Creato da: mandria0 il 26/05/2006
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Post N° 42

Post n°42 pubblicato il 30 Ottobre 2006 da mandria0
Foto di mandria0

PICCOLEZZE 

-Villa della Certosa o Billionaire?-

 

Oliviero Diliberto, durante un’intervista alle ‘Invasioni Barbariche’ su la7, alla domanda della conduttrice Daria Bignardi , ‘scelga un posto dove trascorrere una bella serata. Un luogo tra questi due però: la villa della Certosa del Cavaliere o il Billionaire di Briatore”, ha risposto “ Al Billionaire, ma col tritolo!”. Appena la notizia si è diffusa tra i banchi del Parlamento, le agenzie di stampa hanno segnalato diverse reazioni. Alcuni deputati di Alleanza Nazionale hanno chiesto la proclamazione dello ‘stato d’assedio’, mentre Forza Italia ha presentato immediatamente un disegno di legge in difesa di quei locali che ‘ rappresentano il motore del progresso economico e culturale del paese’.

Veline e calciatori per la prima volta si sono esposti dal punto di vista politico fondando l’associazione ‘In difesa dei diritti del Billionaire’.

Tutto questo mentre tra una partita e l’altra di briscola i partigiani del bar ‘Lenin’ di Bologna urlavano ‘Ve l’avevo detto io che la rivoluzione era imminente!’.

Mi viene in mente la canzone di De Andrè che fa ‘Chi va dicendo in giro
che odio il mio lavoro  non sa con quanto amore mi dedico al tritolo, è quasi indipendente ancora poche ore poi gli darò la voce il detonatore’ e penso: peccato che Diliberto sia stato costretto a scegliere.

 
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Post N° 41

Post n°41 pubblicato il 26 Ottobre 2006 da mandria0
Foto di mandria0

IL PAESE DEI FALSI MITI

Nell’ultimo periodo mi è capitato di leggere un libro molto interessante intitolato “la fine dei Templari”.

La storia è ambientata nel 1300 e parla di un consigliere di nome Nogaret che, per arricchire il proprio paese,mise in circolo false notizie che denigravano un organizzazione molto ricca e potente del tempo, i Templari.

La popolazione , che a quel tempo era culturalmente molto povera, credette a queste voci che accusavano i templari di eresia e la falsa notizia si propagò a macchia d’olio.

Così, con l’opinione pubblica a suo favore, a Nogaret fu facile convincere il re ad attaccare ed estinguere quest’organizzazione appropriandosi in questo modo dell’enorme ricchezza dei templari e rendendo felice il proprio popolo per aver sconfitto degli eretici.

Tutto ciò non avviene forse anche ai giorni nostri?

Viviamo in un epoca dove i potenti fanno ciò che vogliono , attraverso programmi elettorali poco diversi l’uno dall’altro, si calunniano a vicenda, si offendono e mettono sotto falsa luce l’avversario attraverso dicerie false.

E la popolazione non fa altro che subire, da ragione ad uno o l’altro partito senza sapere la verità. Ci si inculca nella testa queste idee sostenendo questo partito, lo idolatriamo e abbiamo la presunzione di credere nel giusto predicando ed agendo in funzione di questo.

Poi quando si vince, ci sentiamo gratificati, credendo d’aver fatto trionfare la giustizia, gioiamo nella convinzione d’esser riusciti a sconfiggere il nemico.

Ma colui che ha portato avanti la nostra causa è più contento per aver reso il mondo un posto migliore o per il guadagno economico arrecatogli dall’aver vinto?!
 
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Post N° 40

Post n°40 pubblicato il 23 Ottobre 2006 da mandria0
Foto di mandria0

PICCOLEZZE 

- ossimori e paradossi-  

L’Italia è il paese degli ossimori e dei paradossi. Entrambi fanno sorridere prima e incazzare poi.

In questo periodo imperversa la moda dell’ ‘ateo devoto’, gli evasori scendono in piazza,

gli economisti che fino all’altro giorno sostenevano il governo di centro-destra ora si dichiarano indipendenti, così ‘Libero’, ‘Il Giornale’ ,‘la Padania’ sono la ‘vera stampa libera’, e ogni giorno uno degli uomini più ricchi del ‘bel paese’  si schiera contro i poteri forti.

Basta? A quanto pare no.

Spesso il confine tra realtà e fantasia è molto sottile e pericoloso.

C’è chi quotidianamente cerca di portare il dibattito sul mondo dell’immaginario e dell’impossibile che ad un tratto diventa possibile, e questo piace perché stimola il sogno.

Quindi a noi, che siamo per ‘la fantasia al potere’, tocca aderire il più possibile alla realtà, per non scivolare in questo circolo vizioso.

Non possiamo fare l’errore di sorridere o minimizzare di fronte alla manifestazione di Vicenza.

Se quel linguaggio fosse stato usato da un povero cristo, forse avrebbe avuto un senso, e sottolineo forse. Ma quegli stessi concetti espressi da chi nelle proprie mani stringe un potere così grande, assumono un sapore diverso che riporta indietro di qualche decennio.

Anche se non c’entro, da italiano vorrei chiedere scusa al Presidente della Repubblica per le parole rivoltegli contro da una persona che è stata votata dalla maggioranza dei miei concittadini.

Ancora il paradosso domina tutto il resto.

 

 
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Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da mandria0
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9 Ottobre 1963    -  STORIA DI UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA

Chi si ricorderebbe della tragedia del Vajont senza l’orazione civile di Marco Paolini?

