Creato da: maldamore il 31/08/2006
Blog sulle dipendenze affettive e relazionali e sul Mal d'Amore in generale - vedi sito www.maldamore.it

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DIPENDENZA AFFETTIVA »

AMARE E' UNA  DROGA

Post n°1 pubblicato il 31 Agosto 2006 da maldamore

Amare è come una droga: all'inizio viene la sensazione di euforia, di totale abbandono. Poi il giorno dopo vuoi di più. Non hai ancora preso il vizio, ma la sensazione ti è piaciuta e credi di poterla tenere sotto controllo. Pensi alla persona amata per due minuti e te ne dimentichi per tre ore. Ma, a poco a poco, ti abitui a quella persona e cominci a dipendere da lei in ogni cosa. Allora la pensi per tre ore e te ne dimentichi per due minuti. Se quella persona non ti è vicina, provi le stesse sensazioni dei drogati ai quali manca la droga. A quel punto, come i drogati rubano e s'umiliano per ottenere ciò di cui hanno bisogno, sei disposto a fare qualsiasi cosa per amore.

(Paulo Coelho)

 
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Commenti al Post:
giordanoalleluja
giordanoalleluja il 14/04/07 alle 19:23 via WEB
L'amore è vita! Che in certe circostanze, cpaisco, può condurre alla morte. Ma vivere senza amare vuol dire fare della nostra vita un deserto e cercare di amare "solo un po', amare meno" significa desiderare che la nostra vita sia "solo un po' deserto, meno deserto". Amare "solo un po'" è una balla che ci diciamo perchè amiamo noi stessi, per non rischiare, per "salvarci" o per garantirsi proprio divertimento senza pericoli, come al Luna Park, ben agganciato con tutte le sicurezze a tentare il brivido.. ed ogni tanto, per gratificarci, ci concediamo all'altro anche per dirci che sappiamo e vogliamo amare. Non esiste una persona che ama un po', esiste la persona che ama. Non esiste una persona un persona un po' morta. Non esiste una persona un po' viva. Sono balle utili e strumentali al nostro egoismo che cerchiamo di rendere nobile definendolo sano, cerchiamo di renderlo dignitoso perchè, in effetti, è quello in cui non si rischia e in cui non si corre molti pericoli. Ma è solo un po' meno deserto. Lo dimostriamo quando poi ci commuoviamo per un libro, guardando un film, due persone che si baciano e che immaginiamo o abbiamo visto come sono: esistono loro due e tutto il resto è intorno, contorno, fantastica scenografia. Il mondo, la vita è loro davvero. E' sano l'egoismo, è funzionale stare sulla propria sponda e non dividere il calice, funziona per salvarci, ma poi ci tradiamo con dei semplici sogni o davanti ad un romanzo che non è quella la vita, non è quello l'amore. Nella vita si muore, si nasce e sappiamo che dovremo morire. E' ingiusto ma è così. Inutile cercare sempre di negare la morte. - Andrea -
(Rispondi)
 
giordanoalleluja
giordanoalleluja il 14/04/07 alle 20:13 via WEB
Non amare troppo... Che tristezza. Ci si perde l'intenso, il contatto con l'assoluto, la consapevolezza di essere e di avere tutto in un'alchimia unica, incomparabile. Certo si fanno meno danni se le cose vanno male. Ma che tristezza! Mi ricorda quelle persone che si scelgono, con "amore", bei divani, bei mobili, per rendere più bella la loro casa, più intima, più adatta a sè, il nido perfetto. E poi, però, ci lasciano la plastica sopra a quei divani bellissimi ed i mobili, una volta che ci hai messo sopra e dentro le cose in esposizione (per gli ospiti, per i propri occhi, non fa differenza..) non si toccano più (ogni tanto una spolverata e via, magari si cambia il centrino per non graffiare sotto..). Nella vita ci si graffia e si mettono le rughe, ma ormai non ci bastano più le plastiche sui divani (o sui sedili della bella auto nuova), nè i centrini ed i mobili e gli oggetti "da non usare". Adesso dobbiamo imparare a "non amare troppo". Dobbiamo imparare a "non vivere troppo". E perchè? Per cercare di "non morire troppo". Facciamo una mezza vita, più lunga, più sicura anche nelle emozioni e nei sentimenti, nella speranza che ci venga risparmiata un po' di morte. Ma che senso ha la vita? "Un po' di senso?" Tutti dobbiamo morire prima o poi. Amare è un buon motivo per vivere. Il deserto dell'anima non è un buon motivo, moriremo comunque senza aver davvero vissuto. Ciao. - Andrea -
(Rispondi)
 
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