Creato da la_sera_su_marte_4 il 21/10/2005
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Hotel du Nord

Post n°1005 pubblicato il 04 Febbraio 2006 da suede68
 
Foto di la_sera_su_marte_4

E' un libro meraviglioso, per chi come me ha sempre cercato di scoprire la Parigi lontana dalle luci degli Champs-Elysées, dai fasti del Louvre, della Senna, Notre-Dame e Hotel de Ville.
Lontano dalla Ville Lumière c'è quella che ho sempre definito la Ville Poubelle (spazzatura), la città dei vicoletti maleodoranti, con negozietti incredibili che anche nelle nostre città di provincia sono spariti, la città delle facce da schiaffi, la città dei flaneurs, la città delle gente vera di Parigi.
Non è sui grandi Boulevards che si incontrano i veri parigini.
I veri parigini sono quei maschiacci, magri, scarni, con gli occhi furbi e maliziosi, mezzi delinquentelli, di solito biondicci, che conoscono ogni angolo della città a differenza dei top manager o delle top model o dei turisti, perché ogni angolo può essere un nascondiglio, o occasione di un furtarello, di una marachella.
Io ne ho conosciuti, di uno me ne innamorai e viveva in un monolocale sotto i tetti di Parigi, nel quartiere in cui è ambientato questo libro.
Volti anonimi ad uno sguardo poco attento, gente che nessuno ricorderà, nemmeno i parenti, gente cresciuta nella strada e dalla strada cresciuta con le sue regole spesso brutali, quasi sempre illegali.
Gente con un'etica comunque, piccoli Robin Hood che non farebbero male a una mosca se non costretti dalla fame. "Les enfants terribles" che tornano costantemente nella storia della letteratura francese.
Questo libro racconta di queste persone, che per amare bisogna averle conosciute dal vivo, altrimenti non le si può capire veramente.
Persone "inutili", con mestieri miseri, alloggiati in stamberghe o in hotel di quart'ordine, come l'Hotel du Nord.
Per chi ama e conosce la Parigi che descrivo, la vera Parigi, questo è il libro che ce la rende in tutta la sua purezza e brutalità.

"Il destino mi ha fatto vivere e lavorare a lungo all'Hotel du Nord. Vi ho visto arrivare uno dopo l'altro i personaggi del mio libro, li ho visti partire, e non li ho mai più incontrati.
Nulla di più commovente, e anche di più disperante della loro stessa esistenza, senza poesia né rivolta né sogno. Uomini fiduciosi, alcuni arrivati dalla campagna, povera carne stritolata sotto la macina delle città. Oggi non rimane nulla di loro. Un nome? Non sempre. Ed è allora che mi viene il desiderio di farli rivivere, di comprenderli, di amarli, io che gli somigliavo un po', anche di cancellarmi davanti a loro, di mostrarli nudi, semplici e fiduciosi."
Eugène Dabit

 
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