SERENE BATTAGLIE

un programma

Cambio completamente registro. Una mia svolta personale, una nuova e diversa prospettiva, che vuole disancorarsi dal precedente “diario” ad alta voce. Non rinnego ciò che ho detto, fatto, i miei pensieri, le mie espressioni; semplicemente cambio. Perlomeno ci provo. Una svolta prettamente salutista, al fine di evitare quelle forme di inquinamento interiore: chiudere gli occhi perché non voglio vedere, tapparmi le orecchie per non sentire, sobrietà nel parlare, nello spreco di inutili quanto insignificanti suoni. Per camminare, nel tratto (presumo non lungo) di sentiero che mi rimane, più speditamente, senza tutto quel peso inutile sulle spalle che affatica il mio incerto andare. Verso quale direzione? Quella, nella misura in cui mi sarà consentito, di assaporare pienamente la mia quotidianità, avendo come bussola di riferimento la ricerca di un equilibrio personale. Consapevolezza, ormai consolidata, che sarà maggiore la salita rispetto alla discesa, ma che anche nella salita si può assaporare la bellezza del paesaggio.  Una, e di qui il titolo scelto, serena battaglia. Perché tale è la vita, una serena battaglia. E, nella vita, tante sono le serene battaglie che dobbiamo affrontare, giorno per giorno. Un ossimoro che, a mio giudizio, rende perfettamente l’idea dell’umana esistenza, nella sua affascinante complessità.

Voltare pagina, abbandonare il rancore, l’astio, l’indurimento del cuore, il fatto di aver subito dei torti; non foss’altro  per il fatto che l’odio nuoce prima di tutto a me stesso. Il cuore è vicino al diaframma; il suo indurimento rende lo stesso respiro più affannoso, e tutti gli altri organi, in una qualche misura, ne vengono coinvolti.

Iniziare a “volare” più in alto, non tanto per fantomatici quanto illusori viaggi della fantasia, ma piuttosto per abbandonare quelle piccolezze, quei particolarismi frutto di un atteggiamento miope ed egoistico, dove tutto deve essere rapportato a me stesso. Insomma, un po’ come chi ha più “gambe” in mtb e si avventura su sentieri che ad altri paiono impossibili. Certo, le cadute fanno parte del gioco, comprese le fratture; ma poi si riparte, facendo magari più attenzione ed evitando di ripetere gli stessi errori.

Nella ricerca di relazioni autentiche, limpide, leali e sincere, vere. Che rifiutano quei formalismi pieni di insulse parole che abbondano nello scenario avvilente del  mercato umano (quanti “ti voglio bene” in realtà stanno a significare che “di te non me ne importa nulla”!).

Non dimenticando mai che sono solo un viandante