Quel giorno del ‘97 il teatro è entrato nelle case di milioni di italiani direttamente dal muro della diga, portando tutta la sua carica di impegno sociale e ricerca della verità. Ma cosa è successo quel nove ottobre? È successo quello che tutti temevano ma che nessuno tra le persone che “contano” voleva ammettere: dal monte Toc si è staccata una frana di proporzioni enormi, è caduta nel lago artificiale creato dalla diga lungo il torrente Vajont , questo ha generato un’onda alta decine di metri che ha scavalcato la diga( la diga ha resistito) e l’acqua ha spazzato via i paesi di Longarone Erto e Casso. In totale oltre duemila morti.

Per una descrizione più approfondita dei fatti e dei misfatti consiglio vivamente di vedere l’opera di Paolini.

Ma la cosa più importante di questa storia è che non è stata una tragedia naturale come purtroppo ne succedono tante (vedi tsunami) e che non si possono prevedere. È stata una tragedia annunciata da più parti, la giornalista Tina Merlin ad esempio, che ha seguito il caso da ben prima della frana non a caso ha intitolato un suo articolo Vajont, storia di una tragedia annunciata. È stata una tragedia figlia della speculazione e del solito gioco di interessi di pochi che si sconta sulla pelle dei più.

Fin dall’inizio era chiara la delicata situazione geologica del monte Toc (che tra l’altro in dialetto locale vuol dire pezzo marcio...) ed era chiaro che la costruzione del lago artificiale ne avrebbe alterato inevitabilmente l’equilibrio. Nonostante le perizie e i segnali inequivocabili (terremoti nella valle e alberi che si piegano) nessuno ha fermato i lavori di costruzione della diga negando perfino ciò che ormai era evidente in nome del progresso a tutti i costi.

Dopo la tragedia le autorità hanno cercato di cancellare ciò che il fango aveva risparmiato, hanno preso i sopravvissuti e con la scusa di aiutarli li hanno trasferiti in vari paesi di pianura rischiando di cancellare per sempre usi e tradizioni di quella gente di montagna. Ed è solo per la cocciutaggine di un gruppo di montanari che sono tornati ad ogni costo nelle loro case  che oggi quelle valli non sono disabitate. Per dare l’idea dell’enormità della tragedia per la popolazione locale basti pensare che in quelle zone il tempo si è diviso in prima o dopo la frana, proprio come noi misuriamo il nostro tempo in prima o dopo Cristo. Per maggiori informazioni sulle condizioni di vita degli abitanti della zona vi consiglio i libri dell’alpinista-scultore Mauro Corona.

Questa brutta storia italiana mi fa riflettere su molte cose e credo valga la pena soffermarsi almeno su un paio di queste:

-il rapporto tra ambiente, uomo e istituzioni

-il ruolo dei media e dell’informazione nel creare una memoria collettiva nazionale.

Sul primo punto ritengo che sia un obbligo delle istituzioni la salvaguardia dell’ambiente, non solo come ecosistema e biodiversità, ma nella sua accezione più semplice di habitat della specie umana, ovvero le istituzioni dovrebbero impegnarsi nel difendere la vita di ogni cittadino da inondazioni, terremoti, eruzioni vulcaniche ecc. Perché se il singolo può essere abbagliato dai facili guadagni delle più sfacciate speculazioni, l’autorità deve essere inflessibile nel combattere l’abusivismo, nel non concedere autorizzazioni-farsa e nell’essere rigorosa nei controlli per non diventare complice di altre tragedie annunciate (vedi Sarno o San Giuliano di Puglia).

Questo va al di là di ideali più o meno ambientalisti, ricordatevelo bene, si sta parlando di sopravvivenza.

 Il secondo punto è più complesso, anzitutto un po’ di storia, dopo il diastro e la conseguente ondata(mai termine fu più appropriato..) emotiva, vi è stata una tendenza a coprire il tutto per evitare di dover dare troppe spiegazioni e ammettere di aver sbagliato a più livelli. La tragedia è quindi rimasta qualche cosa di intimo e privato per le persone colpite e quelle in qualche modo coinvolte, parlane era quasi un tabù.

Poi grazie alla curiosità e alla voglia di scoprire fino in fondo la verità(consiglio anche il suo lavoro su Ustica) Marco Paolini ha riportato in vita dei morti dimenticati. Ha scatenato un’ondata di commozione e di indignazione a distanza di quarant’anni, ciò che ormai era diventato un solo fatto privato è tornato prepotentemente a far parte della storia d’Italia.

Questo dimostra come il controllo delle informazioni possa non solo influenzare quello che saremo ma addirittura ciò che siamo stati, controllare e manipolare la memoria collettiva di una nazione significa minarne uno dei suoi elementi costitutivi.

                                                                                                                                

 

 
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Post N° 38

Post n°38 pubblicato il 10 Ottobre 2006 da mandria0
Foto di mandria0

L'AUTO AD ARIA.. è VOLATA VIA!!

“Eolo”, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché? 


VIVAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E' IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA


Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la  "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.


Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.


Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice.


Qualcuno l'ha mai vista in Tv?


Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito
www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.

Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie.

Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo
www.eoloauto.it risulta essere in vendita.

Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola,hanno usato Internet per far circolare informazioni.

Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia .

Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto.
I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.

Oggi si parla, forse della prima metà del 2006...

Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.

La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati.
Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio,che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza. Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che "l'informazione" ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo....



 
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