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Gamer

Post n°179 pubblicato il 02 Maggio 2010 da maiden.casoria
 

A lungo rimandato, esce adesso su grande schermo Gamer, film in cui si immagina il solito scenario di un futuro prossimo, nel quale Ken Castle, un nerd geniale diventa più ricco di Bill Gates grazie ad un gioco chiamato Society nel quale pagando si può avere un proprio alter ego in carne ed ossa (e non virtuale) che agisce e interagisce in un caramelloso mondo pop con altri avatar. Da “Rollerball” al recente Death Race si è capito che un gioco in cui chi perde muore per davvero, come ai tempi dei gladiatori dell’antica Roma, piacerebbe tantissimo al pubblico ed è così che Castle si inventa una variante cruenta di Society: Slayers. In esso i condannati a morte vengono lanciati in un gioco violentissimo dove, guidati a distanza da un giocatore, lottano fra loro. Chi sopravvive più a lungo sarà libero. Tra i condannati c’è Kable, ex marine, condannato ingiustamente. Egli grazie a Simon, il suo “manovratore” e ad un gruppo di resistenza chiamato Humanz riesce a scappare ed a ricongiungersi finalmente con la moglie e la figlioletta.

Ricco di movimentate e cruente scene d’azione con la soggettiva dei videogames con le riprese dalla spalla del protagonista, Gamer è un’altra occasione sprecata, che sciupa con una conclusione convenzionale e prevedibile una discreta idea di base. Il film è migliore nella sua prima parte con la raffigurazione di un’umanità incapace di vivere in prima persona ciò che desidera, che si affida alle “ombre” di un gioco di simulazione nel quale si perde, dimenticando la realtà e chiudendola in casa propria, mentre il potere si organizza indisturbato in un'elite totalitaria. Non manca quindi una denuncia contro i regimi autoritari e dittatoriali che riescono a manovrare a distanza i propri “sudditi” ben felici di avere qualcuno che li comanda a distanza, di essere marionette docili, libere dal gravoso impegno di essere loro a scegliere. Non manca la polemica nei confronti di giochi come Second Life, dove la società fugge dalla realtà, per rifugiarsi in un’altro mondo nell’illusione di essere, almeno lì, carnefice e non schiava. Diretto sobriamente dalla coppia Neveldine/Taylor, già responsabile dei due iperbolici ma divertenti Crank con Jason Statham, Gamer vede come protagonista Gerard Butler, che si sta ritagliando una carriera altalenante, con una scelta discontinua di titoli, che vanno dal muscolare al romantico-sentimentale, restando però una faccia che si vede con simpatia. Il malvagio burattinaio con mire dispotiche è Michael C. Hall, che interpreta  Dexter nella omonima serie tv, senza dimenticare la sua splendida interpretazione di David Fisher in Six Feet Under; la bella moglie che subisce rassegnata ingiusti soprusi per amore è Amber Valletta, mentre il giovane Simon è interpretato da Logan Lerman, sugli schermi in questi giorni anche con Percy Jackson; Ludacris è il capo della resistenza Humanz. Colonna sonora di Robb Williamson e Geoff Zanelli ma il film è introdotto da “Sweet Dreams” in versione di Marilyn Manson per farci capire che rifugiarsi in realtà virtuali per scappare dalla monotonia quotidiana è solo un dolce sogno.

Fabio M. Pelella

 
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