Marcio's lifestyle

Penso ai tuoi occhi freddi e ingialliti dal tempo,quel tempo che passa e ci rema contro,inesorabile senza fermarsi.Penso al tuo volto rugoso con i segni della vita che passa,che ti fa soffrire e che ti costringe a ripartire anche quando proprio non ne hai voglia.dovrei esser triste a questi pensieri,dovrei esser triste a guardare i tuoi capelli bianchi che "mangiano" quel po di nero che resta sulla tua testa,ma non lo sono,non lo sono perchè per me sei sempre uguale a quando ero un bambino e la sera mi addormentavo nel tuo maglione.Vecchio,ma accogliente come non mai.

Al solo pensiero di quel maglione mi viene un sonno incredibile e vorrei salir sulle tue gambe per dormire,farmi milioni,miliardi di ore di sonno spensierate come quelle,con la sicurezza che ci sei tu a risolvermi i guai.

Pensando a questo piango,piango perchè siamo distanti 600 chilometri e perchè so che devo imparare a risolvermeli da solo i guai,i pensieri,e che è incredibilmente stupido e infantile pensare che basterà chiamare perchè tu corra.Devo imparare,voglio imparare.Vorrei essere così come te ma non lo sono,vorrei saper scegliere con il cinismo e il distacco di chi come te di scelte difficili ne ha prese tante e ne ha sbagliate poche,vorrei saper dare sicurezza agli altri come fai tu,ma non ci riesco,non ce la faccio perchè so per certo che io per primo ho bisogno di te,e finchè sarà così,non potrò dare un bel niente a nessuno.

Poi mi fermo a pensare,scorro l'album mentale dei ricordi e,andando indietro nel tempo mi vedo bambino,in un lettone con mamma e Melania,e tu non ci sei,mi sento triste,spaesato,poi viro alla mattina,stesso giorno, e vedo dei biscotti,le Macineancora oggi i miei preferiti,e te che me li porti per far colazione.Poi Foggia,una mattina,di sole,te che non arrivi e io che tremo,ho paura,inizio a pensare,tanto,troppo,e nervoso scatto,sono irrefrenabile,ti cerco ovunque,chiedo a tutti,finchè,dopo attimi,minuti che a me son sembrate ore,reincarnazioni di vite,il tuo sguardo,triste per il ritardo,si incorcia al mio,e io torno felice.In quel momento per me è tornato il sole che in realtà non è mai andato via.Ancora,avanzando,ricordi,estate,inverni,notti di lavoro,giorni di lavoro,pomeriggi con quel giornale a controllare se studiassi,e io,vigliacco,a fingere di farlo,vigliacco come sempre,incostante come sempre e impulsivo come sempre.Poi le litigate,le marachelle,sempre più gravi e pesanti,e te a sollevarmi,ad ogni caduta,ad ogni capriccio,con parole,parole che a volte diventavano pesanti,pesanti come schiaffi.Anzi no,erano schiaffi.Meritati,dico oggi,e utilissimi.Io che cresco e tu che ci sei,io che vado via e tu che non mi trattieni,io che vivo e tu che mi assecondi,io che sbalgio e te che mi avverti ma non mi reprimi,io che arranco,fatico,mi rialzo e te che mi dai una mano,incondizionata,semplice e puntuale,mai contratta,sempre tesa.Io che non capisco perchè fai e dici certe cose,te che non me lo spieghi e io che soffro,dovevo capirle da solo,e forse,non le ho ancora capite.Toglierei il forse.

Costante di questa storia un po così,struggente ma non troppo è il tuo sguardo sempre vivo,presente,che mi ha aiutato.Grazie,ti dico,anche se non ti serve.Grazie per esser stato fiero di me anche quando non lo meritavo,e grazie di non avermelo mai detto.Grazie.Dovevo capirlo da solo.E se oggi sono insicuro e a volte patetico,non è perchè lo sono veramente,ma solo,spero,perchè quella lezione ancora non ho avuto il tempo di impararla.Lo farò,come sempre,con i miei tempi.Lo giuro.Grazie.E grazie.E ancora grazie.Grazie,per avermi insegnato la vita.