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In itinere

Post n°3 pubblicato il 09 Settembre 2009 da luma68

Domenica scorsa sono ritornato nel sentiero dove il 29 Giugno mi sono fratturato il polso, causa una rovinosa caduta con la mtb. Me lo sognavo di notte,oramai, e ripercorrerlo era diventata una sorta di sfida con me stesso. L’ho affrontato, ovviamente, con prudenza, indossando tutte le protezioni del caso (gomitiere, polsiere, ginocchiere, tartaruga per la colonna vertebrale, casco…). Ho potuto rendermi conto che è  davvero un bel sentiero: duro, impegnativo, con alcuni salti pericolosi, a tratti esposto, che alterna momenti di facile discesa ad altri di provata pericolosità. Non eccessivamente lungo, ma faticosissimo per tutto il tronco, le braccia, le mani: 4 kilometri circa di puro brivido, e divertimento. Abbiamo percorso in tutto una cinquantina di km, fermandoci tuttavia diverse volte (ho rotto la catena, e per fortuna che il mio amico è un esperto “meccanico”), o per le pause panini, o per tirare il fiato dopo una lunga camminata dentro un torrente (almeno più di un’ora nell’acqua) al fine di uscire da una fitta boscaglia di rovi in quanto avevamo smarrito il sentiero. Per accorgerci dopo quasi tre ore di fatica che eravamo tornati al punto di partenza.

L’analogia con il mio cammino esistenziale è insito in una tale prospettiva. Le cadute:a volte perché viene sottovalutato il percorso, male interpretate le situazioni. O per colpa propria, o per colpa di altri. Il dolore, la sofferenza: ci sono cadute lievi, altre molto dure, che richiedono tutta la propria energia per riprendersi. La voglia di ripartire, di tornare, l’insegnamento che si trae dai propri sbagli, dai propri errori. La bellezza del panorama che ci attornia, il rischio di dimenticare l’obiettivo, di perdersi. Le pause, il bisogno di “tirare il fiato” quando la durezza del cammino smorza le energie e affatica il respiro. L’importanza di affrontare il sentiero in compagnia; parafrasando una frase di Sartre, “l’altro possiede un segreto: il segreto di ciò che sono”.

Con quella capacità di stupore che rende meraviglioso anche il consueto!

 
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