c'e' chi dice no...

non e' cosi il mondo che vorrei...

Creato da storiadilunar il 05/10/2011

la storia di lunar

Pesa scrivere un articolo del genere. Mani pesanti sulla tastiera e occhi pesanti nel leggere. Ma non si può fare diversamente - bisogna parlarne. Dopo aver scritto il nostro articolo sui bordelli animali in Danimarca e sugli abusi sessuali di quattrozampe in Svezia, oggi sentiamo il bisogno di parlare dello stupro e dell’uccisione di Lunar, avvenuto in Turchia lo scorso marzo. Non è semplice trovare in rete materiale esaustivo per raccontare il chi, il come e il perché di questa orribile, disumana, raccapricciante vicenda, ma qualcosa da ricordare c’è. La tortura è avvenuta a Sincan, a pochi chilometri da Ankara, e una delle cose più agghiaccianti è che il fatto è successo dietro il Municipio della città - ossia in una zona costantemente monitorata e sorvegliata. Una cagnetta è stata stuprata da un essere umano, le sue urla si sentivano a metri di distanza, e nessuno ha notato nulla. Ha sofferto, avrà cercato di difendersi, di scappare, è stata violentata, lacerata, e infine uccisa e nessuno se n'è accorto. Non aveva nome, Lunar. Glielo hanno dato dopo aver ritrovato il suo corpo devastato dalla violenza sessuale in mezzo ai rifiuti, il muso congelato in un’espressione di tristezza infinita, inenarrabile. Si presume si trattasse di un cane randagio. In apertura trovate una sua foto da viva, una da morta - non la peggiore, quella non abbiamo avuto il cuore di pubblicarla. La scoperta del piccolo cadavere dietro il Municipio di Sincan ha fatto calare sull’intera città una coltre di orrore e disgusto da parte degli amanti degli animali di tutto il mondo. La reazione dell’amministrazione è stata quella di sempre - Lunar non era il primo caso, solo il più eclatante: negare e attaccare. Scopriamo da questo forum che il Comune di Sincan ha minacciato gli attivisti che avevano pubblicato le immagini del corpo violato della piccola perché “macchiavano” l’immagine di Mustafa Tuna, il sindaco. Solo successivamente Omer Demir, avvocato del Municipio ha chiamato gli attivisti per scusarsi della minaccia ed esprimere la sua tristezza per quanto era avvenuto. Doveva essere stato un attimo di debolezza perché qualche settimana dopo, il 28 marzo 2011, l’intera giunta comunale ha sostenuto pubblicamente che si trattava solo di una menzogna, che nessun cane era stato stuprato e ucciso dietro il Municipio o addirittura a Sincan, e che le immagini erano state manipolate dall’associazione Let’s Adopt, che si stava occupando del caso. Che Lunar, dunque, non esisteva, e che nessuno - nessuno - in Turchia si sognerebbe mai di stuprare un cane. Le immagini parlano da sole. Noi crediamo ai volontari che si occupano di questi animali ogni giorno, in un clima asfissiante di indifferenza e omertà. I volontari spiegano che è usanza normale, in Turchia, stuprare i cani. Che capita ovunque e che basta fare una piccola investigazione online, o anche solo su Facebook, per scoprire numerosi casi di violenza. E che, generalmente, questi casi terminano sempre con l’uccisione dell’animale da parte del suo violentatore. Che, in questo caso, è scandaloso non solo che a Lunar sia capitato dietro al Municipio, ma che le istituzioni abbiano negato. Che abbiano il coraggio di negare cose come queste. Nessuno è stato in grado di aiutare Lunar. Ma, leggendo questo articolo, almeno eviterete che venga dimenticata. E potrete firmare questa petizione e raccogliere firme perché i responsabili di questi crimini rivoltanti vengano puniti.

 

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L'esercito delle scimmie condannate a morte

Post n°32 pubblicato il 25 Febbraio 2012 da storiadilunar

POLEMICAanimalisti in rivolta: "Fermate il massacro"Monza, proteste contro un carico di 900 cavie in arrivo alla Harlan e destinate alla vivisezione. Dal presidio arriva un appello: "Fare controlli su questa importazione record di quadrumani"

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI
MONZA - Le prime 150 sono arrivate l'altro giorno. Le altre 750 giungeranno a destinazione  -  sempre a bordo di Tir  -  nelle prossime ore. Forse all'alba, per eludere le proteste degli animalisti che, appresa la notizia, si sono mobilitati, e adesso promettono battaglia. Novecento scimmie. È uno dei più grossi carichi di animali da vivisezione mai importati in Italia. A immaginarsele tutte insieme si fa quasi fatica: e infatti i macachi, in arrivo dalla Cina via Roma-Fiumicino, vengono trasportati dalla Capitale a blocchi di centocinquanta per volta, stivati dentro gabbioni che dagli aerei cargo della Air China finiscono qui, in questo capannone sdraiato nella landa brianzola.

