Bene. Abbiamo risolto il problema delle coperte.
Da due notti a questa parte dormo relativamente bene. E mi sento già un'altra.
Però, si sa, risolto un problema ne spuntano altri 200. Da ogni parte. E uno di questi "problemi" è il lavoro. Il mio lavoro. Che mi sta uccidendo.
Oggi il capo mi ha convocata in ufficio per "parlare". Sapevo che sarebbe successo. Lo fa periodicamente. E non è mai piacevole... immaginate una seduta dal dentista. O un episodio dei "I Soprano"... lì quando il boss ti convoca, non è mai un buon segno...
Ad ogni modo è andata abbastanza liscia. Vista l'aria che tira tutto intorno. Considerata la situazione contingente. Ma la mia opinione di base non è cambiata: questo lavoro mi sta uccidendo. Lentamente. Ma inesorabilmente.
Il mio è proprio il tipo di lavoro che non avrei mai voluto fare nella vita. Seduta davanti a un computer. Ferma. Al chiuso. Moribonda.
No, non ce la faccio.
Io ho bisogno di aria aperta e libertà. Mi serve passeggiare e annusare. Devo poter guardare il cielo. Sentire la pioggia. Toccare la terra. Ho bisogno di concretezza. Di manualità. Di realtà.
Lo so che vi suona bizzarro e insensato, ma è l'unico modo che conosco per non soccombere. Per non morire. Lentamente. Ma inesorabilmente.
Inviato da: Kastania
il 12/03/2012 alle 15:25
Inviato da: maquantiandreacisono
il 12/12/2011 alle 12:15
Inviato da: Kastania
il 17/06/2010 alle 17:01
Inviato da: singer_marla
il 15/03/2010 alle 14:22
Inviato da: bottekkia
il 26/02/2010 alle 15:40