parole per fare

Buone Feste

Come si usa quasi un modo di dire, una banalità che però diviene importante se non si dice: allora 'Buone Feste', felice Natale, meglio l'Anno nuovo e via di seguito.

A tutti in democrazia, senza distinzione di sesso, di religione, di razza, d'età, di censo e di cesso (nel senso di stitici o diarroici) e, importantissimo oggi per non discriminare, di abitudini o attitudini sessuali (esclusi i pedofili).

Insomma buon tutto e non mangiate nè bevete da star male: meglio la moderazione e il saper centellinare i buoni sapori per farli durare più a lungo.

Le buone nuove

Dicevo poco fa per telefono a Leonardo:' Visto che le brutte notizie si diffonfono sunito, se c'è qualche buona novità perchè non farla conoscere?'

E la novità mi riguarda : la TAC che ho effettuato mercoledì mostra un significativo miglioramento all'interno del mio polmone sinistro, segno che le battsaglia affrontate con la chemioterapia sono servite almeno a ridurre i danni.

Ho pagato un prezzo abbastanza alto, ma ora che mi sono allontanato di qualche settimana da quelle flebo che non finivano mai e che portavano effetti collaterali devastanti per tutta la settimana, quei dolori mi sembrano cose da poco,

Non so ancora se il conteggio alla rovescia è sospeso  nè se è divenuto più grande il numero da cui si parte, quello che so per certo è che, oltre alle medicine, molto mi ha aiutato l'affetto da cui sono stato circondato, un sentimento sincero che ha riacceso la luce anche quando rischiavo di sprofondare nel buio profondo.

Non finirò mai di ringraziare le innumerevoli persone che si sono preoccupate per me: credo con questa piccola buona notizia di portare un po' di serenità anche a loro, un pizzico di gioia da condividere intanto prima che per me o per altri il tempo ritorni meno bello.

Dejà vu ma sempre nuovo.

'Questa cosa sempre nuova che non è mai cambiata' dice Jacques Prèvert a proposito dell'amore; lo stesso io dico di molte altre cose come il lavoro che abbiamo fatto, che facciamo, che faremo insieme con Ardu, Andre, Maurizio, Daniele, Sandro, Don Bruno  e tutti gli altri occasionali che si sono o vorranno unirsi  a noi. E chi si scorda Patri, Nico, Paola, Daniela, aspetta e tutte quelle donne silenziose guidate dall'Anna che hanno passato le serate a sbucciare, cuocere, passare, impastare e castrare  i marroni per le delizie della domenica andate a ruba?

Na se mettete insieme tutta l'estate, avete mai visto tanta gente nel centro di Castagno? Avete mai visto un paese che vive, che lavora, che guadagna perchè in quattro gatti siamo capaci di reggere una manifestazione che altri se la sognano.

Bene! Sarà per le mie condizioni di salute che mi fanno scadere nel sentimentale, ma mi sento orgoglioso (sono il più vecchio d'età e d'esperienza, un capo, perdonate la modestia, naturale) e ho tirato su una piccola banda di capacidifareditutto e di superare tutte le difficoltà e le resistenze anche proprie per essere insieme: a loro va il mio canto d'amore perchè caschiamo sempre nella stessa rete che però ogni volta è diversa e più ricca perchè i nostri difetti, invecchiando, aumentano,

Oh, non addormentatevi perchè ci aspettano ancora tante novità e tante imprecazioni come il mio canto in ottava rima:   " Son quattro gatti spelacchiati e stanchi / di vedere le cose sempre uguali / col degrado che viene sempre avanti / e lascia spazio aperto a nuovi mali / ma quando voglion fare sembran tanti /  non li ferma neppur legarli a' pali, / E appena questi quattro fanno un passo / tutto il paese è scosso dal fracasso."  