Nemmeno 3mila abitanti, Correzzana è conosciuta, oltreché per avere dato i natali al cantante Gianluca Grignani, per i laboratori della Harlan, multinazionale della vivisezione (presente in quattro continenti). Tecnicamente: allevamento e produzione di animali da laboratorio venduti per la ricerca e altri scopi scientifici. Harlan - finita più volte, in questi anni, nel mirino delle associazioni che si battono per la difesa degli animali, nel 2006 fece clamore il blitz del Fronte Liberazione Animale proprio all'interno dell'allevamento di Correzzana - offre i suoi servizi a un numero imprecisato di laboratori pubblici e privati, università, ospedali, aziende farmaceutiche, laboratori in decine di paesi del mondo. In Italia si occupa prevalentemente di sperimentazione
per conto terzi e, appunto, allevamento destinato alla vivisezione: topi, ratti, conigli, cavie, primati e altri grandi mammiferi. Fa stallo per il trasferimento di cani beagle (gli stessi allevati dalla società Green Hill) e si è specializzata nella "produzione" di animali geneticamente modificati per un migliore utilizzo nella sperimentazione. Esempi? Le specie "programmate" a sviluppare il cancro o con difese immunitarie funzionali all'inoculazione dei virus della polio e del vaiolo delle scimmie.

La richiesta dei colossi farmaceutici cresce, e Harlan, sede centrale a Minneapolis, due allevamenti in Italia (l'altro è a San Pietro al Natisone in provincia di Udine) e un laboratorio (a Bresso), per reggere il mercato, risponde. E importa. Ma uno stock di queste dimensioni - 900 scimmie - non si era mai visto. I macachi destinati alla sperimentazione arrivano direttamente dalla Cina: anche se l'origine di molti esemplari, pare, sia da ricondurre alle isole Seychelles e Mauritius, paradisi delle vacanze ma anche serbatoi per la vivisezione. L'autorizzazione italiana all'ingresso delle scimmie è stata rilasciata dal ministero della Salute. Harlan, vista l'importanza del carico, ha deciso di spezzettare l'arrivo in più blocchi, forse prevedendo anche le proteste. Che, puntuali, sono arrivate. "Questo è uno dei centri di sperimentazione più tristemente famosi in Italia - dice Paolo Mocavero, presidente dell'associazione "Cento per cento animalisti" che da ieri ha organizzato un presidio di fronte allo stabilimento di Correzzana - . La vivisezione sui primati in Italia è molto restrittiva ma le normative vengono regolarmente aggirate con autorizzazioni di veterinari compiacenti. Chiediamo alle autorità competenti di fare controlli sulla regolarità di un'importazione così massiccia di primati". Da qualche anno, nel mondo animalista, è attivo il coordinamento "Fermiamo Harlan". Sono numerose le sigle che si battono contro la vivisezione e, in particolare, l'attività di questa multinazionale. Spiega Susanna Chiesa, di "Freccia 45": "In Italia vengono sottoposti a sperimentazione 3.000 animali al giorno. La vivisezione è una falsa scienza, inutile e arcaica, attuata da persone che si arrogano il potere assoluto di decidere se e come seviziare e porre fine alla vita di altri esseri viventi. Continueremo a batterci perché questo vergognoso atto di atrocità venga definitivamente vietato".

Sono circa 600 i centri italiani collegati alla vivisezione di animali. Due milioni e 600 mila gli esemplari utilizzati tra 2007 e 2009 (di cui 618mila usati per la ricerca sui farmaci).
Un giro d'affari da decine di miliardi, dietro il quale si nasconde un mondo fatto anche di situazioni che vanno oltre il limite della decenza e della civiltà. L'incursione, nell'autunno del 2006, dei militanti del Fronte Liberazione Animale nel laboratorio Harlan di Correzzana, portò alla luce una realtà fino a allora sconosciuta: migliaia di roditori in pile di gabbie di plexiglas, decine di cadaveri fotografati nei frigoriferi del laboratorio, alcuni dei quali impalati con stuzzicadenti, ma soprattutto decine di macachi conservati in condizioni squallide, tra sangue e feci, prima di finire nella catena della sperimentazione. La stessa alla quale verranno avviate le 900 scimmie in arrivo dalla Cina. Durante il blitz, un'azione illegale che portò anche al danneggiamento delle strutture dei laboratori, furono liberate una ventina di scimmie e un migliaio di roditori. La protesta più recente degli animalisti è stata quella che ha preso di mira Green Hill, il canile-lager sulle colline di Montichiari, a Brescia, dove si allevano 2.500 beagle destinati alla vivisezione. Lo scorso 10 febbraio un centinaio di animalisti hanno formato una catena umana attorno allo stabilimento: un presidio per chiedere un accelerazione dei disegni di legge in lavorazione al Parlamento e in Regione Lombardia. La soluzione del problema, secondo gli attivisti, non può essere soltanto il divieto di allevare i cani in quelle condizioni. In questo modo - hanno spiegato - Marshall, multinazionale proprietaria di Green Hill, potrebbe scegliere di non chiudere i capannoni-lager di Montichiari ma trasformarli in deposito di "smistamento" e continuare indisturbata il suo business, non allevando più i cani in loco ma semplicemente importandoli e vendendoli.

 
 
 
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