Post n°126 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da lunagiallablu
C’è nell’intimità degli uomini un confine Anche l’amicizia qui è impotente, e gli anni Pazzo è colui che vi si appresta, Anna Achmatova, Stormo Bianco 1915 |
Post n°125 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da lunagiallablu
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Post n°124 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da lunagiallablu
... Anzi,la persona che nasconde e quella a cui viene nascosto, in una parte profonda di loro stesse, sanno tutte e due di sapere. Anche se la differenza stà solo tra il dire e il non dire, a causa del fatto di aver tracciato una linea, man mano che aumenta il peso del tempo, può anche crearsi una grande lacerazione. Ma può anche accadere che, per il fatto di non aver detto, si possano evitare delle irreparabili ferite. A seconda del carattere dei personaggi coinvolti, quale sia la soluzione migliore può variare, ma ad ogni modo, l'unica cosa che mi sembra sicura è che il corpo e la mente delle persone ricevono e trasmettono molte più informazioni di quante le persone stesse non pensino. Questa colorazione misteriosa a volte mi spaventa, perchè mi dà la sensazione di essere completamente esposta, a volte mi conforta e mi stringe il cuore. Banana Yoshimoto, Il corpo sa tutto |
Post n°123 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da lunagiallablu
“Se presupponi l’uomo come uomo e il suo rapporto col mondo come un rapporto umano, potrai scambiare amore soltanto con amore, fiducia solo con fiducia ecc… Se vuoi godere dell’arte, devi essere un uomo artisticamente educato; se vuoi esercitare qualche influsso sugli altri uomini, devi essere un uomo che agisce sugli altri uomini stimolandoli e sollecitandoli realmente. Ognuno dei tuoi rapporti con l’uomo, e con la natura, dev’essere una manifestazione determinata e corrispondente all’oggetto della tua volontà, della tua vita individuale nella sua realtà. |
Post n°122 pubblicato il 28 Dicembre 2008 da lunagiallablu
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Post n°121 pubblicato il 20 Dicembre 2008 da lunagiallablu
Era mezzanotte e le strade erano quiete. Una brezza dolce, leggera soffiava dal Nilo. Io camminavo nella pace della notte. Non sentivo alcuna pena. attorno a me, tutto sembrava darmi calma. La brezza lieve che mi accaraezzava il volto, le strade vuote, le porte e le finestre chiuse, la sensazione di essere respinta dalla gente e al tempo stesso di poterla respingere. l'estraniamento da tutto, persino dalla terra, dal cielo e dagli alberi. Ero come una donna che cammina attraverso un mondo incantato a cui non appartiene. Libera di fare tutto ciò che vuole, e contemporaneamente di non farlo. Che prova il raro piacere di non avere legami con nessuno, di avere rotto con tutto, di avere tagliato tutti i rapporti con il mondo intorno, di essere completamente indipendente, libera da qualsiasi servitù verso l'uomo, il matrimonio o l'amore, di aver rotto ogni costrizione radicata nelle leggi e nelle regole del tempo o dell'universo. Se il primo uomo che trova non vuole, avrà il prossimo o il successivo. Non occorre aspettare quell'uomo. Nè piangere se non viene, nè aspettarsi qualcosa e soffrire quando le proprie speranze sono vanificate. Non aspetta nè desidera nulla. Non teme più, perchè ha provato tutto quello che può farle male. Nawal Al Saadawi, Firdaus, storia di una donna egiziana. |
Post n°120 pubblicato il 17 Dicembre 2008 da lunagiallablu
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Post n°119 pubblicato il 14 Dicembre 2008 da lunagiallablu
Eccola la vivacità ch'è nascosta nella stanchezza: potrei chiederti di venire con me ogni sera ad ubriacare le stelle. proprio lì dove ti cerco e m'incontro ogni sera più stanca, dove verità e menzogna sono figlie abbandonate della noia. Le attese. - queste attese che mi uccidono e che mi salvano- sono solo brevi pause, come sorsi fra l'inizio delle labbra e la sorgente. Beatrice Nicolai |
Post n°118 pubblicato il 12 Dicembre 2008 da lunagiallablu
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Post n°117 pubblicato il 12 Novembre 2008 da lunagiallablu
Forse al mattino andando in un'aria di vetro arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo: il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro di me, con un terrore di ubriaco. Poi, come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto alberi case colli per l'inganno consueto. Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto. Eugenio Montale, Ossi di seppia |
Post n°116 pubblicato il 09 Novembre 2008 da lunagiallablu
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Post n°115 pubblicato il 07 Novembre 2008 da lunagiallablu