Lavorare insieme

Domenica 19  Ottobre, il tempo è bello e la nebbia che la Romagna fa affacciare dall'Appennino non preoccupa. I colori sono quelli attesi, fiammeggiant, per gli odori è ancora presto.

Ecco arriva Arduino, poi Daniele con la lewgna, poi Maurizio  : telefoniamo ad Andrea che ritarda si sa noi perchè!...Si comincia scherzando, perchè questo lavoro è come un gioco. chi non l'ha capito non sa che cosa si è perso: anche quando ci si incazza in qualche modo si scherza, ci si diverte, si ride, si sta insieme, ci si piglia ogni tanto per il culo. e poi finalmente arrivani le donne e allora la misura aumenta, l'efficienza anche.

Lavorare insieme, ragazzi, per fare una festa è un piacere che non si può spiegare a parole: per capirlo bisogna esserci ed essere fisicamente stanchi ad un certo punto della giornata quando c'è ancora più da fare. Che importa se uno pensa bianco ed uno verde, se uno tifa Fiore e un altro Juve, qui ci spingono altre voglie, talvolta anche masochiste in apparenza, ma soprattutto ci spinge la voglia di essere amici, di stare insieme ma non solo per stare perchè se fosse solo per questo si potrebbe sedere allo stesso tavolo di ristorante, di stare per fare insieme.

Siamo un po' una banda di matti, non illusi di cambiare il mondo o il corso delle cose, ma illusi sì, lasciateci illudere di servire a qualche cosa. Piano piano, con cautela, con tutte le precauzioni del caso si avvicineranno anche altri, prima a guarderci, poi ad allungare una mano se ne avessimo bisogno...Alla fine vinceremo senza guerre, perchè in fondo siamo sempre stati i più forti:

Con il fumo gli odori prendono corpo, prende corpo la gente, prende corpo la soddisfazione di chi serve e di chi è servito perchè meravigliato di tanya bontà; e ancora non è nulla: domenica prossima ci sarà qualcosa in più.

Che squadra che siamo ed ora finalmente cominciamo ad avere anche la panchina più lunga.

Elogio dell'amore e del contorno.

Giorni fa ho pensato agli amici più vicini nel tempo e più lontani, tutti ugualmente cari e importanti nel fare il tifo per me che devo vincere, costi quel che costi, questa partita in cui in palio guarda caso sono io.

Ma altrettanto ed anche di più è Daniela la quale in principio cercava di nascondere a me ciò che io cercavo di nascondere a lei, perchè avevamo due fonti di informazione diverse, cioè la gravità del caso. E avevamo sempre la bocca atteggiata al sorriso ogni volta che si parlava del versamento pleurico.

In una poesia a lei dedicata avevo scritto che non avevamo ceduto a nessuna lusinga dell'ipocrisia imperante 'nel tentativo di addomesticare la vita', ed anche in questo caso la bugia è durata appena un giorno ed è venuta fuori la forza, mia per un conto e sua in primo luogo per sopportarmi perchè come sempre certi malumori si tende a scaricarli su chi ci sta più vicino, poi a seguire passo passo ogni evoluzione del mio rapporto con l'esterno e con l'interno senza mai dare nulla per scontato e insistendo fino a prenderla vinta laddove io per innata pigrizia tendo a rimandare o a lasciar perdere.

Nei suoi mille problemi con il lavoro, con la casa da tenere in ordine, con i figli che vogliono mangiare bene e soprattutto portano montagne di panni da lavare e stirare, brontola ma non arretra di un passo e non riesce a stare, quando siamo in casa, più di cinque minuti senza togliermi gli occhi di dosso, intenta a spiare ogni mio gesto, ogni mia smorfia, ogni mio cambiamento d'umore.

In fondo, che dire, se non fosse per questa tegola che mi è caduta sul capo, potrei dire che a trent'anni, quando pronunciai il fatidico sì, ebbi un bel colpo di fortuna e la camicia che portò quella rinascita l'ho ancora indosso.