tra passato e presente... facente ritorno bagnato di mare,bagnato di sale,senza più sole... Scusate lettori se adesso mi giro di schiena e abbasso gli occhi... scusate se adesso quest'aria si sta impregnando di vento e di pioggia... e una marea di tempi andati venirmi addosso... scusatemi ancora se nostalgia beffarda e veloce avanza, così come quando scendeva le scale e la madre soleva abbracciare... in agrumata essenza... ma chi abbatter mai potrà in me la sua presenza quando da giardini di zagare e cannelli mi giunge al cuore sempre... ? La bimba incede lenta... eccola! Fiorita ancella!... di margherite ornata si è la piccola testa... sussulta il mio cuore al pensier di un sol suo abbraccio... ma ecco che va al richiamo del mare... poi tra le scogliere quasi sfumare... e tra scale e rombi fare ritorno dentro al suo mondo.... ma prima di svanire si gira e sorride... lasciandomi il cesto di sassi e fiorellini in dono colmo... e tra battiti e vortici di luna udire una nenia lenta ... : non scordare .... non scordare,non scordate mai il tempo mio,il tempo vostro,quel tempo nostro di luci ed ombre, ... apri le tue braccia... e batti le tue ciglia... poichè sarò fantasia, sarò la tua meraviglia, su tempi ed echi nuovi di mandorle e vaniglia... firmato: Luigia Giudice... av... Grazie...!
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