Cosimo era sull’elce. I rami si sbracciavano, alti ponti sopra la terra. Tirava un lieve vento; c’era il sole. Il sole era tra le foglie, e noi per vedere Cosimo dovevamo farci schermo con la mano. Cosimo guardava il mondo dall’albero: ogni cosa, vista da lassù, era diversa, e questo era già un divertimento. Il viale aveva tutt’altra prospettiva, e le aiole, le ortensie, le camelie, il tavolino di ferro per prendere il caffè in giardino. Più in là le chiome degli alberi si sfittivano e l’ortaglia digradava in piccoli campi a scala, sostenuti da muri di pietre; il dosso era scuro di oliveti e, dietro, l’abitato d’Ombrosa sporgeva i suoi tetti di mattone sbiadito e ardesia e ne spuntavano pennoni di bastimenti, là dove sotto c’era il porto. In fondo si stendeva il mare, alto d’orizzonte, ed un lento veliero vi passava. Italo Calvino, Il barone rampante |
Post n°114 pubblicato il 03 Novembre 2008 da lunagiallablu
Cade giù perla dopo perla la pioggia... che è libera, che è impossibile da catturare. Sono pezzi d'argento, una pioggia di perle libere d'argento. dal web |
Post n°113 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da lunagiallablu
( Trovano posto, oggi, i versi inviati da un caro amico. Grazie ) Io non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti.... Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi. Alda Merini |
Post n°112 pubblicato il 21 Ottobre 2008 da lunagiallablu
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Post n°111 pubblicato il 19 Ottobre 2008 da lunagiallablu
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Post n°109 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da lunagiallablu
Scirocco
che l'arsiccio terreno gialloverde bruci; e su nel cielo pieno di smorte luci trapassa qualche biocco di nuvola, e si perde. Ore perplesse, brividi d'una vita che fugge come acqua tra le dita; inafferrati eventi, uci-ombre, commovimenti delle cose malferme della terra; oh alide ali dell'aria ora son io l'agave che s'abbarbica al crepaccio dello scoglio e sfugge al mare da le braccia d'alghe che spalanca ampie gole e abbranca rocce; e nel fermento d'ogni essenza, coi miei racchiusi bocci che non sanno più esplodere oggi sento la mia immobilità come un tormento. Eugenio Montale, L'agave sullo scoglio |
Post n°108 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da lunagiallablu
Vide i busti e i profili dei soldati che cavalcavano di fianco alla carrozza, e la folla lungo il percorso: i pugni alzati, e facce stravolte con le bocche spalancate a insultare e a maledire e a invocare una morte, la sua morte! Proseguendo verso Porta San Gaudenzio, s'accorse che per non sentire quelle grida bastava non ascoltarle. Guardava i volti e i corpi degli uomini là fuori come avrebbe guardato dei pesci in una boccia divetro; li vedeva lontani ed anche strani, anzi si meravigliava di non aver mai fatto caso a quei dettagli che ora le sembravano così assurdi; di non essersi mai stupita in precedenza di quelle forme, considerandole – come tutti – inevitabili, e assolutamente sensate! Di averle sempre credute... normali! Quei cosiddetti nasi, quelle orecchie.... Perché eran fatte così? Quelle bocche aperte con dentro quei pezzi di carne che si muovevano. Che insensatezza! Che schifo! E quell'esplosione incontenibile di odio, da parte di individui che fino a pochi giorni prima non sapevano nemmmeno che lei esistesse e ora volevano il suo sangue, le sue viscere, reclamavano d'ammazzarla loro stessi, lì sul momento e con le loro mani... C'era forse un senso, una ragione in tutto questo? E se non c'era, perché accadeva? Ecco, pensava: io sto qui, e non si perché sto qui; loro gridano, e non sanno perché gridano. Le sembrava di capire, finalmente!, qualcosa della vita: un'energia insensata, una mostruosa malattia che scuote il mondo e la sostanza stessa di cui sono fatte le cose, come il mal caduco scuoteva il povero Biagio quando lo coglieva per strada. Anche la tanto celebrata intelligenza dell'uomo non era altro che un vedere e non vedere, un raccontarsi vane storie più fragili d'un sogno: la giustizia, la legge, Dio, l'inferno... Arrivavano da ogni parte della bassa e anche dalle città: da Novara, da Vercelli, da Gattinara; con le famiglie, con gli amici, con i vecchi di casa, con i bambini, con i carri carichi di vino e di cibarie per far baldoria, e stare in allegria, e festeggiare la fine dell'estate. Non erano gente sanguinaria, né malvagia. Al contrario, erano tutti brava gente: la stessa brava gente laboriosa che nel nostro secolo ventesimo affolla gli stadi, guarda la televisione, va a votare quando ci sono le elezioni, e, se c'è da fare giustizia sommaria di qualcuno, la fa senza bruciarlo, ma la fa; perché quel rito è antico come il mondo e durerà finché ci sarà il mondo. (Finché continueranno ad esserci degli uomini ci saranno i Gesucristi e le Gesucriste, come disse Antonia). |
Post n°107 pubblicato il 12 Ottobre 2008 da lunagiallablu
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Post n°106 pubblicato il 05 Ottobre 2008 da lunagiallablu
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La mia ambizione? Pensare che le parole possano cambiare le cose.
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