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IL CANZONIERE MINIMO
Post n°89 pubblicato il 09 Dicembre 2013 da terhas1989
Non ho mai visto il Canzoniere minimo (1964) e mi dispiace. Un'altra epoca, un'altra storia, un'altra Italia. Eppure leggendo gli Apocalittici e integrati di Umberto Eco (1964) - che ho appena iniziato - pare che con Giorgo Gaber questa rubrica abbia "potuto prosperare in televisiobe facendo ascoltare cantanti che non urlano, che rinuniciano a ciò che la gente credeva fosse la melodia, che sembrano rifiutare il ritmo, se ritmo era per il grosso pubblico solo Celentano, che cantano canzoni in cui le parole contano e si fanno sentire. E sono parole che non parlano necessariamente di amore, ma di tante altre cose; e che se nominano l'amore non lo fanno per formule astratte, senza tempo e senza luogo, ma lo circoscrivono, gli danno come sfondo i bastioni di Porta Romana, o le domeniche tristi di una periferia industriale e lombarda... canzone civile, intrisa di problemi, a modo proprio vera e propria coscienza storica". Le mie improvvisazioni su questioni che credevo originali si dimostrano patetiche di fronte alle analisi scientifiche dei professori. Ma almeno il lato positivo è che dimostrano che dall'altra parte della cattedra c'è qualcuno che senza mezzi e conoscenza si domanda le stesse cose dello scienziato. Non per peccare di eccessiva arroganza, ovviamente. |
Inviato da: mariannina42
il 31/12/2013 alle 11:33
Inviato da: alive_2012
il 19/12/2013 alle 08:50
Inviato da: terhas1989
il 08/11/2013 alle 15:36
Inviato da: profilo_in_sciopero
il 08/11/2013 alle 11:28
Inviato da: ginevra1154
il 24/10/2013 alle 18:41