la mia anima ha gliocchi azzurri |
Di silenzio in silenzio
la tua anima cresca
come una linea
tra la neve e il sole
come una cosa salda
in un paese d'ombre
ed abbia la tua voce
odore d'erba
dopo la pioggia
e ciò che dalla vita
hai ricevuto
profondità sofferta
o estasi goduta
tu sia nella memoria
come una primavera
ripetuta.
Giuseppe Centore
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Alle fronde dei salici appendo il mio canto, il mio disincanto, il lamento, la pena dei giorni mai avuti, sprecati, perduti.
Alle fronde dei salici, smarrita la luce, depongo la cetra. E’ rotta la voce che canta i tuoi occhi.
Alle fronde dei salici appendo l’invidia del tempo l’ora immonda che spezza la danza.
Alle fronde dei salici attendo che sfiorisca la notte. Attendo l’epifania del tuo volto senza tempo!
L’attendo qui, l’attendo ora, dove non potrò mai riabitare il tuo giorno, io che nel tuo infinito ho respirato l’immenso. lunaspina |
Riattendo il tuo avvento, il tuo abbraccio, e domando. Quante volte mi hai tenuto nel grembo quante volte mi hai generato nel silenzio del mondo?
Una volta soltanto mi hai destato alla Vita e alla Morte hai solcato il silenzio del nulla per donarmi alla luce ed al pianto.
Quante volte ho attraversato deserti al tuo fianco, sfidato con te ardite montagne!
Quante volte, già stanco mi hai indicato i sentieri che dischiudono il canto.
Ancora mi tieni nel grembo ancora vegli il mio tempo.
Il tuo avvento è da sempre, mi è accanto! lunaspina |
Entra piano, a porte chiuse. Inviolabile il portico che conosce l’ombra del vento. Non cercare la chiave.
Entra piano a porte chiuse. Ospite atteso, amante lontano, al cuore offri respiro all’anima il fiato. Attraversa il mio prato.
Entra a porte chiuse. Decifra lo sguardo, una lacrima azzurra è traccia al sentiero, del pensiero è leggera, fugace, imprendibile orma !
Entra a porte chiuse decifra l’abisso dove ogni giorno io sono dolore e sorriso, irraggiungibile istante, confine e domanda indomita attesa, smisurata preghiera.
Entra piano, non fare rumore Dischiudi il mio tempo, accompagna il mio canto!
Entra a porte chiuse. Non cercare la chiave. E' il silenzio che ho accanto che diviene parola se attraversi il recinto, se solo conosci l’ombra del vento. Attraversami il cuore fino a dove fino a quando ? lunaspina
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Signore, davanti a Te depongo la debolezza del mio essere. Depongo l'orgoglio ammalato di amor proprio, offeso dai suoi stessi fallimenti. Depongo l'ingiustizia della mia guerra perduta, l'egoismo del mio cuore, il desiderio dell' oblio. Signore, davanti a Te depongo l'amarezza che spesso in me è entrata ed ogni desiderio che è per me stessa. Depongo il tarlo dell'insoddisfazione e i limiti di ciò che sono insieme a tutto ciò che sono e che non sono perchè possa stare alla Tua Presenza nella pienezza della mia nudità, disposta finalmente a vivere e a morire.
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Inviato da: redazione_blog
il 13/01/2007 alle 19:35