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MORALE E DIRITTO. EGUAGLIANZA (sintesi del capitolo X dell'Antiduhring di Engels)

Post n°78 pubblicato il 22 Ottobre 2013 da terhas1989

Tralascio anche qui la critica al povero Duhring e passo alla parte di analisi dello sviluppo dell'eguaglianza nel corso della storia.

E' un'idea antichissima che tutti gli uomini in quanto uomini hanno qualche cosa di comune e che essi sono anche eguali nei limiti di questo elemento comune. Ciò nonostante nelle comunità più antiche c'era l'eguaglianza solo tra i membri della comunità, esclusi donne, schiavi e stranieri. Col cristianesimo ritorna l'eguaglianza universale degli uomini per via del peccato originale. Quando arrivarono e si imposero in Europa i germani si eliminò per secoli ogni idea di eguaglianza e si impose una gerarchia sociale e politica complicata. E' nel seno del medioevo che si sviluppa la borghesia, depositaria della futura rivendicazione moderna di eguaglianza.

La borghesia all'inizio aveva sviluppato un'industria artigiana e lo scambio dei prodotti. Alla fine del XV secolo le grandi scoperte marinare le aprirono una carriera nuova e più vasta. L'oro e l'argento dall'America fecero crescere i bisogni e così fu necessario passare dall'industria artigiana alla manifattura. L'ordinamento statale rimase feudale mentre la società diventò sempre più borghese. Il commercio su scala mondiale esige liberi possessori di merci, non inceppati nei loro movimenti, che siano provvisti di eguali diritti.

Il passaggio da artigianato a manifattura significava che c'era bisogno di un certo numero di liberi lavoratori, liberi da vincoli corporativi e dai mezzi per utilizzare da se stessi la loro forza-lavoro, i quali possano contrattare con il fabbricante per l'affitto della forza-lavoro, e quindi essere di fronte a costui come aventi eguali diritti. L'economia borghese si basa sulla legge del valore che dice che il valore di una merce è misurato mediante il lavoro socialmente necessario in essa contenuto. Questa legge è espressione dell'eguaglianza e dell'egual valore di tutti i lavori umani, perché sono in generale lavoro umano. I privilegi corporativi sbarravano dappertutto e sempre di nuovo la strada allo sviluppo della manifattura.

Da qui la rivendicazione borghese di liberazione dai vincoli feudali e instaurazione dell'eguaglianza giuridica mediante l'eliminazione dell'ineguaglianze feudali. Tutto ciò fu posto all'ordine del giorno dal progresso economico della società e per questo si tradusse in fatti. Libertà e eguaglianza vengono proclamati diritti dell'uomo e oltrepassano il singolo Stato, coinvolgendo anche i contadini. In America dove abbiamo il primo caso di dichiarazione dei diritti dell'uomo si nota il lato borghese di questo fenomeno nel momento in cui si cancellano i privilegi di classe ma si lasciano invariati i privilegi di razza (schiavitù dei neri viene ribadita).

Ma alla rivendicazione borghese di eguaglianza, si accompagna quella dell'ombra della borghesia, la rivendicazione del proletariato. Mentre la borghesia vuole la soppressione dei PRIVILEGI DI CLASSE, ovvero riconosce l'eguaglianza civile dei cittadini, l'eguaglianza cioè sul piano dello Stato, il proletariato vuole la SOPPRESSIONE DELLE STESSE CLASSI, ovvero l'eguaglianza sul piano sociale, economico. 

L'idea dell'eguaglianza non è verità eterna, ma prodotto storico e per la sua creazione sono state necessarie condizioni storiche determinate che presuppongono una lunga preparazione storica.

Quando questa eguaglianza diverrà davvero universale e coinvolgerà gli individui di tutto il mondo?

 
 
 
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Un blog di: terhas1989
Data di creazione: 24/09/2010
 

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