unangolodilibertà
un angolo dove esprimere ciò di cui ho paura o di cui ho voglia senza la censura di tutti i giorni
« le donne sposate vivono meglio | Se qualcuno si chiedesse... » |
c'era una volta..C’era una volta una ragazza, non più una ragazzina, ma forse non ancora una donna. Aveva una sorella e un fratello,lei era quella “ in mezzo” e fin da piccolina si era distinta per un gran senso pratico. Anche quando il papà le aveva detto che sarebbero dovuti andare a vivere lontano lontano, in un paese con un nome strano, che non aveva mai sentito nominare, Tripoli mi sembra di ricordare, non si era persa d’animo. Giunta lì, lei la mattina prendeva per mano il fratellino e insieme alla sorella poco più grande andavano a scuola, per strade incerte, ma che poi avevano imparato a conoscere. Non protestò nemmeno quando i genitori le dissero che doveva andare da una zia che le avrebbe imparato a cucire, la zia viveva lontano e lei ci andava a piedi tutti i giorni, camminando camminando portandosi dietro sempre il fratellino per mano. Giunse poi il tempo di ritornare a casa, in Italia.. Lei cresceva e continuava a cucire, a lavare, a stirare, ad andare a parlare con il maestro del fratello perché mamma e papà lavoravano nei campi e non avevano tempo..e sempre sorridendo..non era bellissima, nel senso che i giovanotti del paese non si giravano per strada quando passava lei, ma era capace di trovare una soluzione a qualsiasi problema e non si fermava di fronte a niente tanto era caparbia.. e poi la sua risata.. La sentivi appena voltavi l’angolo, usciva dalla terrazza e ti veniva incontro per accoglierti e farti sentire a casa, farti sentire il benvenuto. Abbiamo accennato al fatto che non era bellissima, ma non era nemmeno brutta, era..normale (questa parola che spaventa tanto e non si usa più) e all’amore proprio non ci pensava, tanto più che aveva una sorella più grande, e finché non si fosse “maritata” lei, la nostra fanciulla poteva anche morire zitella.. Se non fosse che un giovanotto del paese l’aveva notata e si era informato su chi fosse questa ragazza che vedeva spesso camminare e andare sempre di corsa indaffarata al seguito di sua sorella..e si era reso conto col passare del tempo che questa ragazza gli piaceva proprio.. Come fare? Era necessario fare le cose per bene e andare a parlare coi suoi genitori..detto fatto. Lei un giorno tornando a casa dalla spesa, trova un ragazzo alto, moro con la pelle scurita dal sole che parlava nella sua cucina coi suoi genitori e stava chiedendo loro se fosse possibile conoscerla, che lui era un bravo ragazzo, lavoratore, senza debiti e con una famiglia rispettabile alle spalle..(insomma voleva combinare), ma voleva sapere anche se lei fosse d’accordo. Non lo lasciò nemmeno finire di parlare che subito rifiutò, col suo senso innato del dovere , sostenendo che, come voleva la tradizione, finché non si fosse sposata la sorella lei non avrebbe preso marito. Lui accusò il colpo, ma non desistette ..iniziò a “seguirla”, che poi seguirla è una parola che suona strano, ma nemmeno pedinarla va bene che sembra stalking..iniziò a camminare insieme a lei a qualche metro di distanza. Quando vedevi lei in giro per le strade del paese, se osservavi bene potevi scorgere anche lui qualche metro più indietro. A molte avrebbe dato fastidio questo sentirsi seguite, ma a lei no, assaporava la presenza di lui, che non si permetteva di rivolgerle la parola né di toccarla con un dito, ma allungava un po’ il passo per aprirle una porta e poi si rifaceva nuovamente indietro Passarono mesi..fino a quando un bel giorno qualcuno bussò alla porta e venne a chiedere la mano della sorella maggiore.. Pochi giorni dopo il matrimonio, qualcun altro bussò alla porta, era lui, il nostro giovane che veniva a chiedere la sua mano e allora lei sorrise e disse che poteva anche smettere di camminarle dietro, ma da quel momento in poi avrebbe potuto camminarle accanto. In ricordo dei miei nonni.
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NUVOLE E RICORDI
AMMETTO..
..che quando apro un blog
e dopo 4 giri di mouse non arrivo ancora al post..
mi annoio e passo al blog successivo..
..
alcune delle foto utilizzate in questo blog sono reperite direttamente dalla rete, qualora i proprietari ne reclamino la proprietà comunicatemelo e provvederò a toglierle.
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PAROLE IN PRESTITO
“Sono cent’anni che non ho visto il tuo viso
che non ho passato il braccio
attorno alla sua vita
che non mi son fermato nei suoi occhi
che non ho interrogato
la chiarità del suo pensiero
che non ho toccato
il calore del suo ventre
eravamo sullo stesso ramo insieme
eravamo sullo stesso ramo
caduti dallo stesso ramo ci siamo separati
e tra noi il tempo è di cent’anni
di cent’anni la strada
e da cent’anni nella penombra
corro dietro a te”.
(Nazim Hikmet, Stoccolma, 1960)
Inviato da: scampipercena77
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Inviato da: berequeck
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